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Tetris e i suoi effetti sul nostro cervello

Oggi Tetris compie 35 anni, abbiamo deciso di ripercorrere la sua storia e di analizzare gli effetti psicologici del gioco sulla nostra mente.

Blocchi, “infiniti” blocchi colorati di diverse forme che scendono dall’alto per formare un unico grande mosaico per poi sparire e ricominciare daccapo ma più veloce, sempre più veloce! mentre la melodia russa Korobeiniki continua a suonare in sottofondo. Tetris ha toccato le vite di tutti noi almeno una volta, giocatori o semplici curiosi. Un vero e proprio fenomeno mondiale, una colonna portante del mondo videoludico che proprio oggi compie ben 35 anni.

Ma sapevate che Tetris è protagonista di un fenomeno psicologico che interessa il nostro cervello? Scopriamo insieme l’affascinante storia del Tetris e del suo effetto sulla mente!

Tetramini digitali

È il 1985 e siamo nella Mosca dell’Unione Sovietica all’interno del Darodnicyn Computing Center, un centro di ricerca e sviluppo governativo nonché l’istituto scientifico per eccellenza. Qui lavora un giovane ingegnere elettronico, Alexey Pajitnov, che, a quel tempo, studiava le traiettorie degli sputnik. Oltre a dedicarsi allo spazio e all’elettronica, Pajitnov era anche un amante di giochi da tavolo come la dama, i puzzle, gli scacchi e soprattutto, un gioco chiamato pentomino. Quest’ultimo consisteva nell’unire dodici polimini (figure geometriche composte da quadratini) in modo da formare un unico grande cubo. Il resto è facile da immaginare.

Il giovane Alexey decide di trasferire questo intrigante gioco sul suo computer. Un’impresa, ai tempi, davvero ardua che lo spinse a diminuire i polimini disponibili da dodici a quattro. Nell’impossibilità di creare dei modelli 3D, lo stratagemma adottato da Alexey fu vincente. I pezzi, chiamati tetramini (formati da quattro quadrati), cadono dall’alto per posarsi sul fondo e invece di formare un unico cubo, dovevano riempire una linea che viene quindi eliminata assegnando al giocatore un punteggio. In brevissimo tempo il gioco rapì totalmente Alexey e i colleghi dell’istituto scientifico. Dopo poche settimane, il Tetris raggiunse l’Inghilterra e la Maxwell Corporation capì in un lampo le sue potenzialità.

Complici le restrizioni dell’Unione Sovietica sui contratti e una scarsa chiarezza su chi effettivamente possedesse i diritti sul gioco, passarono alcuni anni prima che il Tetris approdasse su Game Boy e diventasse il fenomeno videoludico che tutti conosciamo. Lo stesso Pajitnov dovette aspettare il 1996 prima di ricevere i primi proventi del gioco che aveva progettato undici anni prima. Il resto è storia. Dopo 27 anni dalla sua creazione il Tetris continua ad essere uno dei videogiochi più apprezzati che vanta centinaia di versioni in tutte le console possibili fino ad arrivare a “Tetris Effect” pubblicato nel 2018 su PlayStation 4 che lo ha nuovamente riportato in auge.

Effetto Tetris

Oggi non vi parleremo del gioco prodotto da Enhance Games ma dell’interessante fenomeno da cui il gioco prende il nome. L’effetto Tetris, o sindrome di Tetris, è un fenomeno psicologico che si manifesta quando le persone dedicano così tanto tempo e attenzione ad un’attività ripetitiva che questa inizia a modellare i pensieri, le immagini mentali e persino i sogni. Le persone che hanno giocato a Tetris, potrebbero ritrovarsi, infatti, a pensare ai diversi modi in cui forme nel mondo reale possano combaciare tra di loro.

Il fenomeno può verificarsi anche con altre attività come la creazione di un puzzle, la programmazione di un computer e ovviamente, con altri videogiochi. Siamo sicuri che molti di voi si sono riconosciuti in queste righe quando, dopo non essere riusciti a superare un livello o a battere un boss particolarmente difficile, la vostra mente continua a vedere quelle immagini anche lontani dalla console.

Il primo riferimento all’effetto Tetris risale al 1994 in un articolo di Jeffrey Goldsmith su Wired: “Nel 1990 nessuna casa poteva definirsi accogliente senza un Game Boy. Quell’anno fui ospite di un amico a Tokyo per una settimana e Tetris mi rese completamente schiavo. Di notte le forme geometriche cadevano nell’oscurità mentre mi sdraiavo sul pavimento in tatami. Per giorni mi sono seduto su quel divano color lavanda per giocare a Tetris costantemente. Durante le rare passeggiate fuori casa raggruppavo auto, alberi, persone. L’effetto Tetris è una metafora biochimica e riduzionistica che sta per curiosità, invenzione, voglia creativa. Raggruppare le forme insieme significa organizzare, costruire, fissare, capire… Tutte le nostre attività sono simili, ognuna potenzialmente avvincente come quella successiva.”

I Benefici del Tetris

La sindrome di Tetris è un fenomeno innocuo che ha però attirato l’attenzione di numerosi studiosi e psicologi. Da qui sono nate moltissime ricerche sugli effetti del gioco sul cervello. Uno dei primi studi è stato condotto dagli psicologi Lynn Okagaki e Peter Frensch nel 1994. L’esperimento ha dimostrato che i partecipanti che hanno giocato a Tetris per dodici sessioni di 30 minuti hanno ottenuto un punteggio straordinariamente più alto in un test di abilità spaziale rispetto a prima dell’inizio dello studio. Le conclusioni tratte da questi esperimenti sono state che  videogiochi come Tetris hanno  un effetto positivo su tre aree del cervello. Queste aree sono quelle dedicate alle abilità spaziali, tra cui la rotazione mentale, la percezione e la visualizzazione spaziale.

Un altro studio del 2000 condotto da Robert Stickgold, professore di psichiatria nell’università di Harvard, ha dimostrato che i soggetti affetti da amnesia anterograda (con deficit della memoria dichiarativa) sono in grado di sognare le forme del Tetris pur non ricordando di averci giocato. Questo suggerisce che l’effetto Tetris coinvolga un tipo di memoria particolare, probabilmente analogo a quello della memoria procedurale. Questo tipo di studi, secondo il professore, potrebbe aiutare medici e psichiatri a comprendere meglio disturbi della memoria come, appunto, le amnesie.

Tetris e materia grigia

Il più recente studio sugli effetti di Tetris sul nostro cervello, risale al 2009. Il BioMed Central di Londra ha scansionato con una risonanza magnetica il cervello dei giocatori di Tetris. L’esperimento, condotto al BioMed Central di Londra, ha coinvolto due gruppi di persone. Un gruppo è stato spinto a giocare a Tetris per 30 minuti al giorno mentre il secondo gruppo non ha mai avuto esperienza con il gioco. I ricercatori hanno poi scansionato il cervello di entrambi i gruppi attraverso una risonanza magnetica. Le immagini MRI hanno dimostrato che la materia grigia dei soggetti che hanno giocato a Tetris per mezz’ora si era addensata rispetto ai soggetti del secondo gruppo. Questo dimostrerebbe che il gioco è stato in parte responsabile dello sviluppo cognitivo fisico in grado di migliorare le capacità di memoria.

Le ragioni per festeggiare l’anniversario della nascita di Tetris non mancano; negli anni si è rivelato non solo un gioco tanto semplice quanto divertente ma anche psicologicamente stimolante. Ragioni ottime per giocare ancora una volta a questo straordinario fenomeno mondiale senza tempo.

Buon compleanno a Tetris!

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Autore

  • Daniele Cicarelli

    Indigente giramondo con la grande passione per i videogiochi, l'Arte e tutte le storie Fantasy e Sci-Fi che parlano di mondi alternativi senza zanzare. Fermo sostenitore dell'innovazione, del progresso tecnologico e della superiorità del Tipo Erba. Dalla parte dei Villains dal 1991.

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