Site icon Techprincess

Tuning auto: dall’estetica al motore | Auto for Dummies

Quando parliamo di tuning auto ci vengono sempre in mente scene alla Fast and Furious: NOS, alettoni fuori misura e turbocompressori così grandi da far invidia al motore di un aereo. Tutto questo diventa realtà, oltre che al cinema, in paesi come gli Stati Uniti dove, a partire dagli anni 60, la moda del tuning è cresciuta incessantemente generando un business economico e culturale molto più ampio di quello che si possa immaginare.

In Europa, ed in particolare in Italia, siamo un po’ meno fortunati: le normative vigenti limitano notevolmente questa pratica per via degli stringenti controlli obbligatori in seguito alle modifiche apportate ad ogni vettura. Tuttavia, quando tutto sembra perduto, una svolta definita epocale è approdata sotto il nome di riforma del Codice della Strada 2019.

Tuning auto libero: una speranza per gli appassionati

La recente caduta del governo non è stata di certo benefica in quanto il nuovo testo non era ancora stato definitivamente approvato. Le speranze sono ancora tante ed il mercato, con tutti i suoi consumatori e appassionati, non vede l’ora di qualche novità in merito.

Ad oggi, alcuni  dei principali vincoli da considerare sono gli articoli 71, 72, 75 e 78 del Codice della Strada:

Ogni veicolo circolante in Italia deve sottostare alle norme stabilite dal Ministero delle Infrastrutture e qualunque modifica apportata deve essere opportunamente omologata; unica eccezione sono le auto da competizione che circolano su strada in base a regolamenti appositamente studiati per permettere lo svolgimento delle gare.

Le sanzioni per chiunque non rispetti queste regole sono piuttosto salate: parliamo di oltre 400€ di multa , ritiro del libretto e l’obbligo ad una revisione straordinaria del veicolo. Tenete poi conto che in caso di incidente stradale l’assicurazione potrebbe non risarcire i danni provocati, anche se le modifiche effettuate sono totalmente omologate. Occorre quindi informarsi in anticipo al momento della stipula della polizza o prima di effettuare qualsiasi modifica.

L’estetica prima di tutto

Partiamo dalle basi: chi si approccia alla modifica della propria vettura tende irrimediabilmente ad  elaborarne l’estetica: dalla vernice alle appendici aerodinamiche, le possibilità sono davvero infinite. Occorre prestare comunque la dovuta attenzione in quanto il limite di legge è labile. Nel caso di cerchi, prese d’aria, estrattori ed alettoni l’importante è rispettare gli ingombri massimi riportati sul libretto di circolazione.

Per il resto, quindi spoiler o dispositivi che non compromettono la funzionalità della vettura e non arrecano pericolo per gli utenti della strada, è tutto esente da vincoli. Attenzione quindi a bordi spigolosi, taglienti e ad un montaggio non adeguato dei precedenti componenti. Meritano una paragrafo a parte le modifiche ai dispositivi di illuminazione e di sicurezza (come i paraurti). Tali componenti giocano un ruolo cruciale e necessitano di una specifica omologazione per ogni vettura.

Interni e hi-fi

Buone nuove per gli amanti della musica in quanto una delle più libere parti del tuning è rappresentato dagli impianti audio. Pur di rispettare un divieto, abbastanza di nicchia, sulla rumorosità massima (60 db contro i 70 prodotti mediamente da un veicolo in movimento) le modifiche sono piuttosto libere; il tutto a patto che l’impianto in questione non interferisca, per montaggio o utilizzo, con gli altri componenti dell’auto.

Ricordiamo inoltre che per utenti più “rumorosi” la sanzione per disturbo della quiete pubblica varia dai 41 ai 169€. Passando al più generico interno dell’abitacolo, sono ammesse un’infinità di personalizzazioni: sedili, sterzo, pomello del cambio e pedaliera possono essere facilmente sostituiti con accessori di equivalente funzionalità ma di estetica e materiali diversi.

Elaborazioni meccaniche

Arriviamo al fulcro di questo articolo: il miglioramento delle prestazioni. Motore, assetto ed altri componenti tecnici sono alla base della dinamica del veicolo e purtroppo, o per fortuna, in Italia la loro modifica risulta sostanzialmente vietata.

Unica scappatoia riguarda tutto ciò che è omologato: quasi ogni vettura ha accesso ad una serie di elementi, derivati dalle versioni più sportive prodotte dalla stessa casa, in grado di aumentare le prestazioni pur rientrando nei limiti di legge. Esistono poi alcuni marchi dedicati al soft tuning capaci di produrre componenti a norma, dichiarati ed omologati.

Tra questi troviamo facilmente filtri dell’aria, collettori di scarico, turbocompressori di dimensioni (leggermente) maggiori o centraline rimavate. Qualsiasi componente non omologato deve essere sottoposto a collaudo da parte della Motorizzazione la quale provvede ad aggiornare il libretto di circolazione per una cifra compresa tra i 100 ed i 200 €.

Chiunque invece si accinga a modificare elementi più cruciali del motore va incontro a sanzioni salatissime. Escluse quindi valvole in titanio, alesaggio dei pistoni, turbine fuori misura e scarichi aperti. Tra le altre modifiche generalmente non consentite troviamo gli pneumatici, il primo contatto tra veicolo e strada, ed il telaio in grado di garantire, grazie ai test e l’ingegneria di fabbrica, la giusta sicurezza.

Centralina ed inquinanti

Ambiente e prestazioni sono legati in modo indissolubile e questa sinergia rappresenta una delle più grandi controversie per gli appassionati di automobili ed ecologia, come il sottoscritto. Il propulsore è nato per generare potenza; qualsiasi elemento tra le valvole di scarico ed il terminali, sistemi di sovralimentazione esclusi, è invece studiato per ridurre l’impatto ambientale. Abbiamo quindi un vincolo da tenere in considerazione ne momento in cui ci prefiggiamo di aumentare le prestazioni della nostra auto.

Le centraline elettroniche, il cervello dell’automobile, sono le prima ad impostare i giusti parametri per limitare gli inquinanti; pratiche come la loro modifica o la rimozione dei dispositivi come il FAP (filtro anti particolato) hanno un effetto notevole: negativo per quanto riguarda le emissioni e positivo per le prestazioni.

Occorre quindi rispettare queste normative ed il nostro pianeta nonostante queste regole siano spesso sovrastimate. Tutto ciò al fine di mantenere un certo margine di sicurezza che tenga conto dell’utilizzo pluriennale del veicolo, anche in caso di scarsa manutenzione. È quindi doveroso concludere che, nonostante sia obbligatorio rispettare le leggi vigenti, alcune modifiche non concesse potrebbero rientrare facilmente in tutti i limiti ambientali e di sicurezza se contornate da uno studio approfondito delle modifiche in questione ed una manutenzione almeno triplicata in frequenza rispetto al calendario ordinario (e di legge).

[amazon_link asins=’B0798KMJFG,B076PLDQ9Q,B00YXDPYOW’ template=’ProductCarousel’ store=’gamspri02-21′ marketplace=’IT’ link_id=’3f6d361a-6e2c-4818-9ed4-3304319171a0′]
Exit mobile version