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Oggi è il Social media day

La ricorrenza è stata istituita nel 2010

È una ricorrenza celebrata ogni giorno da milioni, anzi miliardi, di persone. Ma oggi ci sono proprio i crismi dell’ufficialità. Infatti, come accade dal 2010, il 30 giugno è il Social media day.

È stato Mashable, popolarissimo blog di attualità statunitense, a lanciare la ricorrenza dodici anni fa. Quando c’erano i primi sentori che le piattaforme social avrebbero avuto un enorme impatto nella vita delle persone.

Il Social media day è un’occasione non tanto per celebrare strumenti che… non hanno certo bisogno di alcuna spinta promozionale. Ma per fare il punto sulla situazione dei social, dal punto di vista numerico e non solo.

Scopriamo, per iniziare, qualche dato sugli utenti dei social media nel mondo.

Social media day: gli utenti globali delle piattaforme

Si sprecano i report e le analisi sull’utilizzo dei social da parte degli utenti di tutto il mondo.

Tra queste ricerche, ce n’è una recente di SmartinsIghts. Secondo la quale più della metà della popolazione globale usa i social media. Per la precisione, usa Facebook, WhatsApp e affini il 58,4% degli abitanti della Terra, ovvero 4.62 miliardi di persone. L’utilizzo medio giornaliero delle piattaforme social è di 2 ore e 27 minuti.

Gen Z social media

La sicurezza

Molti dei report che portano alla luce dati così impressionanti, sottolineano poi come i social siano diventati sempre più delle praterie su cui scorrazzano i criminali informatici, desiderosi di sottrarre i dati degli utenti disinformati o distratti.

Da lì derivano alcune regole, che sembrano ovvie ma che continuano a essere in larga parte ignorate. Ad alcune di esse, anzi, sono state dedicate specifiche giornate, allo scopo di sensibilizzare gli utenti sull’argomento. Pensiamo ad esempio al World Password Day, che si celebra ogni 5 di maggio, o al World Backup Day, che cade il 31 marzo.

Ribadire qualche consiglio non guasta mai. Anzi, ecco in un rapido elenco i sette forniti da Bitdefender:

  1. gestire la privacy;
  2. prestare attenzione alla propria reputazione online;
  3. tutelare le proprie informazioni personali;
  4. impostare password forti e usare l’autenticazione a due fattori;
  5. adottare soluzioni di sicurezza per i propri dispositivi;
  6. segnalare eventuali utenti e comportamenti sospetti;
  7. diffidare dei messaggi non richiesti e degli annunci… troppo promettenti per essere veri.

I social oggi

Social media day significa anche ripercorrere la storia delle piattaforme social, e domandarsi cosa stia succedendo oggi (e cosa potrebbe succedere domani).

Tutto è iniziato nel 2002 con Friendster, la primissima piattaforma, seguita nel 2003 da LinkedIn e nel 2004 da Facebook. Che è stata per lunghi anni la protagonista indiscussa della Rete. Oggi, un po’ per l’incapacità di rinnovarsi e un po’ per l’enorme scandalo dei Facebook Papers, Facebook ha perso la centralità.

Anche perché nuovi e sempre più agguerriti social stanno venendo alla ribalta. Pensiamo alla straordinaria ascesa di TikTok, lanciato nel 2016 e proclamato social nell’anno nel 2021. Alcuni analisti hanno pronosticato che entro la fine del 2022 TikTok avrà più utenti di Facebook.

Ma una presenza sempre più massiccia (e profonda) nella quotidianità significa prendersi dei rischi.

I social media tra verità e bugie

È stato proprio lo scandalo dei Facebook Papers ad averci messo di fronte a una clamorosa rete di negligenze e comportamenti fortemente scorretti nei confronti degli utenti. Contenuti poco o nulla moderati e diffusione di fake news, allo scopo di aumentare i clic e le condivisioni, appaiono come i peccati più veniali. Se si pensa che in alcuni casi pare che l’azienda di Mark Zuckerberg abbia addirittura aiutato alcuni regimi autoritari a soffocare il dissenso.

Ma pensiamo anche a TikTok, che all’inizio del conflitto russo-ucraino era stato celebrato come il social capace di raccontare in modo nuovo e più democratico la guerra. Salvo poi rivelarsi quanto meno ambiguo in questo senso.

I social sono buoni o cattivi?

Quindi, che fare? Allontanarsi dai social, portatori di notizie false, o buttarcisi a capofitto, consci che ormai – piaccia o no – è questo il futuro della comunicazione e dell’informazione?

Beh, come sempre accade, la verità sta nel mezzo, in un ragionevole equilibrio. Riassumibile con una sola parola: consapevolezza.

È la consapevolezza che ci permette di stare, ogni giorno, un numero di ore ragionevole sui social. Ed è sempre la consapevolezza che ci rende capaci di distinguere la veridicità di una fonte, e dunque una notizia vera da una infondata.

I social, oltre che strumento di svago, possono essere ottimi mezzi per entrare in relazioni di diverso grado di formalità, trovare od offrire lavoro, reperire notizie e curiosità, diffondere idee e iniziative, eccetera. L’importante è saperlo fare.

Navigare, insomma, non significa naufragare.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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