fbpx
AttualitàCultura

Un ponte digitale tra cervello e midollo spinale permette a un uomo di riprendere a camminare

Il quarantenne olandese era paralizzato da undici anni

È di queste ore la notizia per cui, dopo un primo parare negativo, la Food and Drug Administration (Fda) ha dato il via libera a Neuralink.

L’azienda statunitense potrà dunque iniziare i test dei suoi impianti cerebrali sugli esseri umani.

Certo, l’eccentricità di colui che guida Neuralink, Elon Musk, può far pensare a scenari apocalittici per quanto riguarda l’ibridazione uomo-macchina. Anche perché certe dichiarazioni del tycoon (il cui obiettivo è una prossima “simbiosi dell’uomo con l’intelligenza artificiale”) non aiutano ad adottare una prospettiva critica equidistante.

Va però ricordato che il progetto attuale di Neuralink è quello di inserire chip negli esseri umani per migliorare la condizione di vita di persone paralizzate o affette da patologie neurologiche.

Che in questo senso i nuovi approdi tecnologici possano dare risultati sino a oggi impensabili, è fuori di discussione. Come dimostra il recentissimo caso di un uomo, paralizzato da 11 anni, che torna a camminare grazie a un dispositivo di nuovissima concezione. Vi raccontiamo la sua vicenda.

sedia a rotelle

Un uomo paralizzato torna a camminare grazie a un dispositivo

La persona in questione è il quarantenne olandese Gert-Jan Oskam, il quale all’età di 29 anni rimase è rimasto paralizzato dopo un incidente in bicicletta, che gli ha procurato la lesione incompleta al midollo spinale.

Qualche anno dopo l’incidente, Oskam aveva accettato di far parte di un progetto sperimentale, che si prefiggeva di riabilitare i pazienti tetraplegici con la stimolazione elettrica.

Scegli Amazon Prime per i tuoi acquisti, è gratis per 30 giorni

Gli esiti erano stati solo parzialmente positivi: l’uomo paralizzato era sì tornato a camminare, ma con alcune difficoltà. Poteva ad esempio deambulare solo in piano, e dunque gli erano inibiti gradini e scale. Inoltre, permanevano alcuni problemi, tra cui quello di iniziare e muoversi e quello di arrestarsi.

Ecco quindi che Gert-Jan Oskam ha deciso di prestarsi a una nuova tecnologia, che pare proprio abbia dato eccellenti risultati.

Il “ponte” cervello-midollo spinale

L’innovativa tecnologia che ha permesso all’uomo paralizzato da 11 anni di tornare a camminare in effetti non si discosta di molto da quanto propone Neuralink.

Gli scienziati che avevano in cura Gert-Jan Oskam hanno creato una sorta di “ponte” digitale dal cervello al midollo spinale. Più precisamente, dalla corteccia sensomotoria del cervello (ovvero l’area deputata alla stimolazione dei muscoli) ai nervi del midollo spinale.

Il dispositivo

L’équipe che ha seguito il paziente ha trasformato i suoi pensieri in movimento. In che modo?

Gert-Jan Oskam immaginava di eseguire specifici movimenti. L’attività cerebrale veniva trasformata in stimolazione elettrica, che raggiungeva in modalità wireless l’impianto nel midollo spinale.

Il processo era guidato da un’intelligenza artificiale che analizzava, dosandoli, i segnali. In modo che si producesse un’andatura quasi normale. Oggi, infatti, l’uomo paralizzato torna a camminare aiutato dalle stampelle su qualunque superficie, ed è finalmente in grado di salire e scendere le scale.

È la prima volta in assoluto in cui il movimento volontario viene stimolato dall’attività cerebrale del paziente medesimo.

I limiti del dispositivo

L’impianto per ora è in via sperimentale e ancora lontano dall’essere messo in commercio.

Anche perché ci sono certamente da affinare alcune cose. Il dispositivo è ad esempio pesante e soprattutto invasivo.

Gert-Jan Oskam ha impiantato nel cranio due elettrodi in contatto con la corteccia sensomotoria.

L’azienda che ha messo a punto il prototipo sta comunque affinando l’impianto, cercando di miniaturizzare il più possibile le sue componenti.

L’équipe

Il paziente paralizzato è tornato a camminare grazie a una tecnologia messa a punto da un team di ricerca internazionale guidato da scienziati svizzeri del Politecnico federale di Losanna (EPFL), in collaborazione – tra gli altri – con l’Università Grenoble Alpes (Francia), il Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, l’Ospedale universitario di Losanna (CHUV) e l’azienda Medtronic di Minneapolis (Stati Uniti).

Gli scienziati, coordinati dal professor Gregoire Courtine, spiegano che l’interfaccia cervello-colonna vertebrale è configurabile in brevissimo tempo. “È costituita da sistemi di registrazione e stimolazione completamente impiantati, che stabiliscono un collegamento diretto tra i segnali corticali e la modulazione analogica della stimolazione elettrica epidurale mirata alle regioni del midollo spinale coinvolte nella produzione della deambulazione”.

Lo studio completo è stato pubblicato sulla rivista Nature.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🌍 Giornata della Terra: ciascuno può dare il suo piccolo contributo per salvaguardarla
 
🍿Fallout: tutte le domande irrisolte alle quali la Stagione 2 dovrà rispondere
 
🛞Come scegliere gli pneumatici estivi per l’estate? I fattori da considerare
🤯Google licenzia 28 dipendenti per proteste contro il progetto Nimbus in Israele
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
 
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
 
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
 
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
 
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button