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Gli Editoriali di Tech PrincessRubriche

Il punto sulle sanzioni dell’Unione europea a Big Tech

L’Ue è sempre più attenta a tutelare i diritti dei suoi consumatori

L’ultima multa, di poche ore fa, è stata comminata dall’Authority for Consumers and Markets ad Apple. L’accusa è quella di ostacolare la possibilità degli sviluppatori di utilizzare sistemi di pagamento alternativi all’app.

La più eclatante è forse quella dell’authority irlandese. In realtà è solo un ordine preliminare, con cui l’organo intende impedire a Meta di trasferire i dati degli utenti europei negli Stati Uniti. E che ha avuto come reazione la minaccia (poi rientrata) da parte dell’azienda di ritirare Facebook e Instagram dal nostro continente.

Insomma: negli ultimi tempi, con una serie di (spesso salatissime) sanzioni, l’Unione europea sembra concretamente intenzionata a difendere i diritti dei propri consumatori contro lo strapotere di Big Tech.

Ripercorriamo alcune delle multe più clamorose ai danni di Apple, Facebook, Amazon e degli altri giganti tech. E poi cerchiamo di capire il senso complessivo di un atteggiamento frontale dell’Ue, che oltre a difendere meritoriamente i propri cittadini, non mostra nessuna soggezione verso i colossi del settore tecnologico.

La sanzione dell’Olanda ad Apple

Le sanzioni dell’Unione europea verso Big Tech possono provenire direttamente dalla stessa Ue o essere decise dagli organi di controllo degli Stati membri.

A questa seconda tipologia appartiene l’ultima multa in ordine di tempo, comminata – come dicevamo – dall’Authority for Consumers and Markets olandese ad Apple.

Ultima per ora, perché è praticamente impossibile tenere il filo delle sanzioni che, con cadenza pressoché quotidiana, colpiscono le grazie aziende del comparto tech.

Questo specifico caso è tuttavia emblematico, perché mostra l’arroganza (stavolta di Apple) nei confronti dei regolamenti. Qui torna in ballo l’annosa questione della possibilità da parte degli sviluppatori di potersi appoggiare, per vendere i propri prodotti, a sistemi di pagamento alternativi all’App Store. È il motivo che ha scatenato la causa-tormentone tra la stessa Apple ed Epic Games.

Apple non avrebbe fatto abbastanza per dare questa possibilità agli sviluppatori. E così l’Olanda ha comminato una sanzione di 5 milioni di euro. Si tratta della quarta multa dall’ottobre dello scorso anno, mese in cui è iniziata questa battaglia legale. A oggi il totale della somma da versare da parte di Apple ammonta a 20 milioni di euro.

unione europea

La condanna dell’Austria

È partita dall’autorità di controllo austriaca con una causa a Google la querelle sul trasferimento dei dati dagli Usa all’Europa, che poi ha modificato i propri attori, coinvolgendo l’Irlanda e Meta. Il motivo è sempre il medesimo: l’esportazione di dati negli Stati Uniti in aperta violazione del GDPR (il regolamento generale sulla protezione dei dati). Ed ecco entrare qui in gioco un altro tema caldo: la protezione dei dati personali.

Le sanzioni dirette dell’Unione europea

Numerose sono poi state le sanzioni dirette dell’Unione europea ai danni di Big Tech. Citiamone una a titolo di esempio.

Nel novembre del 2021, Google ha dovuto pagare la cospicua multa di 2,42 miliardi di euro. Somma decisa dall’Ue, perché l’azienda di Mountain View avrebbe abusato della propria posizione sul mercato, specie per quanto riguarda Google Shopping.

L’Antitrust italiano

Particolarmente solerte, in questi ultimi mesi, si è mostrato l’AGCM, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. In pratica, l’Antitrust del nostro Paese.

L’AGCM ha comminato una maximulta ad Apple e Amazon. Subito (lo scorso novembre) fissata rispettivamente a 34 e 68 milioni di euro, è poi stata ridotta, a gennaio del 2022, a 114 e 58 milioni. Il motivo? Su Amazon solo pochi venditori autorizzati da Apple avevano la libertà di vendere i prodotti della Mela e quelli di Beats.

Risale sempre a novembre una multa di 20 milioni di euro decisa dall’AGCM. E stavolta inflitta a Google e Apple, per l’utilizzo aggressivo e non sempre trasparente dei dati a fini commerciali.

Non solo sanzioni

L’elenco delle sanzioni dell’Unione europea (o dei singoli stati membri) a Big Tech potrebbe continuare.

Ci preme invece segnalarvi altre due recenti notizie, che mostrano come l’interesse dell’Ue nei confronti della tutela di lavoratori e consumatori vada oltre il mero addebito di multe.

Nel dicembre dello scorso anno, l’Unione europea si è messa al lavoro per approntare nuove regole a favore del personale impiegato nelle piattaforme digitali.

Ed è freschissima la dichiarazione di Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione europea. Vestager ha detto che l’Europa è intenzionata a studiare il metaverso con l’obiettivo di normarne l’utilizzo.

Il Digital Services Act e lo strapotere di Big Tech

Questo tangibile giro di vita dell’Europa arriva sulla scia dell’ok del Parlamento europeo al Digital Services Act. Lo scoro 20 gennaio è stata approvata la proposta di regolamento europeo che limita proprio il predominio su Big Tech, imponendo maggiore trasparenza.

Se per ora la sensazione è che i colossi del tech paghino le multe ma modifichino di poco i propri atteggiamenti, quando la proposta diventerà esecutiva c’è da credere (e sperare) che le cose cambino.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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