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Inchiesta del Wall Street Journal: stress e turni abnormi per i dipendenti di TikTok

Turni di lavoro massacranti e competitività agli eccessi

Cosa potrebbe nascere dall’incontro tra il quotidiano newyorkese noto per smascherare il lato oscuro dei social, e la piattaforma più discussa del momento?

Andiamo con ordine, presentando i due protagonisti della vicenda, prima di scoprire più da vicino l’inchiesta su TikTok pubblicata dal Wall Street Journal.

Il Wall Street Journal e TikTok

Il Wall Street Journal, nel passato recente, ha scoperchiato il vaso di Pandora dei Facebook Papers. Ben prima che, la mattina del 25 ottobre del 2021, i principali 17 media americani avessero pubblicato all’unisono le 10.000 pagine che hanno fatto passare più di una notte insonne a Mark Zuckerberg, il WSJ si era già attivato. Pubblicando a puntate, a partire dal 13 settembre, i Facebook Files. Ovvero un’anteprima dei documenti segreti forniti da Frances Haugen, ex dipendente dell’azienda di Menlo Park.

Dall’altra parte c’è TikTok. Che, a pochi giorni dallo scoppio della guerra russo-ucraina, era parso a molti il social emblematico di un nuovo modo di raccontare la realtà. Salvo poi essere caduto preda di un’involuzione preoccupante, al punto che un report ha segnalato la sua pericolosa vicinanza alla propaganda di Mosca.

E ora, dicevamo, i destini del Wall Street Journal e di TikTok si sono incrociati. Dando vita a un report non troppo esaltante per la piattaforma social cinese.

TikTok

Il report del Wall Street Journal su TikTok

TikTok è dunque finito nel mirino del Wall Street Journal, che mette in luce una situazione piuttosto impietosa. Ma stavolta non, come è capitato per Facebook, nel rapporto poco limpido dell’azienda con i propri utenti. Bensì nella maniera assai poco progressista con la quale tratta i propri dipendenti.

Curioso che il report esca a pochi giorni dalla dichiarazione del CEO di Airbnb, che apre invece a un concetto moderno (e basato sulla fiducia) di intendere il rapporto con i dipendenti. Brian Chesky ha deciso infatti che chi lavora per Airbnb potrà farlo in smart working, senza limiti di luogo né di tempo, e senza decurtazioni di salario.

Cosa accade, invece, tra i dipendenti di TikTok?

Competitività esasperata

A essere analizzata dal Wall Street Journal è la sede di TikTok di Los Angeles.

Dove i lavoratori pare davvero che non se la passino bene. Questo perché sono sottoposti a un intenso stress lavorativo, con lo scopo di raggiungere la produttività dei colleghi cinesi.

Ciò si traduce in turni massacranti, con orari di apertura identici a quelli degli uffici al di là del Pacifico. Quindi, ad esempio, uffici aperti la domenica, quando in Cina è lunedì.

La dura legge del “996”

Lo standard lavorativo cinese è rappresentato da un’inquietante sigla, 996. Che secondo la Cnbc significa sottoporsi turni lavorativi dalle 9 di mattina alle 9 di sera per 6 giorni alla settimana.

Anche se ultimamente pare che ByteDance, società madre di TikTok, abbia ridotto l’orario settimanale, limitandolo dalle 10 alle 19. A cui vanno aggiunte, però, le ore al di fuori dell’ufficialità.

Manager in fuga

La necessità di “stare al passo con i colleghi cinesi” sottopone a stress psicofisici spesso intollerabili. E il Wall Street Journal cita un ex dipendente di TikTok, Lucas Ou-Yang. Che su Twitter ha raccontato di come una decina di product manager abbiano lasciato l’azienda dopo appena un anno, perché avrebbero dovuto uniformarsi – per quantità e qualità – agli standard lavorativi dei colleghi cinesi.

I disturbi del sonno (e non solo)

Il report parla di “paranoie sul rimanere indietro rispetto ai colleghi o frustrazione quando i progetti non vedono la luce.” E questa tensione continua, fatta anche di decine di ore settimanali di riunioni, spesso anche la domenica o dopo le ore 22, non è certo priva di conseguenze.

I dipendenti sono afflitti da mancanza di sonno, una sensazione di angoscia diffusa, in molti hanno subìto vistosi dimagrimenti e hanno visto andare in crisi il proprio rapporto di coppia.

In alcuni casi i dipendenti di TikTok si sono sottoposti a umiliazioni. Come una lavoratrice che non ha trovato il coraggio di abbandonare una riunione per andare in bagno a mettersi un assorbente, con conseguenze facilmente immaginabili.

Altri dipendenti, per poter essere dispensati dal lavorare senza pausa notturna, avrebbero dovuto esibire documentazione medica.

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L’altra faccia della medaglia

Il report del Wall Street Journal è ancor più impressionante se si pensa che TikTok vuole apparire come il social giovane, smart, il più vicino a chi voglia divertirsi e prendere la vita con leggerezza.

L’opposto di quanto ha dichiarato in un video pubblicato su YouTube l’ex dipendente Chloe Shih: “Sapere che la maggior parte dell’azienda è sveglia quando dovrei dormire mi dà così tanta ansia di notte”.

L’ambiguità di TikTok è ben rappresentata dalla frase di un altro dipendente, riportata dal WSJ: “Il modo in cui vengono trattati i dipendenti di TikTok è l’esatto opposto di ciò che rappresenta la piattaforma TikTok”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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