Le Sony LinkBuds sono diverse da tutto ciò che abbiamo visto fino ad ora.
Il mercato delle cuffie true wireless ci ha infatti abituati a prodotti principalmente in-ear, compatti, con aletta o con una piccola asta. Le LinkBuds hanno un forellino in mezzo. Sì, avete capito bene e no, non è un errore di progettazione. Semplicemente l’azienda ha fatto una scelta diversa, quella di dare vita ad un prodotto che punta a tenervi sempre in contatto con l’ambiente circostante.
La recensione delle Sony LinkBuds
Sarà capitato anche a voi di uscire con le cuffie nelle orecchie, magari proprio quelle in-ear.
Vi possono offrire un’ottima esperienza d’ascolto ma possono anche isolarvi parecchio. E non è sempre male. A volte isolarvi è quello di cui avete bisogno però mantenere il contatto con l’ambiente può salvarvi la vita. O quantomeno fornirvi informazioni importanti su ciò che accade intorno a voi.
Pensate a quando dovete attraversare la strada, agli annunci mentre aspettate il treno, al controllore che cerca di attirare la vostra attenzione per controllare il biglietto.
In tutti questi casi intercettare i rumori esterni è vitale.
Sony ha progettato le LinkBuds proprio con questo obiettivo in mente: tenervi collegati al resto del mondo.
Design e comfort
Queste cuffie propongono un design insolito, quasi a otto, con un cerchio pieno e uno che invece ha un foro al centro. Non è una scelta puramente estetica, c’è una logica in termini di funzionalità. La parte piena ospita la batteria, il chip e tutti gli altri sensori, quella “bucata” invece integra il primo driver ad anello.
Quali sono i vantaggi? Prima di tutto a far passare i suoni esterni.
La prima volta che siamo usciti con queste cuffie non potevamo quasi credere alle nostre orecchie: potevamo sentire il traffico, udire le persone parlare, percepire tutti i rumori circostanti e nel frattempo ascoltare la nostra solita playlist come se niente fosse.
Il secondo vantaggio è il comfort. Questo perché esercitano meno pressione sul canale uditivo quindi riuscite a portarle per più tempo, senza provare fastidio.
All’inizio però ci vuole qualche minuto per comprendere come indossarle. In sostanza è un gioco di incastri dove l’alettina svolge un ruolo fondamentale. Sappiate che all’interno della confezione ne avete 5 paia diverse e dovrete trovare la combinazione giusta. E, ve lo diciamo per esperienza, non date per scontato che le due orecchie siano uguali.
Quando avrete individuato le alette adatte potrete usare le cuffie senza problemi, anche per un po’ di esercizio fisico. Tra l’altro sono IPX4 quindi resistono a schizzi e sudore.
L’altro evidente vantaggio è che, quando non le usate, non dovrete toglierle per sentire perfettamente ciò che succede.
Qualche giorno fa siamo capitati nel bel mezzo di una festa di paese. La musica era altissima e per goderci a pieno l’esperienza non habbiamo dovuto mettere via le LinkBuds. Le abbiamo tenute e quando la festa è finita abbiamo ripreso ad usarle.
Sony LinkBuds recensione: l’uso quotidiano
A questo punto però vorrete sapere come si comportano. Insomma, la qualità del suono è all’altezza del brand giapponese? A nostro avviso sì. Il suono è pulito e pieno. Gli alti e i medi rendono sicuramente di più ma i bassi non ci sembrano eccessivamente sacrificati. Non sono per audiofili ma, nel complesso, l’esperienza acustica è molto buona.
Sony ha migliorato anche i microfoni quindi, rispetto ad altri modelli che ho avuto modo di provare, queste LinkBuds si sono comportate bene anche in chiamata.
Sony ha pensato di rivoluzionare anche i controlli. Invece di basarsi sul touch queste cuffie si basano sulle vibrazioni. Questo significa che non avete necessariamente bisogno di toccare le cuffie. Potete picchiettare la vostra guancia, l’orecchio, la testa… Non indiscriminatamente, sia chiaro. Dovete rimanere nei paraggi ma è un metodo molto intelligenti e molto comodo. Decisamente più intuitivo dei tocchi sul singolo auricolare.
L’unico problema è che per abbracciare questo sistema Sony ha sacrificato un po’ il numero di tocchi e di personalizzazioni. Avete solo doppio e triplo tap. A destra o a sinistra. Quindi potete, ad esempio, decidere che due tocchi a destra mettono in pausa e tre invece cambiano brano mentre a sinistra questo permette di alzare e abbassare il volume. Praticamente li cambiate due a due poiché sono appaiati per lato.
L’app Sony Headphones ci regala, come sempre, una marea di funzioni. Abbiamo, ad esempio, il controllo adattivo del volume, che regola automaticamente il volume in base al rumore circostante. Quindi quando aumenta il rumore aumenta il volume. Troviamo poi l’equalizzatore Sony, che funziona perfettamente, il 360 Reality Audio e la tecnologia DSEE, per decidere se preferite dare priorità alla qualità del suono o alla stabilità della connessione.
C’è anche lo Speak to Chat, che continua ad essere tradotto inspiegabilmente con Dettatura Vocale Testo.
A cosa serve? In sostanza mette in pausa quando parlate e funziona perfettamente.
Insomma, c’è di tutto e tutto funziona perfettamente.
Autonomia
Concludiamo con l’autonomia. Abbiamo circa 5-6 ore di utilizzo continuativo e un totale di 17 ore usando il case. Siamo quindi nella media, senza grosse sorprese.
Ne approfittiamo però per parlare del case che è l’elemento che ci ha convinti meno. E’ molto compatto e riprende il pattern leggermente puntinato degli auricolari però non c’è la chiusura magnetica, solo un tasto fisico per aprirle. In più manca la ricarica wireless, che ci saremmo aspettati vista la fascia di prezzo.
La recensione delle Sony LinkBuds: conclusioni
A questo punto dovremmo rispondere alla madre di tutte le domande: vale la pena comprarle? Le Sony LinkBuds non sono per tutti. Costano 180 euro e sono pensate specificatamente per coloro che vogliono rimanere in contatto con l’esterno senza rinunciare ad una buona qualità audio, ad una buona resa dei microfoni e ad un’autonomia che consente di coprire due giornate d’uso senza grandi difficoltà.
Detto questo, dobbiamo complimentarci con Sony perché ci vuole coraggio ad innovare un settore come quello delle cuffie true wireless che ci ha abituati ad una certa ripetitività in termini di design e hardware. Siamo sicuri che, con il tempo, il driver aurale dell’azienda giapponese ci regalerà altre soddisfazioni.
PRO
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CONTRO
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