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La recensione di ASUS ProArt Studiobook 16

Il laptop pensato per i creativi ma che piace a tutti

I portatili si differenziano molto per le specifiche. Ci sono portatili per sviluppatori con molta memoria e disco, ci sono portatili per gamer con schede grafiche all’avanguardia e buona connettività. Ma come dovrebbe essere fatto un portatile per qualcuno che fa un lavoro creativo? Non stiamo parlando di un videomaker o di una persona che usa solo photoshop. Stiamo parlando di una persona che ha bisogno di spaziare su molti strumenti per creare contenuti senza essere vincolato a una attività specifica. Purtroppo, una definizione non esiste. Però, dopo averlo provato, l’ASUS ProArt Studiobook 16 che vediamo in questa recensione, potrebbe essere esattamente quel portatile.

La recensione di ASUS ProArt Studiobook 16

Innanzitutto, vi segnaliamo che questa recensione è stata fatta usando un ASUS ProArt Studiobook 16 modello W7600H.

Se andiamo a vedere le specifiche tecniche dell’ASUS ProArt Studiobook 16 troviamo dei valori interessanti, anche se non sono esattamente il concentrato di tecnologia all’avanguardia che ci fa saltare sulla sedia. Il processore non è di ultimissima generazione e la scheda grafica, seppur avanzata non ha tempi di risposta quasi nulli come nei portatili da gaming e anche le porte disponibili sono abbastanza standard. Questo, tuttavia, si rivela non essere un problema.

La dotazione tecnica di ASUS ProArt Studiobook 16

Sistema OperativoWindows 11 Pro
ProcessoreIntel® Core™ i7-11800H Processor 2.3 GHz 8 core
Scheda videoIntel® UHD Graphics
NVIDIA® RTX™ A3000 Laptop GPU 6GB GDDR6
Display16.0 pollici, 4K OLED 16:10
HDR Certificato VESA True Black 500 con validazione Pantone
Memoria32 GB (max 64 GB)
Dischi1TB M.2 NVMe™ PCIe® 3.0
1TB M.2 NVMe™ PCIe® 4.0
Porte di I/O1x USB 3.2 Gen 2 Type-C supporta display/Power delivery/VR
2 x USB 3.2 Gen 2 Type-A
1 x Thunderbolt™ 4 supporta display/Power delivery
1 x HDMI 2.1
1 x Jack Audio da 3,5 mm combo
1 x RJ45 Gigabit Ethernet
SD Express 7.0 card reader
WebcamHD camera con funzione IR per supportare Windows Hello
ReteWi-Fi 6(802.11ax) (Dual band) 2*2 + Bluetooth 5.2
Peso2.40 kg
Dimensioni (L x P x H)36.20 x 26.40 x 1.99 cm
Fonte: sito di Asus Italia

Cosa riusciamo a leggere da queste caratteristiche? Innanzitutto, che ASUS ha capito quali sono le reali necessità dei creatori di contenuti e ha fatto una forte scommessa in quella direzione. Molta memoria, fino a 64 GB, per favorire l’elaborazione di grandi contenuti. Un sacco di storace; due dischi NVMe™ PCIe il che vuol dire, in teoria, fino a 4 TB di archiviazione. Una scheda grafica non da gaming ma ottimizzata per il trattamento di immagini e video e uno schermo a 4K.

Tutto questo, a un prezzo di mercato che orbita attorno ai 3000 euro. Lo ammettiamo, non sono pochi, ma è sicuramente una cifra interessante per quello che ci stanno offrendo. Soprattutto considerando che si sta parlando di un prodotto a uso professionale.

Un display mozzafiato

Quello che colpisce in maniera incredibile dell’ASUS ProArt Studiobook 16, e che ci ha fatto innamorare di lui in questa recensione è la qualità dello schermo. Innanzitutto, è già molto difficile trovare un portatile con una buona matrice a 4K (3840 x 2400). I laptop OLED, inoltre, non sono ancora molto comuni. Trovare un prodotto con entrambe le caratteristiche fuse così bene è quasi un unicorno.

Il risultato è uno schermo molto luminoso e con colori brillanti, come nessun altro schermo di portatile che abbiamo già provato. Purtroppo, e sappiate che ci dispiace molto, nessuna fotografia su un sito web può riuscire a rendere l’idea. Vi consigliamo pertanto, se siete interessati a questo tipo di prodotto, di andare da un rivenditore e guardarlo con i vostri occhi.

Per concludere, vi ricordiamo dalle specifiche che il monitor è HDR, certificato VESA e con validazione Pantone. Questo riveste grande importanza per un creatori di contenuti multimediali, perché garantisce che il colore visibile sullo schermo sarà molto fedele a quanto si otterrà con una stampa in quadricromia o una proiezione video professionale.

Estetica e materiale

ASUS ProArt Studiobook 16 e 16 Pro design

Al tatto si capisce subito che il portatile è di ottima fattura e costruito con materiale di qualità. Il case nero, leggermente opaco e molto elegante, si sente un po’ ruvido al tatto; quel tanto che basta per non aver paura che scivoli tra le mani. La cerniera del monitor ci sembra da subito molto solida. Aprendo il coperchio abbiamo di fronte un display lucido con bordo molto sottile. La tastiera, al tocco, ci è parsa un po’ meno solida del resto del dispositivo, ma i tasti non sembrano avere scarto laterale. Per cui, anche grazie alla corsa breve, la tastiera risulta molto piacevole da utilizzare.

Nel complesso, il portatile è veramente un oggetto di ottimo design, sottile e compatto; qualcosa che un creativo può davvero portarsi dietro con piacere.

Ergonomia

ASUS ProArt Studiobook 16 e 16 Pro anteprima

Sulla parte ergonomica siamo stati, onestamente, un po’ combattuti. Da una parte abbiamo un touchpad ampio e molto comodo da usare, dotato di tre tasti. Al touchpad si aggiunge un rotore ASUS Dial, di cui parleremo tra un attimo. Dall’altra abbiamo trovato una tastiera compatta e piacevole, ma con una disposizione un po’inusuale e spostata leggermente verso il fondo; il che ha richiesto un po’ di tempo per potercisi abituare. Questo è ovviamente dato dal fatto che va lasciato il giusto spazio per touchpad e Dial (e fin qui niente di male), però ci costringe anche ad estendere di più le mani. E questo, non sempre è comodissimo.

Quanto, purtroppo, ingegneria ed ergonomia non vanno di pari passo

La cosa della quale siamo stati più perplessi dal punto di vista ergonomico non è sopra o di fronte al portatile, ma di lato. Come abbiamo già accennato, il portatile è piuttosto sottile e compatto; e questo, ipotizziamo, ha richiesto di cambiare posizione a molti componenti interni. Cambiamo di posizione i componenti, anche i connettori subiscono la stessa fine. Ebbene, i connettori laterali a noi sono sembrati un po’ troppo vicini alla parte frontale.

Sul lato destro, la porta USB e il jack delle cuffie rischiano dare fastidio al movimento del mouse. Sul lato sinistro, come potete vedere dall’immagine che segue, la porta di alimentazione è stata collocata a metà del fianco, per cui il cavo passa davanti alle ventole, a una porta USB e al connettore Kensington. In più, il cavo HDMI (di solito un po’ rigido) è costretto a fare una curva piuttosto stretta per andare al video (di fronte a noi) e rischia di intrecciarsi con il cavo di alimentazione. Insomma, riconosciamo un vincolo di natura tecnica, ma la disposizione dei connettori potrebbe non andare bene a tutti.

ASUS ProArt Studiobook 16 e 16 Pro ingressi

Ci sentiamo quindi di consigliare cuffie e mouse wireless (anche se con un touchpad così non si dovrebbe sentire il bisogno di un mouse) e un HUB USB-C facendo uso di un cavo con il connettore a gomito.

Asus Dial

ASUS Dial 1

ASUS Dial ci permette di gestire velocemente e con precisione tutte quelle situazioni in cui dobbiamo scorrere su una scala lineare. Questo include le correzioni di croma piuttosto che la selezione di un istante in un video oppure il livello di zoom di un’immagine. Questo rotore, che ci è piaciuto tantissimo per la sua praticità, merita un discussione tutta sua.

ASUS dial on screen

Dal punto di vista tecnico, ASUS Dial è l’invenzione dell’acqua calda: una rotella che gira e ci permette di cambiare un valore tra un minimo e un massimo. Però, è una rotella piazzata nel punto migliore possibile: sempre a portata del nostro indice sinistro. Fornisce anche un feedback aptico, per cui abbiamo anche la sensazione fisica di cosa stiamo facendo.

L’ASUS Dial è anche molto semplice da configurare. Tenendolo premuto per un paio di secondi apparirà il pannello di configurazione di ProArt Creator Hub. Da li, è possibile configurare il rotore per ogni singola applicazione. In ogni applicazione, infatti, possono apparire elementi controllabili diversi in base alle nostre necessità. In più, ASUS Dial arriva già preconfigurato per la Adobe Creative Suite.

recensione asus proart studiobook hub

Alimentazione e batteria

Nella tradizione per cui “non c’è rosa senza spine”, una piccola spina per il ProArt Studiobook 16 che abbiamo trovato in questa recensione è rappresentata dall’alimentatore. Un alimentatore esterno da 240 Watt. I 240 Watt sono necessari per sostenere un hardware così potente, ma hanno la spiacevole conseguenza di richiedere un alimentatore piuttosto ingombrante (e pesante) e un connettore a jack anziché USB-C. Purtroppo, tutto questo riduce la portabilità del laptop.

La buona notizia, invece, è che siamo stati sorpresi dalla durata della batteria. Purtroppo non ci si è neppure avvicinati alle 12 o 14 ore di un prodotto pensato espressamente per la mobilità. Tuttavia, se non vengono usate funzionalità grafiche e ci si limita all’office automation e usare il browser, possiamo contare su quasi 6 ore di autonomia. E, a nostro parere, su questa tipologia di sistemi è veramente un ottimo risultato. Ovviamente, iniziando a usare la GPU e con le ventole attive, le aspettative si riducono drasticamente e il risultato finale dipende da cosa stiamo facendo.

La recensione di ProArt Studiobook 16 in sintesi

Il ProArt Studiobook 16 è un ottimo laptop da usare. Ottimo perché trova un compromesso fantastico tra prestazioni e usabilità. E questo è un compromesso che molti altri prodotti non riescono a ottenere perché progettati con l’ossessione per la pura potenza di calcolo. ASUS, in questo caso, ci propone un portatile perfettamente in grado di sostenere il carico di lavoro di un creatore di contenuti puntando agli elementi veramente importanti per lui: schermo, elaborazione multimediale e facilità di lavoro tramite un ottimo touchpad e ASUS Dial.

A quanto appena detto va aggiunto anche che il portatile è strutturalmente molto facile da estendere con nuovi dischi o più RAM. Il retro si toglie con un comune cacciavite e gli alloggiamenti in questione sono esposti e ben visibili.

Ci sentiamo di definire questo portatile un ottimo acquisto per un creatore di contenuti attento alla spese ma che non vuole sacrificare la qualità del video e la qualità della sua esperienza lavorativa.

Gli unici difetti visibili sono un alimentatore un po’ ingombrante e una disposizione dei connettori non ottimale, ma nulla con cui non si riesca a convivere dopo averci fatto l’abitudine.

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Dario Maggiorini

Un boomer con la passione dei videogiochi fin dai tempi di rogue e nethack. Alla fine sono riuscito a farne un lavoro sospeso tra Techprincess e l'accademia. Ho speso gran parte della mia vita a giocare, il resto l'ho sprecato.

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