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Hey Hey Rise Up non ha niente dei Pink Floyd, ma poco importa: com’è il nuovo brano per l’Ucraina

I Pink Floyd hanno rilasciato un nuovo brano dopo 28 anni, ed è un omaggio all’Ucraina. Si chiama Hey Hey Rise Up in collaborazione con Andriy Khlyvnyuk: ecco com’è nata la canzone.

Com’è nata Hey Hey Rise Up: genesi della canzone

La voce è quella di Andriy Khlyvnyuk, cantante di una band ucraina chiamata Boombox. Andriy è uno di quei tanti musicisti che in tempi di guerra si ritrovano a imbracciare i fucili invece delle chitarre. La canzone che canta è invece The Red Viburnum, canto popolare e patriottico ucraino. Nasce con queste premesse Hey Hey Rise Up, nuovo brano con cui David Gilmour ha deciso di richiamare il sodale Nick Mason e riportare in piazza il nome Pink Floyd, dopo 28 anni di silenzio. Certo c’era stato The Endless River del 2014, che però era perlopiù una raccolta strumentale di materiale “avanzato” da The Division Bell del 1994 che altro. Del resto il sogno di una reunion dei Pink Floyd è svanito sempre quel 15 settembre 2008, con la morte di Richard Wright.

Ma ritorniamo per un attimo a Andriy Khlyvnyuk, che a febbraio 2022, quando la Russia invade l’Ucraina, era con i suoi Boombox in tour negli Stati Uniti. Il cantante decide di sospendere i concerti e prendere il primo volo aereo per tornare a casa e difendere il suo Paese. Qualche giorno dopo, dalla Sofiyskaya Square di Kiev, gira un filmato nel quale canta proprio The Red Viburnum, in tenuta militare e armato di fucile.

L’idea di Gilmour: una canzone dei Pink Floyd per l’Ucraina

Il video fa il giro del mondo e arriva anche a David Gilmour, iconico chitarrista dei Pink Floyd, che con la band ucraina Boombox aveva condiviso il palco qualche anno prima, a Londra. L’idea arriva come un fulmine a ciel sereno: campioniamo la voce di Khlyvnyuk e componiamo un brano. Insomma facciamo un featuring con Khlyvnyuk, anche se lui non può essere fisicamente presente, e facciamo in modo che tutto il ricavato vada in beneficenza per supportare la popolazione ucraina.

Per un’operazione del genere però c’è bisogno di mettere in gioco tutto. E sebbene Gilmour abbia una carriera solista e un nome di spessore, la scelta è stata quella di calare un nome ancora più forte. Ecco quindi la decisione: una telefonata a Nick Mason, storico batterista della band, e i 2/4 dei Pink Floyd sono riformati. Chiamare Roger Waters non avrebbe senso, sarebbe troppo e poi di sicuro non avrebbe accettato, e Rick Wright purtroppo non c’è più. Ecco quindi Guy Pratt al basso elettrico, che aveva già sostituito Waters dall’85 in poi, e che divenne poi lo storico e inseparabile bassista di David Gilmour, e Nith Sawhney alle tastiere.

I quattro si incontrano il 30 marzo in uno studio/fienile di proprietà di Gilmour, lo stesso dove nel 2007 nacquero le Barn Jams con Richard Wright. Il risultato è Hey Hey Rise Up, un brano che – diciamocelo chiaramente – di Pink Floyd non ha nulla, se non i nomi di due componenti su quattro e il suono inconfondibile della Stratocaster di David Gilmour. Ma poco importa, perchè qui la musica può permettersi di passare in secondo piano. Commoventi l’interpretazione sentita di Khlyvnyuk, unico cantante del pezzo, e le immagini del video che accompagna la canzone. Quest’ultimo, girato da Mat Whitecross, alterna momenti in sala della band, con immagini dalla guerra e, ovviamente, col video originale di Khlyvnyuk.

Ai primi di aprile, quando il brano era ormai pronto, Andriy Khlyvnyuk era ricoverato in ospedale a seguito di alcune ferite riportate in guerra. Gilmour lo chiama al telefono, e dalla cornetta gli fa ascoltare il lavoro fatto, per avere la sua benedizione. “Speriamo di poter collaborare dal vivo la prossima volta” ha affermato il leggendario chitarrista, prima di annunciare al mondo, ufficialmente, il nuovo brano firmato Pink Floyd chiamato Hey Hey Rise Up, disponibile oggi su tutti gli store digitali con tanto di copertina che riprende i colori della bandiera giallo e blu e mostra un girasole: simbolo della resistenza ucraina.

Questo ovviamente non è un brano di una band qualsiasi, questa è una canzone dei Pink Floyd. Sebbene di Pink Floyd ci sia poco o nulla, ma oggi conta poco.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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