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Dalla 24 Ore di Le Mans alla Formula E | Auto for Dummies

Come i più importanti campionati automobilistici continuano ad emozionarci da oltre 100 anni

Quando parliamo di automobilismo una delle prime cose a cui pensiamo è sicuramente lo storico campionato di Formula 1: tanta tecnologia, prestazioni al limite e soprattutto il brivido della velocità. Circa un secolo fa nascevano le prime competizioni dove le case costruttrici mettevano alla prova l’abilità dei piloti per raggiungere record, alcuni ancora imbattuti, ed aggiudicarsi fama e prestigio. Auto for Dummies vi introduce oggi queste storiche competizioni, dall’iconica 24 Ore di Le Mans fino alla silenziosa Formula E.

Formula 1: la regina delle competizioni

A partire dal 1950 la Formula 1 è rimasta la più alta categoria tra le competizioni automobilistiche. La neo introdotta FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile), fondata nel 1904 sotto il nome di AIACR (Associazione Internazionale degli Automobil Club Riconosciuti), oltre a raggruppare i vari club automobilistici mondiali iniziò intorno agli anni 20 ad interessarsi alle gare rendendosi partecipe del Gran Prix, il precursore dell’odierna Formula 1.

Il termine “formula” utilizzato nel nome deriva dall’insieme di regole e restrizioni alle quali piloti e scuderie devono adattarsi per partecipare al campionato: il tipo di motore, il peso della vettura, la potenza complessiva e tante altre caratteristiche sono state modificate nel corso degli anni al fine di aumentare il livello di sicurezza complessiva delle gare e ridurre le disparità tra le diverse vetture in gioco.

Oggi ritroviamo caratteristiche in comune con il passato come le ruote scoperte ed il fatto di essere monoposto. Altre peculiarità come il motore V6 turbo-ibrido sono tuttavia tipiche di tempi recenti. Dal limite di cilindrata di 3000 cm3 dell’Alfa Romeo 158 – utilizzata nel Gran Premio di Torino del 1946, tra le prime gare che hanno contribuito alla creazione della Formula 1 – siamo passati alle rivoluzioni aerodinamiche di Lotus negli anni ’70 e a quelle elettroniche introdotte nei primi anni 90.

E’ così che a partire da Ayrton Senna ed Alain Prost i più giovani iniziano ad avere ricordi più vividi di questo entusiasmante campionato. McLaren, Williams, Renault, Ferrari, i record di Michael Schumacher negli anni 2000 e l’indimenticabile rombo dei V10 da 3.5 litri. Oggi oltre l’ibrido troviamo una competizione forse meno genuina rispetto agli albori della Formula 1.

Anche con l’impegno della FIA per rendere le gare più competitive si è raggiunta una raffinatezza tecnologica tale da impegnare centinaia di milioni di dollari per guadagnare pochi decimi di secondo sul giro; forse stiamo raggiungendo il limite avvicinandoci sempre più ad un asintoto difficilmente analizzabile.

Il recente campionato Formula E è la prova di una necessaria rivoluzione nelle competizioni automobilistiche ed uno sguardo al passato, oltre alla modifica dei regolamenti da parte della FIA, potrebbe senz’altro portare qualcosa di “nuovo” ed entusiasmate nel più importante Gran Premio di automobilismo al mondo.

24 Ore di Le Mans, quando auto e pilota sono spinti al limite

Per chi non lo sapesse, la 24 Ore di Le Mans è più vecchia della Formula 1. Anche se i cambi di denominazione dei diversi campionati potrebbero sembrare solo una formalità, quando parliamo di Le Mans vi presentiamo qualcosa di completamente diverso: tutto quello che conta è la resistenza.

Francia, Le Mans, Circuit de la Sartheè qui che ogni anno viene organizzata, tradizionalmente il sabato pomeriggio fino a domenica nel mese di giugno, la 24 Ore di Le Mans. Dal 1923 i 13 Km del circuito di La Sarthe emozionano gli spettatori e sfiniscono i piloti. Dai prototipi alle auto di serie, le vetture presenti nella competizione hanno segnato la storia.

Diversamente da campionati come la Formula 1, nella 24 Ore di Le Mans è prevista una “partenza lanciata” – le vetture non partono da ferme ma vengono cronometrate in velocità dopo il primo giro – ed ogni pilota a disposizione della scuderia deve, alternandosi con gli altri, guidare almeno per 4 ore e 10 giri fino ad un massimo di 14 ore per pilota.

Essendo unico il circuito di gara, troviamo facilmente tutti i record segnati finora. La velocità massima raggiunta sul circuito è di 405 Km/h da parte di Roger Dorchy nel 1988, questo prima dell’introduzione della famose chicane sul lunghissimo rettilineo. Il record di chilometri percorsi appartiene invece al team Audi che nel 2010 vinse la competizione con un totale di 5410.7 Km percorsi per un totale di 397 giri.

Altro dato che fa rizzare i peli sulle braccia di tutti gli appassionati di motori riguarda l’auto più potente che ha partecipato alla 24 Ore di Le Mans: Toyota TS050 Hybrid LMP1. Con il suo motore termico bi-turbo ed i suoi due propulsori elettrici, questa vettura risulta pesare quanto una Smart (878 Kg). Una delle diversità rispetto all’utilitaria segmento A di Mercedes- Benz è che la power unit è in grado di sviluppare circa 1000 Cv.

Una gara emozionante, meno considerata rispetto al campionato maggiore di Formula 1 ma che merita di essere seguita e supportata considerando l’unicità di questa competizione endurance.

Il World Rally Championship e la Parigi-Dakar

Il rally, letteralmente “raduno”, è un’altra tra le più importanti discipline sportive riguardanti l’automobilismo che a partire dagli anni ’70 ha iniziato a cambiare radicalmente il concetto di gara automobilistica. Strade pubbliche anziché circuiti dedicati, sterrato e neve invece che il solo asfalto; rocce, burroni, alberi e motori da buttare alla fine di ogni gara: questo è il rally.

La natura è parte integrante della competizione ed ogni ostacolo deve essere superato dall’automobile e dai piloti. Che sia una limpida giornata o una notte innevata, le tortuosità del circuito vengono affrontate a velocità estreme mettendo a dura prova motore, sospensioni ed il coraggio dei corridori.

Il WRC fu costituto nel 1970 e da allora tante sono state le modifiche al regolamento, le varianti e lo spettacolo finale. Ricordiamo il famoso Gruppo B i cui limiti imposti dalla FIA andavano oltre ogni immaginazione. Non a caso i numerosi incidenti, anche mortali, di questa particolare competizione portarono all’abolizione di questo tipo di vetture lasciando spazio al Gruppo A degli anni ’90 in cui Lancia, Ford, Audi, Mazda, Mitsubishi, Subaru e Toyota si contendevano i titoli.

Da Colin McRaeSébastien Loeb tanti sono stati i campioni. Le gare a tappe, disputate in vari paesi del mondo da gennaio a novembre, vengono cronometrate ed il vincitore è colui che realizza il tempo migliore.

Cercando emozioni sempre maggiori troviamo anche il Rally Dakar, precedentemente Parigi-Dakar. Questa storica competizione partiva dalla capitale francese raggiungendo quella del Senegal attraverso una serie di emozionanti tappe a bordo di auto, moto, quad e persino camion. A partire dal 2009, dopo svariate modifiche al luogo di partenza, la Parigi-Dakar si è definitivamente trasferita in Sud-America per questioni legate al terrorismo. Anche senza le dune del Sahara le difficolta rimangono: è sempre un rally.

Tutti i componenti sono rinforzati per sopportare il caldo e le sollecitazione estreme. Non sono rari gli incidenti, più o meno gravi, i ritiri e gli stop per sostituzioni e riparazioni nel bel mezzo della gara.  Diversi piloti hanno perso la vita cercando il successo nella competizioni e ancora oggi, nonostante le norme di sicurezza più rigide, rimane l’emozione ed il rischio della gara a tappe più dura di sempre.

Formula E: le silenziose ibride dagli oltre 300 cavalli

Tante le critiche per l’ultimo nato tra i campionati automobilistici. La Formula E (ufficialmente ABB FIA Formula E Championship) inizia a raccogliere i primi risultati in termini di successi e record. I puristi dei motori già lamentavano la silenziosità dei V6 di formula uno, immaginate la loro reazione alla presentazione di un campionato totalmente elettrico.

Nonostante i decibel ridotti, la potenza di queste vetture supera abbondantemente i 300 cavalli. L’aerodinamica e l’elettronica avanzata permettono di toccare punte di quasi 300 Km/h e l’elevata coppia tipica dei propulsori elettrici consente accelerazione 0-100 Km/h in meno di 3 secondi; tutt’altro che tartarughe queste monoposto.

Nata come evoluzione della Formula 1, questo campionato rappresenta una naturale successione di tutti quei sistemi ibridi gradualmente adottati nella competizione regina. Un cambiamento radicale avrebbe stravolto inevitabilmente gli entusiasmi e l’introduzione di una competizione ex novo era nell’aria da diversi anni.

Auto a parte, i circuiti di gara sono studiati per adattarsi alle diversità delle vetture. Rettilinei più corti, frenate sempre dietro l’angolo per alimentare i sistemi di ricarica, l’interazione degli spettatori mediante la Fan Boost e varie modalità di guida in grado di rendere equilibrata e competitiva l’intera gara. Insomma, tutto quello che mancava nella Formula 1 e che non poteva essere introdotto senza scatenare l’ira dei tifosi più accaniti.

Il futuro della Formula E è ancora incerto, le innovazioni sono dietro l’angolo e gli spunti per nuovi campionati elettrici sono allo stesso modo sempre più vicini. Quanto attenderemo ancora per un rally totalmente elettrico o per avere la possibilità di interagire in modo ancor più diretto con la gara direttamente dal divano di casa?

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