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Oggi, 30 settembre, si celebra la Giornata mondiale della traduzione

Tradurre a tempi dei chatbot

Ve lo diciamo in una sola lingua per motivi di spazio e praticità, ma più che mai il concetto è universale: oggi, 30 settembre, si celebra la Giornata mondiale della traduzione.

Superfluo ricordare l’importanza dell’atto del tradurre. Senza le figure professionali in grado di trasferire il sapere da una cultura all’altra, saremmo ancora fermi all’episodio della Genesi, quando il Signore confuse le lingue per punire l’umana tracotanza.

Il lavoro del traduttore è spesso bistrattato e sottopagato. E come se non bastasse, dallo scorso novembre uno spauracchio si aggira per le redazioni e per le case di chiunque traduca: ChatGPT.

Per questo, l’edizione 2023 della Giornata mondiale della traduzione impone qualche riflessione in più.

Prima scopriamo cos’è, e perché si celebra proprio il 30 settembre, la Giornata mondiale della traduzione.

traduzione

La Giornata mondiale della traduzione

La Giornata mondiale della traduzione è stata istituita nel 1953 dalla FIT (Fédération Internationale des Traducteurs), e dal 1991 è ufficialmente riconosciuta a livello internazionale.

La si celebra il 30 settembre perché giorno della festa di san Gerolamo, considerato il patrono dei traduttori. Gerolamo infatti, nel quarto secolo, ha impiegato ben ventitré anni per tradure integralmente in latino la Bibbia. La sua versione, la Vulgata, è stata adottata sino al 1979.

L’edizione 2023

Il tema di quest’anno della Giornata mondiale della traduzione è “La traduzione, rivelatrice dei mille volti dell’umanità”.

Leggiamo sul sito della FIT: “Quest’anno, in onore della Giornata mondiale della traduzione, vogliamo rendere omaggio alla traduzione, così cruciale nelle nostre vite, e celebrare la nostra comune umanità. La traduzione rivela un intero mondo di esperienze umane e apre una finestra su altre culture.

Mentre gli sconvolgimenti climatici e geopolitici risuonano in tutto il pianeta, la traduzione aiuta a disinnescare le minacce alla pace e alla sicurezza, svolgendo un ruolo di primo piano nella diplomazia e nel multilateralismo, nello sviluppo sostenibile, negli aiuti umanitari e nell’azione a favore dei diritti umani e della dignità delle persone.”

La traduzione, invisibile ma fondamentale

La Giornata mondiale della traduzione è un momento di riflessione sull’importanza dell’atto di tradurre.

Pensiamo alle opere letterarie: il traduttore è una sorta di secondo autore silenzioso, il cui nome è scritto in piccolo all’inizio di un’opera, e di cui si perde facilmente memoria.

Eppure, il suo lavoro è fondamentale: è capace di rendere ogni sfumatura linguistica in un altro idioma, in un lavoro da equilibrista. Occorre allo stesso tempo una massima fedeltà al testo originario, e una grande capacità di modificare determinati passaggi (ad esempio i modi di dire) perché nella lingua di approdo rimangano ugualmente efficaci.

Non a caso, una serie di interventi sulla traduzione a opera di Umberto Eco, ora raccolti in volume, si intitolano “Dire quasi la stessa cosa”.

Problemi vecchi, problemi nuovi

Per questa loro invisibilità, i traduttori – a parte pochi e celebrati nomi – hanno sempre goduto di scarsa considerazione e, aggiungiamo, di retribuzioni spesso non congrue rispetto allo sforzo profuso.

Negli ultimi anni, poi, è cambiato qualcosa. Un qualcosa che, dalla comparsa di ChatGPT nel novembre del 2022, sta evolvendo in maniera fulminea.

Da quando infatti sono stati introdotti, e vieppiù perfezionati, i software di traduzione automatica (Google Traduttore e affini, per intenderci), la vita dei traduttori si è fatta ancora più dura. Non si può negare che questi strumenti abbiano ormai raggiunto un elevato grado di precisione, e siano anche usati (spesso, improvvidamente, senza alcuna revisione umana) anche da svariate redazioni.

Quindi?

Il futuro della traduzione

La notizia è delle scorse ore, e sembra complicare ulteriormente le cose. Spotify, in collaborazione con OpenAI, sta testando Voice Translation, la traduzione automatica dei podcast.

C’è di più: rispetto ai pedissequi programmi di traduzione automatica, ChatGPT e simili saranno sempre più capaci, individuato il contesto, di fornire traduzioni mirate. Ad esempio potranno rispondere a comandi come: “Traduci questo testo in un inglese formale”, “Traduci questa frase in un francese di inizio Novecento” eccetera).

I traduttori dovranno dunque trovarsi un altro mestiere? No. Probabilmente i software – sempre sotto l’occhio umano – potranno fornire un grande aiuto in testi tecnici o comunque compilativi.

Ma per restituire l’espressività di certi testi creativi (ad esempio narrativi o pubblicitari, per non parlare della poesia), l’esperienza e la sensibilità umana non smetteranno di essere indispensabili.

La morale è sempre la stessa: con le nuove tecnologie i tempi cambiano in fretta, ma smettiamo di pensare che siano destinati a peggiorare. E soprattutto attrezziamoci per restare aggiornati.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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