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WhatsApp: il caso Pegasus è una “sveglia” per internet

Secondo il capo di WhatsApp, Apple non è stata abbastanza vocale contro lo spyware di NSO Group

Il capo di WhatsApp Will Cathcart ha commentato sul recente scandalo riguardo lo spyware Pegasus, che per il dirigente è stato una “sveglia” per l’intero mondo di internet. E non può essere preso alla leggera, come secondo Cathcart ha fatto Apple, perché “i telefoni sono sicuri per tutti oppure non lo sono per nessuno”.

Il capo di WhatsApp commenta sullo spyware Pegasus

Amnesty International ha di recente rivelato una lista di obiettivo dello spyware Pegasus, che NSO Group, azienda israeliana, crea per monitorare terroristi e criminali. Il problema è che nell’elenco ci sono attivisti, giornalisti e persino capi di Stato di Paesi democratici, perché l’azienda avrebbe venduto il software anche a Nazioni che non rispettano i diritti civili.

Oltre 50 mila telefoni sono stati messi sotto controllo secondo i report dei giornalisti che stanno verificando la storia, anche se il NSO Group continua ad asserire che sono tutte teorie non corroborate.

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In ogni caso, Cathcart pensa che la risposta delle aziende che producono il software e i dispositivi attaccati da Pegasus deve essere vigorosa. Infatti ha lodato i commenti di Google e Microsoft riguardo “i pericoli di concedere immunità ad aziende che producono spyware come NSO”. Mentre invece giudica insufficiente il commento di Apple, che ha assicurato gli utenti che solo alcuni utenti possono essere attaccati in questo modo e non tutti gli utenti iPhone. Quindi finché non si è giornalisti e attivisti che combattono regimi dittatoriali o capi di Stato democratici, non si corrono rischi.

“Spero che anche Apple inizi ad avere questo approccio. Alzare la voce, unirsi a noi. Non basta dire che la maggior parte dei nostri utenti non deve preoccuparsi di questa cosa. Non basta dire ‘oh, questi sono qualche decina di migliaia di vittime’. Se colpisce giornalisti in tutto il mondo, se tocca attivisti per i diritti umani in tutto il mondo, coinvolge anche tutti noi. E se il telefono di chiunque non è sicuro significa che il telefono di tutti non è sicuro“.

Il NSO Group ha risposto al Guardian dicendo: “Stiamo facendo del nostro meglio per creare un mondo più sicuro. Se il Signor Cathcart ha altre alternative che permettere alle forze dell’ordine e alle agenzie di intelligence di individuare legalmente e prevenire atti di pedofili, terroristi e criminali che usano le piattaforme crittate end-to-end? Se è così, saremmo contenti di saperlo”.

NSO sposta l’attenzione dal fatto che i giornalisti e gli attivisti intercettati non sono né pedofili né terroristi. Ma esistono molti metodi per controllare attività criminali senza dover clonare i telefoni di sospetti. Dagli algoritmi che monitorano gli account con materiale pedopornografico al tracciamento dell’IP. La questione merita una discussione molto più approfondita del ricordare semplicemente che esistono dei criminali nel mondo. Serve un modo per tutelare la privacy di chi questi reati non li commette. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questa questione.

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The Indipendent

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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