L’ONU vota contro le annessioni della Russia, in Turchia possibili negoziati tra Putin e Zelensky

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato, nella tarda serata di mercoledì 12 ottobre, a stragrande maggioranza a sostegno di una risoluzione che chiede alla Russia di revocare l’annessione di quattro regioni in Ucraina.

In precedenza, il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che Parigi fornirà sistemi di difesa aerea a Kiev nelle prossime settimane, esortando il russo Vladimir Putin a “tornare al tavolo dei negoziati” per discutere la pace tra Ucraina e Russia.

Tre quarti dei 193 membri dell’Assemblea Generale, ben 143 paesi hanno votato a favore di una risoluzione che riaffermava anche la sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti.

Con questa votazione, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite condanna in modo schiacciante il “tentativo di annessione illegale” da parte della Russia e ha invitata tutti i paesi a non riconoscere quanto fatto da Mosca. Le Nazioni Unite rafforzano così l’isolamento diplomatico internazionale nei confronti della Russia.

Mentre 35 paesi si sono astenuti dal voto, tra questi Cina e India, soltanto 5 Stati hanno votato contro, tra i quali ovviamente la Russia, la Bielorussia, la Corea del Nord, il Nicaragua e la Siria.

BREAKING

The UN General Assembly adopted a resolution that condemns #Russia's "illegal so-called referendums" in regions within #Ukraine's internationally-recognized borders, and demands it reverses its annexation declaration.

In favour: 143

Against: 5

Abstentions: 35 pic.twitter.com/MDDIapqTGv

— UN News (@UN_News_Centre) October 12, 2022

“Oggi, prima di tutto, Vladimir Putin deve fermare questa guerra, rispettare l’integrità territoriale dell’Ucraina e tornare al tavolo per i colloqui”, ha affermato alla televisione francese France 2 il presidente Macron.

Quando gli è stato ricordato che l’Ucraina non è più disposta a negoziare con la Russia di Putin, il presidente francese ha risposto: “Ad un certo punto sarà necessario,  ecco perché ho sempre rifiutato le posizioni massimaliste”.

La Repubblica Ceca vieta l’accesso ai turisti russi

Intanto la Repubblica Ceca ha deciso di vietare dal 25 ottobre l’accesso ai turisti russi in possesso di visto Schengen rilasciato da qualsiasi paese. Ad affermarlo è stato il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavsky, mentre il paese si unisce ad altri Stati membri UE nel rafforzamento delle regole di ingresso per i cittadini russi.

“Mentre i razzi russi cadono sui parco giochi per bambini e sulle persone in Ucraina, fino a 200 cittadini della Federazione Russa si recano ogni giorno in Repubblica Ceca attraverso aeroporti internazionali”, ha affermato il ministro degli Esteri Jan Lipavsky.

Praga aveva già sospeso all’indomani dell’invasione dell’Ucraina i visti per i cittadini russi, tranne per motivi umanitari. In realtà era consentito l’ingresso nel paese ai visitatori russi in possesso di visto Schengen e provenienti da aeroporti internazionali, ma dal 25 ottobre questo non sarà più possibile.
L’inasprimento delle regole è stato approvato mercoledì in tarda serata dal governo ceco.

Accordo per una zona di sicurezza alla centrale nucleare di Zaporizhzhia

Intanto il capo dell’organismo di vigilanza nucleare delle Nazioni Unite (AIEA) Rafael Grossi dopo aver intrattenuto colloqui con funzionari russi sulla creazione di una zona di protezione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, ha dichiarato di essere in viaggio verso Kiev.

“Dopo i miei incontri a San Pietroburgo torno a Kiev”, ha dichiarato Grossi su suo profilo Twitter, pubblicando una sua foto presso una stazione del treno ucraina. “Al lavoro per la creazione di una zona di sicurezza e protezione nucleare intorno alla centrale nucleare di #Zaporizhzhya”, continua Grossi nel suo tweet.

In precedenza, il capo dell’AIEA aveva affermato che l’alimentazione esterna dell’impianto di Zaporizhzhia occupato dalla Russia era stata ripristinata, dopo che un’interruzione aveva costretto l’impianto ad affidarsi ai generatori diesel.

As agreed with 🇺🇦 President @ZelenskyyUa, after my meetings in St Petersburg I am coming back to Kyiv. The work on the establishment of a nuclear safety & security protection zone around #Zaporizhzhya Nuclear Power Plant continues. pic.twitter.com/JKuAtN8O7E

— Rafael MarianoGrossi (@rafaelmgrossi) October 12, 2022

In Turchia possibili nuovi negoziati tra la Russia di Putin e l’Ucraina di Zelensky

Intanto le speranze di arrivare ad un trattato di pace si riaccendono.

Nel pomeriggio di mercoledì 12 ottobre dal Cremlino sono giunti segnali positivi nei confronti del leader turco Recep Tayyip Erdogan, ritenuto unico soggetto capace di poter mediare in questo conflitto.  

“I turchi stanno offrendo la loro mediazione. Se ci saranno colloqui, molto probabilmente saranno sul loro territorio: a Istanbul o ad Ankara”, ha dichiarato ai giornalisti a Mosca il consigliere per la politica estera del Cremlino Yuri Ushakov.

La Turchia, membro della NATO, non solo è rimasta neutrale durante il conflitto in Ucraina, nonostante la consegna dei droni Bayraktar all’esercito di Kiev, ma continua ad essere in buone relazioni con i suoi due vicini del Mar Nero – Russia e Ucraina – e si è astenuta dall’unirsi alle sanzioni occidentali contro Mosca.

La Turchia ha ospitato due volte colloqui tra Mosca e Kiev, tra cui un incontro di persona a marzo del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e del suo omologo ucraino Dmytro Kuleba.

Tuttavia, i negoziati di pace da allora si sono bloccati, mentre il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato di non essere disposto a tenere colloqui con la Russia e Putin dopo che il Cremlino ha affermato di aver annesso quattro regioni dell’Ucraina.

Alla domanda sulla promessa di Zelensky, Ushakov ha risposto ai giornalisti dicendo loro: “Vorrei dirgli (a Zelensky): mai dire mai”.

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