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Dentro la Canzone: la storia di What’s Love Got To Do With It e della rinascita di Tina Turner

“It's physical. Only logical”

Dell’importanza dei manager nella carriera degli artisti non si parlerà mai abbastanza. Quando Tina Turner incise What’s Love Got To Do With It, quello che diventerà il suo più grande successo e l’inizio della sua rinascita, la odiava. Odiava il testo, l’intenzione e il senso anti-sentimentale che avvolgeva il brano. Tuttavia si fidava di Roger Davies: un australiano di 20 anni più giovane, relativamente nuovo all’industria discografica, ma che infondeva in Tina Turner un senso di competenza e sicurezza.

Non c’era molta scelta, in effetti. Dopo il disastroso e violento divorzio con Ike Turner, che mise fine tanto al loro matrimonio quanto al duo Ike & Tina Turner, la cantante americana stentava a riprendersi il suo posto nel mondo della musica. Ci provò con tre album, tutti ampiamente snobbati da pubblico e critica. Poi arrivò quel giovane australiano, deciso a rimettere in piedi Tina Turner e consegnarla al luogo dove oggi riposa: l’olimpo della musica.

Per questo, ma anche per altri motivi, quando Davies le dice che What’s Love Got To Do With It sarà un successo, lei si fida. E, col senno di poi, sarà una delle migliori decisioni della sua vita.

Il periodo di crisi

Ike & Tina Turner si sciolgono artisticamente e umanamente nel 1976, dopo anni di violenze e abusi domestici. Il duo è principalmente noto per la spettacolare cover di Proud Mary, capolavoro dei Creedence Clearwater Revival. Tina prova in tutti i modi a riprendersi, per dimostrare al pubblico, a Ike, ma soprattutto a sé stessa, di essere una donna autonoma. 

Resta in un limbo di 13 anni durante i quali, come accennato, pubblica tre dischi. Tutti passano inosservati. Poi accade qualcosa. Anzi ne accadono due di cose. Tina conosce Roger Davies, che all’epoca era manager di Olivia Newton-John, e nel 1979 decide di affidargli la sua carriera. Mai scelta fu più saggia.

Davies per prima cosa la manda in tour ad aprire i concerti europei di Rod Stewart, e poi la propone ai Rolling Stones come open act. Ha capito che Tina Turner deve conquistare la credibilità dei colleghi, prima che del pubblico. Nel frattempo, mentre Stewart, estasiato dalla sua voce, se la porta dietro al Saturday Night Live, Davies lavora alla rinascita discografica.

Il secondo grande avvenimento che cambia le sorti della storia, e della carriera di Tina Turner, è il contratto con la Capitol Records. Inizialmente la major non voleva assolutamente investire sulla cantante, vista come una scommessa persa. “Si è bruciata artisticamente”, dicevano. Tuttavia i piani alti della Capitol dovettero rassegnarsi, anche un po’ per sfinimento, perchè continuavano a ricevere le insistenze del talent scout John S. Carter e di un certo David Bowie. Non sappiamo di preciso cosa si dissero nei meeting, ma possiamo immaginare che almeno un dirigente abbia detto: “beh, se lo dice Bowie…”.

Ad ogni modo la Capitol fa a Tina Turner un contratto per tre album. Le stelle si erano allineate. Ora mancava solo una cosa: la musica.

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La storia e il significato di What’s Love Got To Do With It, la rinascita di Tina Turner

Con un contratto sicuro, un manager pronto a gettarsi nel fuoco e un talento vocale di quelli che ci nasci e non ci diventi, Tina Turner era pronta a mettere in atto il capitolo 1 della sua rinascita. Davies affida ai cantautori Terry Britten e Graham Lyle, membri del duo Gallagher & Lyle, il compito di sfornare una hit che possa trainare Private Dancer (1984), il nuovo album.

Britten e Lyle tirano fuori What’s Love Got To Do With It, che in realtà avevano già scritto e proposto a diversi artisti in precedenza (i Bucks Fizz ne avevano addirittura inciso una loro versione, che però verrà pubblicata solo postuma).

Ma torniamo a Tina Turner. Avete presente quando un interprete si innamora di una canzone che gli viene proposta? Tipo Mina con Se Telefonando? Ecco, tra Tina Turner e What’s Love Got To Do With It avvenne esattamente l’opposto: la cantante detestava la canzone.

Il testo parla di una donna attratta sessualmente da un uomo, ma ci tiene a mettere in chiaro che tra loro non c’è, e non ci sarà, nulla di sentimentale. Niente amore, solo sesso. Una canzone assolutamente anti-romantica, il che non piaceva a Tina Turner. Inizialmente si rifiuta anche di registrarla, figurarsi sceglierla come primo singolo della sua rinascita artistica.

Davies però la rassicura e, in effetti, la canzone riporta Tina Turner al numero uno in classifica per la prima volta dopo 24 anni. Ciò che accade dopo è scritto nella storia della musica e può essere riassunto così: tre Grammy Awards (Canzone dell’anno; Disco dell’anno e Miglior performance vocale femminile). Nell’accettare quest’ultima statuetta, una Tina Turner particolarmente emozionata, dedica il premio proprio a Roger Davies, descrivendolo come “un grande uomo che ha risollevato la mia carriera”. Una dedica non solo a parole: quel Grammy ancora oggi campeggia in casa Davies.

In Tina, il film-documentario del 2021 sulla vita della leggendaria cantautrice, il co-autore del brano Terry Britten racconta di aver suggerito a Tina Turner di cadenzare la melodia vocale dicendole: “immagina di cantarla mentre fai jogging”.

Il video di What’s Love Got To Do With It ridefinì l’estetica di Tina Turner

Siamo negli anni ‘80, il che vuol dire che lanciare un singolo sul mercato discografico significa anche promuoverlo su MTV, che era nata tre anni prima. L’importanza del videoclip ufficiale di una canzone, nel 1984, è paragonabile a quello delle playlist Spotify di oggi: cruciale per la promozione.

La regia viene affidata a Mark Robinson, che ambienta il tutto a New York. Il video è quanto più anni ‘80 un prodotto visivo possa essere, con dissolvenze incrociate e abiti appariscenti. Tina Turner si presenta con ingombranti capelli, tacchi alti e una gonna cortissima, ridefinendo quindi la propria estetica per come la conosciamo oggi.

Questo look è diventato così iconico che, nel 2022, la Mattel ha messo in commercio una Barbie di Tina Turner che la ritrae come nel video di What’s Love Got To Do With It.

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Il video fu di grande impatto e MTV cominciò a passarlo in alta rotazione, contribuendo al successo globale della canzone. Agli MTV Video Music Awards del 1985 la clip viene premiata come Miglior video di un’artista donna.

Una canzone da record per Tina Turner

What’s Love Got To Do With It portò Tina Turner a rompere diversi record. Il 1° settembre 1984 la canzone raggiunge il 1° posto nella Hot 100, rendendo Tina Turner, all’epoca 44 anni, l’artista più anziana di sempre a raggiungere la vetta della classifica. Un risultato impressionante in un settore, e in un contesto storico, che prediligeva artisti giovani, soprattutto tra le donne.

Il primo posto in classifica valse a Tina Turner un altro record: quello del lasso di tempo più lungo tra due brani al numero 1 dello stesso artista: 24 anni. Tina Turner aveva infatti raggiunto la prima posizione nel 1960 con A Fool In Love, in coppia con Ike. 

Entrambi i record saranno poi battuti da Cher nel 1998, con Believe, la prima canzone pop della storia ad usare l’Autotune (ve ne abbiamo parlato in un altro episodio di Dentro la Canzone). All’epoca di Believe, Cher aveva 54 anni.

La versione con Kygo

Nel 2020, anno caratterizzato dalla pandemia, arriva una nuova versione della canzone in collaborazione con il DJ Kygo, che ha remixato il brano attingendo anche a tracce inedite della registrazione originale. Potete ascoltarla di seguito.

Il mito e la leggenda di Tina Turner

Tina Turner si è spenta questa settimana, il 24 maggio 2023, all’età di 83 anni, dopo una carriera leggendaria. All’annuncio della morte della Regina del Rock ‘n’ Roll, i social sono stati invasi da messaggi d’amore da parte di fan e colleghi.

Tra i tanti vogliamo riportare il bellissimo post di Beyoncé sul proprio sito web, corredato di una foto delle due artiste insieme:

“Mia amata regina. Ti amo infinitamente. Ti sono così grata per la tua ispirazione e per tutti i modi in cui hai aperto la strada. Tu sei forza e resilienza. Sei l’epitome del potere e della passione. Siamo tutti così fortunati ad aver assistito alla tua gentilezza e al tuo bellissimo spirito che rimarrà per sempre. Grazie per tutto quello che hai fatto”.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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