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Proteggere i propri dati online: il buon senso non basta

Dall'autenticazione in due fattori alle assicurazioni: ecco come tenere al sicuro i propri dati senza rinunciare al web

Con il passare del tempo, Internet si è evoluto – continua a farlo – ma noi rimaniamo ancorati a convenzioni, abitudini e certezze che appartengono al passato.

Siamo ancora convinti che a nessuno interessino i nostri dati.
Siamo sicuri che nessuno voglia leggere la nostra posta elettronica perché tanto riceviamo solo email inutili.
Siamo certi che la nostra data di nascita sia una password perfetta per ogni occasione.
E invece no.
Nessuno è al sicuro. Nessun dato è trascurabile. Nessuna password dovrebbe mai essere banale, o uguale ad un’altra.

Cerchiamo quindi di capire dove sbagliamo e cosa possiamo fare per prenderci davvero cura della nostra identità, dei nostri dati e della nostra presenza online.

La ricerca di Wallife

Wallife, società insurtech nata con l’obiettivo di proporre soluzioni assicurative per proteggere le persone dai rischi derivanti dall’innovazione tecnologica e dal progresso scientifico, ha collaborato con Ipson per dare vita ad un’interessante ricerca dedicata ai rischi e ai comportamenti legati alla nostra identità digitale.
I risultati fanno indubbiamente riflettere. Ad esempio, il 28% degli intervistati italiani ha dichiarato di aver subito almeno una violazione online, violazione che va dall’accesso fraudolento ai profili social o al conto corrente online fino all’utilizzo e alla diffusione non autorizzata delle proprie fotografie sul web.

furto dati

Tutto questo però pare non averci insegnato nulla. Buona parte degli italiani si limita a fornire solo dati obbligatori e a non pubblicare foto in rete. Senza contare che siamo tutti un po’ propensi a credere che no, a noi non succederà. Insomma, sono sempre gli altri a doversi preoccupare della propria sicurezza; la maggior parte di noi pensa infatti di essere sufficientemente attento o non abbastanza interessante da diventare oggetto di attacco.
Ed è qui che sbagliamo.
Benché sia comprensibile associare i tentativi di hackeraggio a grandi aziende, manager, VIP e persone con una forte presenza pubblica, in realtà non ci sono dati a favore di questa teoria popolare. Al contrario, la diffusione dei ransomware tende a dimostrare l’opposto: gli hacker prendono di mira tutti, bloccando l’accesso ai dispositivi in cambio di un riscatto che, con molta probabilità, verrà pagato; questo perché nessuno vuole rischiare di perdere i propri dati, che siano le foto delle vacanze, le email di lavoro, il grande manoscritto con cui cambieremo la nostra vita, i file che ci ha mandato il commercialista o i nostri profili social.
Nessuno è al sicuro.
O meglio, nessuno può avere la certezza di non venir preso di mira. Quindi che fare?

Proteggere i propri dati online: non solo buon senso

Il buon senso, quello che vi dice di stare attenti, di non dare i vostri dati agli sconosciuti, di non digitare le password in presenza di altri, è solo il primo tassello. E da solo non basta.
Per proteggere i propri dati online è necessario fare qualche ulteriore step.

Il password manager

La vostra data di nascita non è una password sicura.
12345678 non è una password sicura.
Il vostro nome, quello del cane, del gatto, del figlio non sono password sicure.

Sono più facili da ricordare, questo è vero, ma non proteggono i vostri dati. Ecco perché da anni sono disponibili i password manager, ossia programmi che generano e archiviano password complesse, occupandosi anche del completamente dell’apposito campo. Tanto sul computer quanto sui dispositivi mobile.
Dashlane, 1password, LastPass, Keeper... sono tutte eccellenti alternative che servono, da un lato, a rendere più difficili e meno ovvie le vostre credenziali di accesso a qualsiasi sito web e, dall’altro, a raccoglierle tutte in un unico posto, così potete consultarle, ritrovarle e usarle in qualsiasi momento.

L’autenticazione a due fattori

Proteggere i propri dati online autenticazione a due fattori

La odiamo tutti. È scomoda, ci fa perdere del tempo e ci obbliga ad avere sempre sotto mano lo smartphone o la posta elettrica.
Stiamo parlando dell’autenticazione a due fattori, ossia quella procedura di sicurezza che, oltre a richiedere la password, vi costringe ad inserire un codice che viene inviato via email e SMS oppure generato tramite un’app di autenticazione.

Spesso ci rifiutiamo di attivare questa opzione. Perché, lo comprendiamo, la pigrizia ha sempre la meglio. Eppure questa piccola operazione può tenere al sicuro i vostri account.

Immaginate di aver messo una password troppo semplice. O, ancora, di averne scelta una difficile ma il sito web a cui siete iscritti è stato hackerato e i dati di molti utenti sono stati rubati, incluse le vostre credenziali d’accesso.
A questo punto un malintenzionato potrebbe entrare e disporre del vostro account in tutta libertà.
L’autenticazione in due fattori glielo impedisce.
Questo perché, una volta inserita la password, il sito richiede un codice che ricevete solo voi.

Capite bene che questo doppio passaggio può fare la differenza, soprattutto quando si tratta di email, conti in banca o profili a cui sono associate carte di credito.

La VPN

Negli ultimi anni è esploso il fenomeno delle VPN e la colpa (o il merito) va ai servizi di streaming.

VPN sta per Virtual Private Network, ossia rete privata virtuale.

Immaginate di essere ad una festa con un amico. Siete ai capi opposti della stanza e dovete comunicare. Se urlate vi sentono tutti. Voi però volete privacy.
La soluzione potrebbe essere un tubo flessibile in cui parlare attraverso. In questo modo gli altri non potranno sentire nulla.
Il tubo è la VPN.

Semplificando potremmo dire che questa tecnologia utilizza dei server dedicati per proteggere tutto ciò che fate in rete, assicurandovi che rimanga un segreto tra voi e il sito o servizio web di destinazione.

proteggere i propri dati online con la vpn

Ok, ma cosa c’entrano i servizi di streaming?
Beh, ogni piattaforma ha un catalogo che varia di Paese in Paese. La VPN permette di modificare la propria posizione, facendo credere al sito web che siate altrove. Questo permette, ad esempio, di scoprire cosa c’è su Netflix in Spagna o di controllare cosa offre Disney+ negli Stati Uniti. O, ancora, di guardare Il Grande Fratello mentre siete in vacanza in Grecia.

Questa caratteristica delle VPN ha contribuito in tempi recenti alla loro diffusione ma in realtà l’obiettivo finale, il loro scopo ultimo, è quello di tenere al sicuro i vostri dati, la vostra navigazione e le vostre comunicazioni. Il suggerimento quindi è quello di averne una da attivare soprattutto quando siete fuori casa, connessi a reti di cui non avete il controllo.

Il backup

Non tenete tutti i vostri file in unico posto.
Che non vuol dire spargerli a caso ma avere un backup che vi permetta di ripristinare tutto il necessario in caso di emergenza. E l’emergenza può essere un virus che cancella tutto, un ransomware che tiene il device in ostaggio o il computer che si rompe all’improvviso.

Il backup può essere fisico – su chiavetta o hard disk esterno – oppure sul cloud. Dropbox, Google Drive, Box e affini sono ottime soluzioni, soluzioni che per altro vi consentono di accedere ovunque ai vostri file.
Ricordatevi poi che molti produttori di smartphone, e la stessa Google, vi aiutano a fare il backup automatico del contenuto del vostro telefono. Foto, video, applicazioni, chat, messaggi: tutto può essere salvato e ripristinato.

L’assicurazione

Wallife biometrics id 1

C’è l’assicurazione sulla vita, quella sanitaria, quella per l’auto, quella per la vostra casa. Persino quella per gli animali domestici. Perché quindi non dovrebbe esserci un’assicurazione legata alla nostra identità digitale?

È qui che entra in gioco Wallife Biometrics ID, la prima polizza assicurativa pensata per tutelare gli individui dalle molteplici derivazioni illecite che può assumere la sottrazione impropria e il furto dei propri dati biometrici.
Come funziona? In sostanza gestite tutto tramite l’applicazione, con la polizza che vi salvaguardia in caso in caso di accesso fraudolento dallo smartphone a conti correnti, carte di credito, ecommerce e tutto ciò che ha a che fare con i pagamenti online.

La polizza prevede tre diversi piani di protezione: Wallet Smart, Wallet Classic e Wallet Premium.

Wallet SmartWallet ClassicWallet Premium
Costo4,50 €/mese
54,00 €/anno
7,50 €/mese
90,00 €/anno
10,50 €/mese
126,00 €/anno
Protezione contro:– Perdite derivanti dall’uso improprio di carte di credito o altri mezzi di pagamento (es. conti online);
– Uso illecito di elementi di identificazione o di autenticazione (abuso di identità) e di documenti di identità.
Wallet Smart
+
– Assistenza in caso di malfunzionamento della tua rete domestica o di virus o malware sui tuoi strumenti digitali personali. Wallife Insurance ti avviserà dell’eventuale presenza in internet (dark e deep web) delle tue informazioni.
Wallet Classic
+
– Rimborso delle spese legali per difesa penale, relativo a reati contro terzi, uso fraudolento di carte di credito, danni extracontrattuali a terzi e arbitro bancario finanziario.
Limiti€ 3.500 per sinistro e per anno con una franchigia di € 350 per sinistro€ 7.000 per sinistro e per anno con una franchigia di € 250 per sinistro€ 10.500 per sinistro e per anno con una franchigia di € 100 per sinistro

Con pochi euro al mese potete quindi assicurarvi un aiuto in più in caso di problemi in rete, tenendo comunque presente che la prevenzione, attraverso l’utilizzo delle soluzioni indicate poco sopra, rimane la vostra arma migliore.

Voi cosa fate per proteggervi online? Quali misure avete adottato?

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