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L’Ue tiene d’occhio il metaverso: regole in arrivo

La Commissione europea vuole disciplinarne l’utilizzo

Metaverso, sempre metaverso, fortissimamente metaverso.

Da quando il gruppo Facebook ha cambiato nome, e Mark Zuckerberg ha ufficializzato il fatto che il nuovo universo virtuale concentrerà il grosso delle attenzioni e delle spese dell’azienda, è esploso l’interesse. Da parte delle aziende concorrenti e da parte della stampa.

In un recente articolo abbiano notato come, in questo nuovo sistema-mondo non ancora normato e ancora (quasi) completamente da esplorare, stia succedendo un po’ di tutto. Possibilità di guadagni e di perdite, ma anche possibilità di azioni meritorie e riprovevoli, molestie sessuali comprese.

È proprio in simili confini ancora molli che vuole insinuarsi la Commissione europea, in questi ultimi tempi particolarmente attenta alla tutela degli utenti dei social. E altrettanto attenta, aggiungiamo, a limitare lo strapotere di Big Tech. Al punto che è recentissima, in risposta alla severità delle norme europee sull’utilizzo dei dati personali e sulla privacy, la minaccia (poi rientrata) di Meta di chiudere Facebook e Instagram nel nostro continente.

Ma in che senso l’Ue vuole regolamentare il metaverso?

L’Ue e il metaverso: l’attenzione ai dati

L’idea della Commissione europea di regolamentare il mondo nascente del metaverso si colloca in un più ampio quadro di massima tutela dei dati degli utenti europei delle piattaforme social.

Soprattutto dopo che le principali aziende americane del settore hanno più volte dato dimostrazione di un utilizzo piuttosto… disinvolto degli stessi dati. Atteggiamento che ha portato i garanti Ue, e di diversi stati membri, a infliggere cospicue sanzioni a Big Tech.

In che modo, dunque, l’Ue normerà il metaverso? A quali regole sta pensando la Commissione europea?

Vestager

L’Ue e il metaverso: regole in arrivo?

Che il metaverso sia sotto la lente dell’Antitrust europeo lo ha detto Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione europea.

Vestager, intervistata dalla testata online Politico Europe, ha fatto il punto sul metaverso. Spiegando che, con l’apertura di “nuovi mercati e una gamma di attività diverse, qualcuno potrebbe avere una posizione dominante”.

La vicepresidente ha poi sottolineato la rapidità con cui sta evolvendo il metaverso,  che l’Ue deve “essere in grado di seguire”.

Il metaverso e gli Nft

In un universo dalle enormi potenzialità commerciali come il metaverso, per l’Ue c’è il forte rischio che vengano a crearsi abusi di potere. In questo senso Margrethe Vestager indica gli Nft come un settore particolarmente sensibile, e quindi da seguire da vicino.

Ricordiamo che, nelle scorse settimane, nel metaverso è stato acquistato uno yacht in non fungible token per la folle somma di 650mila dollari.

Il metaverso e il gaming

Un altro aspetto del metaverso che l’Ue intende sottoporre a controlli è quello dei videogiochi.

Dice la vicepresidente della Commissione europea: “Nel mondo dei videogiochi, ci sono già persone che pagano centinaia di migliaia di dollari per skin e alcuni oggetti che possono essere scambiati. Inoltre ci sono commercianti umani che si frappongono tra il venditore e l’acquirente”.

Ed è evidentemente un commercio che l’Europa intende normare.

La difficoltà, aggiunge Vestager, è che “succede tutto online, ma stanno emergendo nuovi mercati che non sono solo nel campo dei videogame”. Dunque, la prima mossa dell’Ue nei confronti del metaverso sarà quella di “capire come porre le domande giuste”, per poter poi effettuare indagini e istituire norme.

“Il metaverso è già qui. Quindi, ovviamente, inizieremo ad analizzare quale sarà il ruolo di un’autorità di controllo, quale il ruolo per la nostra legislatura. Tutto quello che facciamo dovrebbe essere basato sui fatti e sulle informazioni che possiamo ottenere. Dobbiamo capire prima ancora di decidere quali azioni saranno appropriate.”

Oltre il GDPR

A oggi manca una legislazione europea ad hoc per il metaverso, proprio per l’estrema novità di questo mondo virtuale.

Per ora è dunque applicabile unicamente la normativa del GDPR, ma è evidente – vista la rapidità con cui il metaverso sta evolvendo – che occorreranno regole su misura, linee guida a uso delle aziende e a tutela dei fruitori.

Il caso di Oculus

Le dichiarazioni della commissaria Vestager non sono una presa di posizione europea contro un colosso Usa. Anzi, sono in linea con quanto sta accadendo negli Stati Uniti sul fronte antitrust.

Infatti la Federal Trade Commission (Ftc) sta indagando su possibili pratiche anticoncorrenziali di Meta per quanto riguarda i visori Oculus.

L’ipotesi è che l’app store di Oculus discrimini le terze parti in competizione con Meta. Non solo: l’antitrust sta investigando anche sulla strategia di vendita del visore Oculus VR, il cui prezzo è inferiore a quello di prodotti analoghi messi sul mercato dalla concorrenza.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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