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TikTok e l’Ucraina: un megafono per tutti, anche per le fake news

Informazioni importanti si alternano a notizie infondate

La guerra in Ucraina e i social: un binomio inscindibile.

Certo, la guerra vera è – purtroppo – quella dell’esercito russo che attacca, e quella della popolazione assediata costretta a una vita sempre più difficile e dal futuro incerto.

Ma una guerra passa anche dalla sua narrazione. E quella del conflitto russo-ucraino è in gran parte veicolata dalle piattaforme social, con il ritmo vertiginoso che le contraddistingue. Enorme è la mole di ciò che arriva a noi ogni giorno, e non è sempre facile collegare le varie notizie, o distinguere quelle vere da quelle inattendibili.

Siamo travolti anche e soprattutto da immagini, ma neppure loro offrono uno spaccato necessariamente fedele ed esaustivo della situazione in Ucraina.

Ci sono, poi, social che sembrano perfetti per essere oggi quello che fino a pochi anni fa erano gli instant book, capaci di dar conto degli eventi nelle loro pieghe più curiose o intime, agendo quasi in presa diretta.

Per testimoniare la guerra in Ucraina, TikTok sembra in effetti il social più adatto. Eppure, accanto alle sue indiscutibili virtù, nasconde qualche insidia. Scopriamo perché.

TikTok

La guerra in Ucraina e TikTok: i motivi di un successo

Il 2021 è stato l’anno di Tiktok, piattaforma che continua a crescere e che presto, secondo gli esperti, già entro la fine di quest’anno avrà più utenti di Facebook.

È anche successa un’altra cosa: dal 24 febbraio, giorno dell’invasione russa in Ucraina, è TikTok il social che più e meglio sta testimoniando quanto accade a Kiev e negli altri teatri di guerra.

Perché? Perché è ormai sempre più di dominio pubblico la sua facilità di utilizzo, e il fatto che spesso video brevi o brevissimi sono capaci di cogliere sfumature che colpiscono in modo immediato. È il perfetto specchio dei tempi: narrazioni lampo, smart, che negano ogni approfondimento ma hanno un enorme valore icastico e simbolico.

I contenuti della piattaforma cinese sono facili da produrre, facili da divulgare, facili da fruire e interpretare.

E così, in Ucraina TikTok viene utilizzato per mostrare al mondo la brutalità dell’invasione russa. Ma per mostrare anche come si vive e ci si ingegna per organizzare la quotidianità, come non si rinuncia a ridere e addirittura come si può sbeffeggiare il nemico.

La guerra in Ucraina e Tiktok: la mappatura dei confini

Due esempi ormai arcinoti indicano quanto TikTok possa essere prezioso nel conflitto tra Russia e Ucraina.

Il primo riguarda il fatto che, sin dai giorni precedenti all’invasione del 24 febbraio, svariati cittadini ucraini hanno postato foto e video con gli spostamenti delle truppe russe. La condivisione ha permesso di analizzare le mosse dell’esercito e capire cosa sarebbe potuto accadere, sino a creare una mappatura delle zone di confine. Un utilizzo lungimirante del social che però, ahinoi, non ha potuto impedire all’esercito di Mosca di debordare in Ucraina.

Tuttavia già il 19 febbraio i colleghi di Wired, che hanno riportato la notizia, hanno segnalato i rischi di una commistione di notizie vere e false sull’avanzamento dell’esercito di Mosca. È il prezzo da pagare a una comunicazione rapidissima e densissima: la mancanza di adeguati filtri.

La guerra in Ucraina e TikTok: il carro armato, istruzioni per l’uso

L’altro esempio dimostra come, in Ucraina, TikTok possa avere una grande valenza pratica e, per così dire, emotiva.

In realtà il video risale al febbraio del 2021, ma sta diventando virale in questi giorni tra la popolazione ucraina. Al filmato è adesso stata aggiunta un’eloquente didascalia vocale: “In caso vi capitasse di trovare un carro armato, vi mostro come accenderlo e farlo partire”.

Si vede la giovane e seguitissima influencer Nastya Tyman, nativa di Rostov sul Don, città russa al confine orientale dell’Ucraina. Nastya mostra come guidare un veicolo corazzato BTR evidentemente abbandonato. Il video, da quando è riapparso lo scorso 27 febbraio, ha già superato i 9 milioni di visualizzazioni.

L’influencer appoggia l’Ucraina? Non si sa, dal momento che in passato Nastya Tyman è stata la protagonista di un video promozionale per Gazprom, la principale compagnia di gas russo.

Fatto sta che per gli ucraini il video è diventato, più che altro, uno strumento per farsi e fare coraggio, per percepire come meno inattaccabile la potenza militare nemica.

L’Ucraina, TikTok e il rischio fake news

In un report interno del giugno del 2020, si segnalava che ogni ora su TikTok vengono pubblicati più di 5 milioni di video.

Il mese successivo, luglio 2020, 28,5 milioni di russi su 144 milioni utilizzavano la piattaforma.

Dal 20 al 28 febbraio scorsi, i video col tag #Ukraine sono schizzati da 6,4 a 17,1 miliardi di visualizzazioni. Stiamo parlando di qualcosa come 928.000 al minuto.

Con simili numeri, come si filtrano le fake news? Non si filtrano, verrebbe da dire, se si pensa che un video bufala ha riscosso 26 milioni di visualizzazioni. Sì, perché il paracadutista russo che sorridendo atterra in Ucraina era in realtà stato filmato nel 2015.

Già un report del 2018 segnalava come su TikTok le notizie false si diffondessero sei volte più velocemente rispetto a quelle vere. Per questo, oggi che tutti i social stanno opponendosi a Mosca, proprio la piattaforma made in Cina è ancora densamente popolata di contenuti filo Putin. Non sempre autentici, peraltro.

Il dilemma di TikTok: controllo o rapidità?

TikTok ha fatto sapere di aver iniziato a collaborare con organizzazioni indipendenti di fact-checking per garantire un’informazione attendibile ai suoi utenti.

Però sembra di essere di fronte a un problema di ben ardua risoluzione: intensificare i controlli, negando così la peculiarità del social, che gioca sull’estrema rapidità di condivisione e fruizione dei contenuti? O rimanere fedeli a se stessi a scapito del filtraggio dei video?

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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