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L’aumento delle vendite degli smart speaker non fa bene all’ambiente

L'aumento delle vendite di smart speaker potrebbe rivelarsi dannoso per l'ambiente

Non possiamo affatto negare che gli smart speaker siano oramai diventati gadget a cui è impossibile rinunciare nella nostra vita domestica. Qualcuno di noi, addirittura, ne vanta più di uno in casa. Ma mai nessuno ha pensato a quale potesse essere l’impatto di questi dispositivi sull’ambiente. E questo riguarda non tanto i materiali con cui vengono prodotti, che in molti casi sono riciclati, ma piuttosto le loro confezioni vendita, che faticano ad essere smaltite.

In fondo, nessuno mai pensa al packaging, perchè l’attenzione viene subito attirata dall’altoparlante intelligente e dalle sue funzionalità. Anzi, considerando il basso prezzo di acquisto di alcuni dispositivi come Google Nest Mini o Amazon Echo Dot, è chiaro che le confezioni da smaltire diventino sempre di più. E sempre più pericolose per l’ambiente. Ma mai nessuno ha riflettuto su questo, perchè la nostra comodità finisce con l’essere sempre una priorità rispetto al mondo in cui viviamo.

Smart speaker: quanto fanno male all’ambiente?

Nel corso del 2020 le vendite di smart speaker sono cresciute vertiginosamente in tutto il mondo. Complice l’emergenza Covid-19, che ha costretto sempre più persone a cercare strumenti utili per l’organizzazione del lavoro da casa. Secondo un report condiviso da Strategy Analytics, la pandemia avrebbe aiutato le vendite di altoparlanti intelligenti a superare i 150 milioni di unità nel solo 2020. Apple, Amazon, Google, Baidu e Alibaba si sono spartite il successo di questo mercato, mettendo in circolazione milioni di confezioni vendita dannose per l’ambiente.

Ma perchè gli imballaggi sono così poco ecosostenibili? Prendiamo ad esempio il nuovo Amazon Echo Dot di 4a generazione, che ha un peso complessivo di 1343 grammi. 960 grammi sono riferibili all’altoparlante vero e proprio, a cui il cavo di alimentazione aggiunge atri 138 grammi. Nel complesso, si tratta dell’82% del peso totale della confezione, il che significa che il restante 12% si compone di imballaggio. Si tratta di appena 237 grammi: una cifra irrisoria, se non dovesse essere moltiplicata per gli oltre 150 milioni di pezzi venduti.

smart speaker Amazon

Ipotizziamo ora che Amazon vendesse 50000 unità del suo Echo Dot di 4a generazione in un anno – anche se Strategic Analytics ha riferito che sono stati venduti 16.5 milioni di smart speaker e smart display nel quarto trimestre del 2020 -. Questo significherebbe produrre 11340 kg di imballaggi in soli 12 mesi. E considerando che i pezzi venduti sono notevolmente di più, è chiaro che l’impatto sull’ambiente è davvero devastante. Anche se c’è da ammettere che, consapevoli di questo, moltissime aziende si stanno muovendo per rendere il packaging più ecosostenibile.

Quello che sappiamo sullo smaltimento degli imballaggi degli smart speaker

La stessa Amazon, a proposito dell’Echo Dot, precisa che il “il 99% dell’imballaggio di questo dispositivo è costituito da materiali a base di fibra di legno provenienti da foreste gestite in modo responsabile o da fonti riciclate“. Ed effettivamente la confezione di cartone è facilmente riciclabile in qualunque città vi troviate. E lo stesso vale per la guida utente e gli opuscoli informativi, che possono comodamente essere riciclati quando preferite. Ma questo non vale per tutto. L’involucro di plastica, ad esempio, è realizzato in polietilene a bassa densità, che non risulta così semplice da smaltire e riciclare.

L’elastico attorno al cavo di alimentazione e il nastro che sigilla la confezione possono essere invece smaltiti direttamente nell’indifferenziata. Nel complesso, quindi, le confezioni degli smart speaker sono pensate per essere sostenibili e non causare danni all’ambiente. A preoccupare non è il packaging allora, quanto le abitudini delle persone che acquistano gli altoparlanti intelligenti. Considerando che in un anno sono stati acquistati oltre 150 milioni di pezzi, e che siamo abbastanza certi che non tutti abbiano correttamente smaltito le confezioni, è chiaro che l’impatto sull’ambiente non è stato dei migliori. Nonostante questo, le aziende si stanno muovendo per essere quanto più possibile ecosostenibili. Ma lo saranno anche i consumatori?

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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