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Signal App: boom di download negli Stati Uniti

L'app di messaggistica criptata sembra l'unico modo per proteggersi durante le proteste

Signal è un’app di messaggistica simile a Whatsapp e Telegram. In questi giorni ha ricevuto un numero incredibile di download, soprattutto da parte dei manifestanti in rivolta negli Stati Uniti. Il motivo? L’alto livello di privacy che offre, rendendo i dati scambiati quasi intracciabili.

Signal App

L’app Signal è gratuita, open source e gestita da un’organizzazione no profit. Apptopia, un servizio di monitoraggio dei download delle app, ha comunicato lunedì scorso a Mashable che Signal è stata scaricata 37.000 volte soltanto nello scorso fine settimana – un record. Inoltre, i dati di Apptopia mostrano che il picco dei download non accenna a diminuire. Signal sarebbe stata scaricata 121.000 volte solo negli Stati Uniti a partire dallo scorso 25 maggio.

Perché Signal, un’app lanciata nel 2014, sta vivendo adesso un momento d’oro? La risposta è da ricercare nell’alto livello di privacy e crittografia che l’app offre. Signal si basa su crittografia end-to-end. Ciò significa che nessuno, oltre al mittente ed al destinatario previsto, può leggere i messaggi inviati tramite la piattaforma. Poiché gli scandali sulla privacy sono ormai all’ordine del giorno, tra Facebook e Google, la ricerca di piattaforme più “sicure” e di cui fidarsi è diventata una priorità per gli utenti di tutto il mondo.

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Ma la preoccupazione, in questo caso, non riguarda tematiche commerciali o pubblicitarie. Chi sta protestando negli Stati Uniti ha paura che le forze dell’ordine possano accedere ai loro dati personali e rintracciarli chissà con quali conseguenze.

Nel 2016, Signal è stata citata in giudizio dal distretto orientale della Virginia che ha richiesto la consegna dei dati su due utenti dell’applicazione. L’unica informazione che Signal è stata in grado di produrre, in risposta alla richiesta, è la data e l’ora in cui un utente si è registrato su Signal e l’orario dell’ultima connessione all’app.

In altre parole, Signal non conserva i dati sui propri utenti, quindi non aveva alcun dato da comunicare.

In un Tweet, il team di Signal afferma che non ci sono più “giurisdizioni sicure” in cui poter comunicare, ma soltanto “servizi sicuri”, mostrando poi il file consegnato alla commissione della Virginia.

Tra le altre cose, Signal offre la possibilità di inviare messaggi con autodistruzione. In caso di sequestro dello smartphone dunque, le autorità potranno accedere soltanto ai messaggi più recenti o innocui, quelli di cui il proprietario non sentiva il bisogno di disfarsi.

Che Signal sia il futuro delle app di messaggistica e l’ultimo baluardo della nostra privacy?

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Livio Marino

Sangue siciliano, milanese d'adozione, mi piace essere immerso in tutto ciò che è tech. Passo le giornate dando ordini ad Alexa, Google ed al mio cane, Maverick.

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