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Zatko, ex capo della sicurezza: Twitter pagava una spia cinese

Mentre gli azionisti approvano l’offerta di acquisto di Musk

Un tempo durante le ferie estive si leggevano i romanzi fantascientifici Urania o i gialli Mondadori. Ora è sufficiente fare una ricerca sui motori per vedere a che punto siamo arrivati nella questione Twitter.

La vicenda è arcinota, e da noi sviluppata in svariati articoli. Elon Musk sembrava prossimo all’acquisto della società. Salvo poi aver cambiato idea perché, in sostanza, l’azienda avrebbe dichiarato una percentuale di account spam minore di quella reale.

Twitter allora, accusando Musk di aver “rifiutato di rispettare i propri obblighi verso Twitter e i suoi azionisti”, ha fatto causa al tycoon. E il processo si terrà a partire dal prossimo 17 ottobre, nonostante i tentativi di rinvio dello stesso Musk, respinti.

Sulla vicenda Musk-Twitter ci sono aggiornamenti recentissimi, su cui torneremo. Ma a chiamare in ballo la società è ora anche l’ex capo della sicurezza, Peiter Zatko. Che di fronte alla Commissione giustizia del Senato americano fa una serie di rivelazioni sconcertanti. Scopriamole.

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L’audizione di Zatko al Senato

Impossibile non riandare con la mente a Frances Haugen, che la scorsa estate ha esibito alla Securities and Exchange Commission una serie di documenti interni di Facebook. Che in seguito, pubblicati prima dal Wall Street Journal e poi da una serie di giornali americani, hanno dato il via allo scandalo dei Facebook Papers.

Ora tocca a Peiter Zatko, ex capo della sicurezza di Twitter. Che alla Commissione giustizia del Senato americano ha detto parole altrettanto infuocate sull’azienda per cui ha lavorato.

Twitter e la spia cinese

Una delle più clamorose rivelazioni di Zatko riguarda certamente il fatto che Twitter avrebbe pagato una spia cinese. La quale avrebbe esposto i dati degli utenti alle intelligente di altri Paesi.

Inoltre, nell’introdurre l’audizione di Zatko, il senatore repubblicano Chuck Grassley ha detto: “Abbiamo appreso che i dati personali degli utenti di Twitter sono stati potenzialmente esposti ad agenzie di intelligence straniere. Ad esempio, le sue rivelazioni indicano che l’India è stata in grado di collocare almeno due presunte risorse straniere all’interno di Twitter”.

Sistemi di sicurezza indietro di 10 anni

E la memoria torna di nuovo a Frances Haugen quando, con parole sorprendentemente simili, Peiter Zatko ha affermato che Twitter ha sempre dato più importanza al profitto che non alla sicurezza dei dati dei suoi utenti.

Zatko, ufficialmente allontanato nel mese di gennaio per scarso rendimento, ha formulato un’accusa molteplice. Twitter avrebbe mentito ai suoi clienti, ma anche alle autorità di regolamentazione, non eliminando in modo sicuro i dati degli account cancellati.

Ma c’è di più: sulle vulnerabilità del sistema di sicurezza, che avrebbero esposto l’azienda ad attacchi hacker, la dirigenza non avrebbe detto la verità neppure al proprio consiglio di amministrazione.

E a proposito di sistema di sicurezza, Zatko ha detto: “Quando sono entrato ho scoperto che la società  era indietro di dieci anni su alcuni aspetti essenziali della sicurezza e non stava facendo significativi progressi. Era come una bomba a orologeria.”

Falsità sul numero di bot

La spia cinese di Twitter sarebbe solo uno dei problemi denunciati da Zatko.

Un altro aspetto controverso ha fatto rizzare le orecchie a Musk (ed è proprio l’argomento alla base della scelta del numero uno di Tesla di rinunciare all’acquisizione della società).

L’ex capo della sicurezza ha infatti affermato che i dirigenti di Twitter non hanno né le risorse né un reale interesse a sapere il numero di bot e spam (insomma: di account falsi) presenti sulla piattaforma.

Musk ha addirittura chiamato Zatko a testimoniare al processo che inizierà il 17 ottobre.

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Intanto, tra Twitter e Musk…

Vi dicevamo che la querelle Twitter-Musk è sempre foriera di nuove sorprese.

Oltre alle clamorose dichiarazioni di Peiter Zatko al Senato, oltre cioè alla presenza di una spia cinese in Twitter e ai suoi sistemi di sicurezza vetusti, c’è stato un altrettanto clamoroso nuovo capitolo tra l’azienda e il patron di Space X.

Bloomberg ha infatti rivelato che gli azionisti di Twitter avrebbero approvato l’offerta di acquisto da 44 miliardi di dollari da parte di Elon Musk.

Ma è un’approvazione ormai fuori tempo massimo: a ottobre si andrà a processo. E, considerate le dichiarazioni di Zatko, la posizione di Musk sembra sempre più solida.

Nonostante Twitter abbia liquidato la figura di Zatko definendolo “un ex dipendente licenziato per il basso standard che ora è in cerca di vendetta”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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