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The Bad Guy: la dark comedy di Prime Video con Luigi Lo Cascio e Claudia Pandolfi

Dalla regia di Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana, la recensione di The Bad Guy, la serie tv che parla di lotta alla mafia in un modo del tutto originale.

Originale, per nulla scontato e incredibilmente spiazzante: The Bad Guy è la serie tv italiana disponibile su Prime Video dall’8 dicembre, nata dalle menti di Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana e composta da sei episodi. La serie sta riscuotendo molto successo e potrebbe essere definita come la prima crimedy italiana: un po’ crime e un po’ comedy, perché non è giusto prendersi troppo sul serio, neanche nelle situazioni più difficili.

E il motivo lo si capisce fin dal primo episodio, in cui sembra sia successo di tutto, ma in realtà è solo l’inizio di quella che è l’avventura di Nino Scotellaro (interpretato da Luigi Lo Cascio), magistrato siciliano che lotta contro la mafia e che viene accusato ingiustamente di avere rapporti con il boss Mariano Suro (Antonio Catania), che ha sempre cercato di catturare. Ed è così che, in seguito a una vera e propria “rinascita” personale, Nino proverà a mettere in atto il proprio piano di vendetta.

The Bad Guy ha tutte le carte in regola per essere una serie tv struggente e che tocca temi fondamentali come la lotta alla mafia, l’omicidio, la vendetta, la corruzione e la situazione di precaria solitudine del pubblico ministero che si ritrova senza scorta; così come l’amore, l’amicizia, il senso di appartenenza e il concetto di famiglia. Eppure il tocco di ironia e un briciolo di nonsense (ad esempio il videoclip musicale in cui compaiono Colapesce e Dimartino per promuovere l’acquapark Wowterworld), rendono lo storytelling profondo e al contempo leggero.

The Bad Guy, i personaggi: spesso l’apparenza inganna

Avete presente il modo di dire “l’abito non fa il monaco”? In questa serie invece, lo fa, eccome. Già nei primi tre episodi Nino Scotellaro cambia fisicità, vestiario e modo di agire diverse volte, però rimane sempre fedele a se stesso e ai suoi ideali, per quanto vengano messi in discussione da tutti i personaggi che gli ruotano attorno.

L’unica a continuare a credere in lui è la compagna Luvi Bray (Claudia Pandolfi), avvocato molto in gamba il cui padre era stato ucciso dallo stesso Suro. Coloro che all’inizio son stati i nemici del magistrato, in seguito diverranno amici, sebbene con un’accezione molto discutibile del concetto stesso di amicizia. Primo fra tutti il mafioso Salvatore Tracina (Vincenzo Pirrotta), che avrà un ruolo chiave nella realizzazione del piano di vendetta del magistrato. E non solo: anche chi si dimostra amico fedele e leale, alla fine si rivelerà per quello che davvero è.

The Bad Guy, il concetto di eroe e di anti-eroe

the bad guy recensione

Guardando la serie si evince subito il richiamo ad un’altro capolavoro del mondo del piccolo schermo, ovvero Breaking Bad. Il professore Walter White, da insegnante di chimica diventa boss dello spaccio di anfetamina e che dall’intento di assicurare un futuro alla famiglia passa alla sete di potere che lo logora, portando così la mente dello spettatore alla correlazione con la figura di Nino Scotellaro. L’eroe che diventa anti-eroe: basti pensare alle prime battute del primo episodio, in cui il magistrato fa una riflessione proprio su questo concetto.

Un’altra opera, questa volta letteraria, che può aiutare lo spettatore a comprendere maggiormente gli spunti dei creatori di The Bad Guy è Il Fu Mattia Pascal. Proprio come il personaggio Mattia Pascal, anche Scotellaro si trova di fronte a un’occasione di cambiare non solo vita, ma anche identità e connotati fisici che gli permetteranno di divenire qualcuno che neanche lui stesso avrebbe mai immaginato.

Insomma, in The Bad Guy ci sono influenze che vengono trattate con un linguaggio unico e completamente diverso da quello visto finora, moderno, irriverente, diretto ma con delle sfumature di detto-non detto che tengono lo spettatore incollato alla serie fino all’ultimo minuto. Il tutto condito con una serie di brani musicali della tradizione italiana e non che rendono ancora più iconica questa serie che farà parlare di sé ancora per molto.

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Roberta Maglie

Amante del cinema, serie tv, tecnologia e video games, mi piace approfondire la cultura pop attraverso il battere delle mie dita sulla tastiera del MacBook. La laurea in Comunicazione mi ha dato la spinta per buttarmi nel mondo del giornalismo, dandomi così l’opportunità di riflettere sui temi più disparati.

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Un commento

  1. I sottotitoli importanti per chi non capisce il dialetto siciliano, sono illeggibili, con quale criterio sono scritti in nero?

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