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WhatsApp sempre più social con la scheda Community

La scheda ricorda i canali di Telegram o i server Discord, ma ci sono delle differenze

WhatsApp ha iniziato a testare con un ristretto numero di utenti la nuova scheda Community, che permette di mandare messaggi a tantissimi utenti nello stesso momento. Una funzione che ricorda la pubblicazione sui social, oppure i server Discord o i canali su Telegram. Ma per l’azienda è un modo per facilitare le comunicazioni fra entità come le scuole, gli uffici e altre comunità già esistenti.

WhatsApp testa la scheda Community

Da tempo WhatsApp mira a essere più di una semplice app per la messaggistica. Fa un po’ da e-commerce con le aziende che usano WhatsApp Business, un po’ il social con le Stories. La nuova scheda Community potrebbe funzionare su entrambi i fronti.

Infatti la scheda Community permetterà di inviare messaggi a migliaia di utenti, ospitando diverse chat di gruppo al suo interno. L’idea di base è quella che organizzazioni come scuole o uffici possano organizzare più facilmente la discussioni. Per esempio inviando il messaggio del preside a tutti i gruppi classi.

WhatsApp Community min

WhatsApp però è consapevole che questo tipo di organizzazione potrebbe rendere più facile la diffusione di disinformazione. Quindi mette in piedi alcune restrizioni, come il fatto che non si possa inoltrare messaggi già inoltrati a tutti i gruppi.

A differenza dei canali di Telegram o dei server Discord, non potrete cercare una Community con la funzione ricerca. Qualcuno deve aggiungervi con il vostro numero di telefono. Che resterà nascosto a tutti tranne che agli amministratori e alle persone nel sotto gruppo di cui fate parte, come avviene adesso. Inoltre, solamente gli admin potranno postare.

WhatsApp vuole questa funzione per gestire comunità locali oppure per organizzazioni lavoratori, categorie di associazione, ecc. Quindi vuole dare uno strumento a comunità già presenti, non contribuire a crearne: una differenza non da poco rispetto ai social che offre Meta.

Ma sta ancora valutando come evolvere questo meccanismo ascoltando il feedback degli utenti che lo stanno testando. Al momento ancora nessun lancio globale in vista: vi terremo aggiornati.

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Source
The Verge

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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