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Trending on Streaming: Bardo, la cronaca di un film che non ha il successo che merita

La nuova opera di Alejandro González Iñárritu non sfonda ed è un grande peccato

Questa settimana violiamo un pochino le regole di questa rubrica. Non parleremo infatti di un titolo che sta dominando classifiche e discussioni social, bensì di un’opera che dovrebbe farlo. Al centro di questo (Should Be) Trending on Streaming troviamo quindi Bardo, la cronaca falsa di alcune verità, il nuovo film di Alejandro González Iñárritu disponibile su Netflix dal 16 dicembre.

La complicata storia di Bardo precede il suo debutto in streaming

Non è la prima volta che Bardo, la cronaca falsa di alcune verità si presenta al pubblico. Sebbene sia arrivato su Netflix solo in queste ore, il suo primo lancio è stato alla scorsa Mostra di Venezia, dove sulla carta era uno dei film più attesi. Purtroppo però non è riuscito a sfondare ed è stato presto escluso dalla lista dei possibili vincitori del Leone d’Oro o altri premi.

Si tratta di un’opera effettivamente complicata da affrontare. La durata vicina alle tre ore è stato uno degli aspetti più contestati nella sala stampa della Laguna, soprattutto se combinato con una parte finale che continua a illudere lo spettatore di essere giunta alla conclusione, per poi proseguire ulteriormente. Probabilmente è anche per questo che la versione su Netflix è ridotta di una ventina di minuti buoni.

È una pellicola estremamente autobiografica per Iñárritu. Attraverso l’alter ego di Silverio, documentarista messicano che ha superato i confini nazionali per diventare una grande star, riflette su tutte le svolte della sua vita. Le scelte più autoriali e quelle più commerciali. Le rivalità e l’amore. Soprattutto la sensazione di aver perso i contatti con il proprio Paese d’origine ed essersi “svenduto” agli americani.

Tutto è poi immerso in una narrazione estremamente allucinogena e psichedelica, che alterna momenti di realtà con sequenze oniriche (anzi “inutilmente oniriche” come dice il film stesso) e giochi di metanarrativa. È sperimentazione pura, realizzata però con l’impostazione di un film ad alto budget e la voglia di creare un grande spettacolo. Tanto che forse paga anche il fatto di debuttare sul piccolo schermo e non in sala.

Un viaggio tra i tormenti di un uomo

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Cr. SeoJu Park/Netflix © 2022

Potremmo dire che una delle chiavi di lettura di Bardo, la cronaca falsa di alcune verità (che trovate in streaming su Netflix, lo ricordiamo) è il concetto di ripiegarsi. Perché quest’opera continua a guardare a sé stessa, in tanti modi diversi e seguendo una linea temporale contorta. Strati su strati su strati che si sovrappongono ma anche intersecano fra loro.

Prendiamo Silverio ad esempio. La sua particolarità non è solamente quella di essere un uomo tormentato dal suo passato, ma anche da quegli stessi tormenti. È consapevole di aver avuto una vita con dei lati negativi, ma nel complesso è un uomo di grande successo che “non ha diritto” di lamentarsi. E così i suoi sensi di colpa si amplificano e si sostengono a vicenda.

Questo simile gioco di pieghe si sviluppa anche dal punto di vista narrativo. Iñárritu ci guida in una storia che sfrutta a pieno i suoi passaggi più bizzarri, senza relegarli però al semplice ruolo di allucinazione. Tutto ha una propria logica, anche i momenti che sembrano troppo assurdi e soprattutto c’è un continuo incrocio di richiami, da una parte all’altra della pellicola.

A intrigare è anche il tempo dell’azione, che mescola passato, futuro e presente, confondendoci ma senza perdere la bussola. A volte i personaggi parleranno di concetti al passato, che per lo spettatore devono ancora arrivare. Quando poi giunge quel momento la risoluzione è estremamente soddisfacente e sorprendente. Anche se non sembra, ricordatevi sempre che tutto ha un senso.

Bardo, la cronaca falsa di alcune verità non sfonda in streaming, ma entra nei nostri cuori

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Cr. Limbo Films, S. De R.L. de C.V. Courtesy of Netflix

Ci sono tanti motivi per cui questo film non è riuscito a sfondare come meriterebbe (secondo chi vi scrive almeno). Alcuni sono senza dubbio legati alla natura stessa dell’opera, molto più ostica di altri titoli di Iñárritu, con uno sviluppo molto meno lineare e senza grandi nomi del cast che possano attrarre il grande pubblico. Altri sono da ricercare in scelte distributive e di marketing, che hanno preferito concentrarsi su altri titoli. E un gruppo influenza l’altro in una spirale continua, quasi a ripetere il gioco di ripiegature di cui sopra.

Ma a prescindere dai motivi per cui Bardo, la cronaca falsa di alcune verità non ha fatto un nuovo record di riproduzioni in streaming, voi cercate di portarvi a casa questo da questo articolo: è un filmone, che non dovreste assolutamente perdervi. Chissà, magari piano piano potrebbe riuscire a risalire la classifica dei titoli più visti…

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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