Il gioco di ruolo principale della saga dei Pokemon, giunge per la prima volta nella console principale della casa nipponica, abbandonando quella portatile. La nostra avventura nella regione di Galar, e su Nintendo Switch, ha inizio! Eccovi la recensione di Pokemon Spada e Scudo.
Pokemon Spada e Scudo recensione: un po’ di storia
Inizia tutto nel 1996 con Verde, Rosso Blu e Giallo su Gameboy. Seguono Oro, Argento e Cristallo su Gameboy Color. Poi Rubino, Zaffiro, Smeraldo, i remake Rosso Fuoco e Verde Foglia su Gameboy Advance. Arrivano Diamante, Perla e Platino, più i remake Cuore Oro e Anima Argento su Nintendo DS. Si aggiungono Nero, Bianco, Nero 2 e Bianco 2 sempre su DS. Si passa ad un simil 3D con Pokemon X ed Y, per Nintendo 3DS, seguiti a ruota dai remake Zaffiro Omega e Rubino Alfa, per concludere son Sole, Luna, Ultrasole ed Ultraluna.
Queste le sette generazioni di Pokemon che ci hanno accompagnato finora, sempre su console portatile, con avventure dove la grafica non ha mai fatto da padrona, ma ci si concentrava sull’impresa di catturarli tutti, mood che non ha mai abbandonato la saga.
Sulle varie console principali di casa Nintendo, e parlo di Nintendo 64, Gamecube, Wii e Switch, abbiamo finora giocato soltanto a dei titoli “passatempo”, che non portavano nulla di nuovo nel mondo Pokemon, nè a livello di trama nè come dinamiche. Stadium, Colosseum, Tempesta Oscura, Battle Revolution, Let’s Go, sono stati dei corollari, alcuni più giocabili e coinvolgenti rispetto ad altri, che ci hanno fatto compagnia nell’attesa dei titoloni che sarebbero usciti da lì a breve.
Nel 2019 Nintendo ha finalmente deciso, complice la “portabilità” della Switch, di dare una nuova piega all’avventura principale, facendola evolvere proprio come fanno i protagonisti del gioco di ruolo. Sarà stato sufficiente a fare il colpaccio?
Un inizio particolare: la trama
Siamo abituati dalle esperienze passate, ad ottenere il nostro primo pokemon ed a sfidare la prima palestra in men che non si dica, ed entrare subito nella classica dinamica di questi rpg. In Spada e Scudo invece verremo immersi in filmati, sfide (altrui) e spiegazioni dettagliate su cosa ci aspetta, ben prima di ottenere il nostro compagno d’avventure.
Ci ritroveremo inizialmente ad interagire con un nostro amico d’infanzia e futuro rivale, Hop, e con suo fratello Dandel, che è addirittura il campione in carica della Lega Pokemon, nonchè allenatore più forte della regione di Galar. E sarà proprio lui a consegnarci il pokemon starter, nessun professore in vista. Ci racconterà che per partecipare alla sfida finale nella lega, dovremo prima diventare uno “sfidapalestre” e conquistare tutte le medaglie.
Dopo aver ottenuto il pokemon faremo finalmente conoscenza di un’anziana professoressa, Flora, che però questa volta avrà un ruolo molto marginale, se non quello di donarci un pokedex. Più interessante sarà la nipote della prof. Flora, Sonia, una ricercatrice che cerca di affermarsi svelando i misteri dietro un misterioso evento del passato chiamato “Notte Nera“, in cui la regione di Galar venne minacciata da un terribile pericolo che causò degli strani fenomeni nei pokemon.
Durante la storia si aggiungeranno altri personaggi, oltre agli ovvi capopalestra, in cui potremo notare una crescita nei comportamenti e negli intenti. Finalmente un po’ di spessore e di caratterizzazione che in passato ci eran mancati. I capopalestra andranno affrontati in un ordine non modificabile, e saranno differenti a seconda della versione che possedete (2 su 8, nella fattispecie).
Il “team malvagio” questa volta, Team Yell, è tra le note dolenti, in quanto parliamo di un gruppo di teppistelli che ha come scopo solo quello di tifare per la loro beniamina, una sfidapalestre specializzata in tipi buio. Insomma, nessun piano di conquista del mondo, di traffici illeciti di pokemon, di variazioni climatiche o spazio/temporali sfruttando pokemon leggendari.
La minaccia viene dall’interno, da chi a fin di bene vorrebbe solo il meglio per la regione di Galar, senza però pensare alle conseguenze. Chi sarà il fautore di una nuova “Notte Nera”?
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Dopo le megaevoluzioni, tanto apprezzate perchè hanno rispolverato e potenziato alcuni pokemon caduti in disuso e nel dimenticatoio, e le mosse Z, che fornivano il boost utile a vincere lotte impossibili, Gamefreak ha pensato di portare una nuova dinamica di gioco che esclude però le precedenti. Parliamo del fenomeno Dynamax, unico nella regione di Galar, e della sua variante Gigamax.
In alcune zone di Galar, dove vi è alta concentrazione di energia proveniente dalle Desiostelle, i pokemon sono capaci di ottenere un potenziamento che, apparentemente, moltiplica esponenzialmente le loro dimensioni, aumentandone notevolmente le statistiche, e gli permette di utilizzare mosse uniche con effetti secondari speciali. Badate bene, il pokemon non raggiungerà davvero quelle dimensioni spropositate, sarà una sorta di proiezione però molto realistica, non un banale ologramma.
Alcuni pokemon particolari, quando verrà dato il comando Dynamax, cambieranno anche leggermente aspetto e potranno usare delle mosse particolari ed uniche. Quello è il Gigamax, ottenibile solo attraverso dei Raid randomici all’interno del gioco. Al termine dei Raid avrete la possibilità di catturare quel determinato pokemon, che dalla volta successiva potrete dynamaxizzare nella versione Gigamax.
Tuttavia avrete poche occasioni di utilizzare questa dinamica: le lotte in palestra ed i Raid. A differenza di Mosse Z e Megaevoluzioni, sfruttabili sempre e comunque, il Dynamax probabilmente non sarà sfruttabile in competitivo come “asso nella manica”. Ma per esserne certi dovremo aspettare ancora un po’.
Un mondo più open
Ciò che viene fuori dopo poche ore di gioco, è la sensazione di essere un po’ più liberi del solito nell’esplorazione della regione di Galar. Parlo soprattutto delle “Terre Selvagge“, la zona multi climatica e multi ambientale che pullula di pokemon da catturare, spesso (e soprattutto all’inizio) molto più forti rispetto alla media del nostro team. Le Terre Selvagge saranno esplorabili nella loro interezza fin dal principio, ma a vostro rischio e pericolo. Incontrare uno Snorlax affamato al livello 60, quando il vostro Scorbunny ha a malapena raggiunto il livello 15, è un’esperienza che vi sconsiglio caldamente.
Nelle Terre Selvagge troveremo le “tane” (foto in alto) dei pokemon in formato Dynamax (o se siamo fortunati Gigamax), sfidabili in compagnia o con dei giocatori npc di supporto. I raid, che richiamano molto quelli effettuati con Pokemon Go, saranno di vario livello e richiameranno pokemon sempre più potenti. Diverse condizioni climatiche creeranno dei piccoli micro-ecosistemi nelle varie aree, una delle quali vi servirà anche per evolvere un pokemon molto particolare.
Le Terre Selvagge sono, a mio parere, il punto forte di questi giochi: ci inviteranno a perdere lì tante delle nostre ore, senza mai (o quasi) stancarci, sempre pronti a partecipare ai Raid o a scoprire i nuovi pokemon che si alternano magicamente durante la giornata.
Volendo possiamo considerarle una granze “zona safari“, senza limiti di tempo o di pokeball, in cui catturare davvero tanti pokemon rintracciabili solamente al suo interno.
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Fare un occhiolino ai fan del passato è una mossa vincente e collaudata. Con Sole e Luna ci siamo ritrovati delle nuove varianti regionali, le forme Alola, di pokemon già conosciuti in passato. Adesso invece troviamo nuove forme Galar, alcune davvero originali sia come design che come tipologia. Troviamo addirittura delle nuove evoluzioni di pokemon che fino a poco tempo fa davamo per spacciati. Parlo di Mr Mime, Linoone e Farfetch’d, che acquisendo un nuovo tipo diventano Mr Rime, Obstagoon e Sirfetch’d.
La nota dolente: parliamo di grafica
Il salto c’è stato, nulla da dire, la “potenza” supplementare che può fornire una Switch rispetto ad un 3DS è notevole, ma in Gamefreak sono stati abbastanza bravi da sfruttare appieno questa possibilità? La risposta per me è no. I modelli dei nuovi pokemon, ben realizzati, si trovano immersi in ambientazioni poco definite ed un po’ anacronistiche.
Se ti trovi a passeggiare su di un ponte, ed improvvisamente vieni ingaggiato in una lotta, ti aspetti che lo scenario di fondo della lotta sia, appunto, quel ponte. Ed invece no, apparirà magicamente uno sfondo random e poco definito, quasi triste. Vari bug causano blocchi della scena, come quando ci si arrampica su una scala: pokemon, npc, erba..tutto si fermerà finché non scenderete da quella scala. I pokemon selvatici, spesso appariranno davanti ai vostri occhi in versione pop-up, dal nulla, e saltuariamente si bloccheranno in loop di girotondi infiniti.
Tutto questo per dire che, dopo anni di attesa, ci si aspettava un porting su main console più “attuale” e meglio realizzato e dettagliato. Ma si sa, nessuno ha mai acquistato i videogames a tema pokemon per via della grafica. La speranza è però sempre l’ultima a morire!
Le città si distinguono leggermente in positivo, rispetto al resto, per cura e scelta stilistica. E’ sempre forte il richiamo british, che si differenzia da tutto ciò che potevamo trovare nelle regioni dei giochi passati. L’aspetto british salta fuori anche nella sempre azzeccata colonna sonora, di qualità, che si rifà al brit-rock. Tra gli autori che hanno contribuito alla realizzazione, troviamo anche il famoso Toby Fox di Undertale.
Longevità ed end game
Per completare la trama principale, concedendomi brevi periodi per qualche Raid Dynamax ed esplorazioni varie, ci ho impiegato 36 ore. Non tantissime obiettivamente. L’unico modo per aumentare ulteriormente questo tempo, sarebbe stato catturare più pokemon, sfidare qualcuno in rete o partecipare ad altri Raid in cerca delle varianti Gigamax. Cosa fattibile – tra l’altro con più facilità – anche dopo aver ottenuto il titolo di campione, quando appariranno anche pokemon più rari e potenti. Dopotutto, durante il gioco, potrete catturare solo mostriciattoli con livello limitato, un limite definito dalle medaglie in vostro possesso (es. pokemon max LV 25 con la prima medaglia). Terminata la storia principale e catturato il leggendario di turno, l’unica vera novità che vi rimarrà, sarà crearvi una squadra più forte ed affrontare la “classica” Torre Lotta.
Pokemon Spada e Scudo recensione: ci ha convinti oppure no?
Il nuovo capitolo di GameFreak mi è indubbiamente piaciuto, è riuscito a coinvolgermi e a catturarmi per quasi 40 ore. Vi confesso però che questo parere è prima di tutto frutto della mia passione per la serie: da fan infatti vuoi goderti l’avventura, sorprenderti ad ogni passo e lasciarti guidare dal titolo ignorando tutto il resto.
La realtà è un po’ diversa: Pokémon Spada e Scudo sembrano, a tratti, il risultato di uno sviluppo frettoloso, che ha comportato carenze ed assenze con un certo peso. Se da parte di GameFreak c’era la volontà di coinvolgere un nuovo pubblico, più giovane, così come erano riusciti a fare con noi trentenni a fine anni ’90, il risultato non è stato quello sperato.
Pro
- Nuovi modelli 3D dei Pokemon
- Colonna Sonora
- Ambientazioni
- Più libertà d'azione
Contro
- Trama Banale
- Grafica
- Longevità
- Dynamax poco sfruttabile
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