Per alcuni sembra una magia, per altri qualcosa di incomprensibile, per altri invece una filastrocca da ripetere fino allo sfinimento. Leggere gli pneumatici per alcuni è un incubo, per altri un gioco divertente, ma per tutti è a dir poco fondamentale per essere coscienti di cosa si ha “ai piedi” mentre si viaggia. Vi siete sempre chiesti come “leggere” gli pneumatici? Oggi ad Auto For Dummies scopriamo proprio questo. Pronti a stringere i bulloni?
Cosa significa “leggere” gli pneumatici?
Cominciamo subito cercando di capire cosa voglia dire “leggere” gli pneumatici. Come spesso abbiamo detto qui a Tech Princess, gli pneumatici da fuori sembrano tutti uguali, ma in realtà ogni tipologia, modello e diametro ha la propria storia e le proprie peculiarità.
Quando però si parla di leggere ciò che uno pneumatico vuole dire a chi lo guarda non parliamo del battistrada, della mescola o di cose complesse. Certo, ogni pneumatico sulla spalla, ovvero la parte laterale, ha indicato anche il nome del modello, come Michelin Pilot Sport 4, Continental ContiEco Contact o Bridgestone Blizzak per esempio. Questi nomi però sono utili solo per capire le peculiarità di un singolo modello, nonchè denominazioni commerciali scelte ad hoc da ogni costruttore.
Sulla spalla però ci sono delle sigle, dei numeri e dei codici fondamentali per “capire” una gomma. La sua larghezza, l’altezza della spalla, la data di produzione e il diametro del cerchio sono tutti presenti in bella vista per legge su ogni pneumatico. Perché? Il motivo è molto semplice: le Case automobilistiche studiano per ogni modello di auto un certo numero di “misure” delle gomme in larghezza, altezza della spalla, indice di velocità e così via. Per capire se una gomma è adatta alla propria auto, quindi, è semplicissimo leggere sulla spalla le indicazioni che da, anche per capire cosa aspettarsi da un’auto prima di provarla. Ma bando alle ciance, e capiamo subito cosa significano tutti questi numeri e lettere.
Leggere gli pneumatici: la larghezza del battistrada e l’altezza della spalla
Partiamo prima da una serie sigle e cifre standard da analizzare. Prendiamo quindi in analisi il disegno del battistrada delle gomme montate sulla mia auto, che oggi analizzeremo con attenzione.
195/55 R16 81V
Non ci interessa la marca né il disegno del battistrada: oggi impariamo “solo” a capire come identificare le gomme sulle diverse automobili. Partiamo subito dalla prima dicitura, 195/55.
Ovviamente, non è richiesto di fare la divisione di 195 per 55: chi vorrebbe che faceste sul lato della strada una divisione? Questi due numeri indicano i più importanti indicatori di uno pneumatico: la larghezza del battistrada e l’altezza della spalla. Il primo numero, 195, è infatti l’indicazione della larghezza del battistrada, ovvero la parte che è a contatto con l’asfalto, espressa in millimetri. In questo caso, quindi, 195 indica un battistrada di 195 mm, ovvero 19,5 cm. La misura 195 è una delle più diffuse tra auto piccole e medie, un buon compromesso tra tenuta di strada, rumorosità e consumi.
Infatti, dalla larghezza del battistrada dipendono tantissimi fattori. Più il battistrada è largo, maggiore sarà l’aderenza dell’automobile in curva, visto che ci sono più centimetri di gomma a contatto con l’asfalto, in grado di scaricare a terra la potenza e tenere in strada l’automobile. Per questo le auto sportive e con centinaia di CV arrivano ad avere gomme da 275, 305 e persino 325: più gomma a terra, più aderenza, più velocità in curva e maggiori cavalli scaricati sull’asfalto.
D’altro canto, però, un battistrada largo non porta solo vantaggi. Con tanti centimetri in larghezza, infatti, aumenta il raggio di sterzata a parità di auto, diminuisce l’agilità negli spazi stretti o nelle manovre veloci e anche la rumorosità aumenta, visto che c’è fisicamente più gomma a contatto con l’asfalto. Una gomma larga da poi più resistenza al rotolamento, aumentando i consumi. Inoltre, più una gomma è larga è più bella e sportiva, ma aumenta anche il rischio di aquaplaning in caso di pioggia. Sono quindi più belle e rendono l’auto più stabile e veloce, ma eccedere non è mai una buona idea. Per questo, le Case automobilistiche danno delle misure che garantiscano il perfetto equilibrio tra aderenza, tenuta, consumi, estetica, rumorosità e sicurezza.
L’altra dimensione che compare in questo rapporto è /55. La “barra” è molto importante, e infatti in gergo spesso è riportata: “… l’auto è dotata di gomme barra 55″. Cosa significa? Come abbiamo accennato, insieme alla larghezza del battistrada viene indicata anche l’altezza della spalla. La spalla è il “muro” laterale della gomma, come anche indicato dalla parola inglese equivalente “sidewall”. Questa parte non è importante solo perchè ospita tutti i codici e il nome dello pneumatico. La spalla è diretta responsabile di aderenza, stabilità e confort.
Ma cosa vuol dire /55? Beh, la battuta di prima riguardo alla non è invecchiata molto bene: questa cifra indica infatti la percentuale dell’altezza della spalla rispetto alla larghezza totale del battistrada. Confusi? In realtà è molto semplice: se il battistrada misura 195 mm ed è una /55, la spalla misura il 55% di 195 mm. Quindi siamo circa a 10/11 cm, senza stare lì a fare la percentuale. Un sistema un po’ complesso ma funzionale.
Lii pneumatici hanno sempre “barre” simili, tra il 40 e il 60. Le gomme “barra 40” hanno una spalla molto sottile e rigida, perfette per la guida sportiva. Una spalla bassa, infatti, non permette alla gomma di flettere molto, mantenendo il battistrada sempre a contatto con la strada. Il contro di questa soluzione, però, è la scarsa capacità delle gomme di assorbire buche e asperità. Infatti, più la spalla è alta, maggiore è la sua capacità di offrire confort sulle sconnessioni. Per questo, le auto con gomme e cerchi molto grandi e spalle sottili sono più stabili ma meno confortevoli, mentre montando pneumatici più alti si sacrifica un po’ di aderenza ed estetica in nome del confort.
Il diametro dei cerchi per “farsi figo” con gli amici, ma non solo
Arriviamo quindi al secondo “gruppo” di cifre, R16. Togliamo di mezzo subito la R: significa Radiale, ed indica la costruzione della gomma. Una volta infatti le gomme erano di tipo radiale, indicato con la R, o diagonale, con le tele incrociate, indicato dalle lettere B o da un trattino, -. Oggi però le gomme sono pressochè tutte Radiali, e la lettera più diffusa è proprio la R, oppure ZR. Quest’ultima si trova sulle gomme ad alte prestazioni, capaci di superare i 240 km/h.
Arriviamo però al numero 16, il primo che si impara a riconoscere. Questo è infatti il numero che indica il diametro del cerchio. Leggere uno pneumatico R16, significa quindi essere di fronte ad uno pneumatico dotato di cerchi da 16 pollici. Il diametro del cerchio è importante sia dal punto di vista estetico che da quello funzionale. Ovviamente, maggiore è il polliciaggio di un cerchio, migliore è la sua resa estetica. Questo perchè nello stesso passaruota, l’insieme di cerchio e pneumatico devono avere sempre lo stesso diametro, con minime differenze. Non siamo di fronte, di solito, a vetture che passano da cerchi da 13 ad altri da 20.
Per massimizzare studi di handling e costi di produzione, infatti, gli pneumatici utilizzati su un’automobile hanno lo stesso diametro totale, tra cerchio e gomma. Questo significa che, se si aumenta il diametro del cerchio, deve diminuire la spalla. Sulla mia auto, ad esempio, con i cerchi da 16 pollici la spalla è /55, con i cerchi da 17 pollici si scende a gomme /45, per arrivare poi ai cerchi da 18″, dotati di “spalla 40”. Questo significa che, esteticamente, il nero della gomma viene sostituito dal disegno dei cerchi, più belli e curati.
Sull’altare del confort e della guidabilità, come abbiamo visto prima, va immolato però il confort e l’assorbimento sulle buche. Spesso quindi bisogna scegliere tra un’auto più bella e sportiva, o una più comoda e più “dimessa” dal punto di vista estetico.
I codici di velocità, di carico e il tipo di utilizzo
Non pensavate che leggere gli pneumatici potesse dare così tante informazioni, vero? E ci manca ancora qualche “dato”, come il prossimo gruppo di sigle, 81V. In questo caso, si leggono due importanti dati: i codici di carico e di velocità. Questi indicano, come è abbastanza immediato intuire, la velocità massima e il carico massimo sopportabile da ogni singolo pneumatico.
“81” indica l’indice di carico, ovvero il peso massimo che ogni pneumatico può sopportare. Su questo dato non rientra solo il peso dell’auto, ma anche il peso dell’auto a pieno carico con tutti i passeggeri, i bagagli e il pieno di benzina, nonchè sulle auto più sportive il “peso” generato dall’aerodinamica. Per questo, quasi mai si “va al risparmio”. Ad ogni numero infatti corrisponde un peso su una scala precisa e univoca per tutto il mondo.
Il numero 81, in questo caso, rappresenta un peso massimo per ruota di 462 kg. L’auto in questione pesa 1215 kg in ordine di marcia, mentre il peso massimo sopportabile dalle quattro ruote è di 1848 kg. È evidente quindi come i costruttori non rischino mai di arrivare neanche vicino al peso con tutti i passeggeri e i bagagli, e anche la legislazione va in questa direzione. Sulla carta di circolazione, infatti, è indicato l’indice di carico, ed è possibile montare pneumatici che hanno un valore uguale o superiore a quello omologato. La sicurezza, come si dice, non è mai troppa.
La lettera V invece indica la velocità massima alla quale gli pneumatici possono arrivare in sicurezza. In questo caso, la lettera V corrisponde a 240 km/h, una velocità di qualche km/h inferiore a quella massima raggiungibile dalla mia auto. Questo significa che gli pneumatici montati sulla mia automobile mi consentono di raggiungere in sicurezza la velocità massima, con anche diversi km/h di “buono”.
In Italia, anche qui, è indicato l’indice di velocità sul libretto, e si possono montare solo pneumatici con codice uguale o superiore. C’è però un’eccezione: se montate pneumatici invernali, potete “sforare” e montare gomme meno performanti, per risparmiare qualche soldo. Il senso di questa regola è che, solitamente, in inverno le velocità sono inferiori, e per questo è consentito l’uso di gomme meno performanti. E prima che pensiate che “tanto in Italia c’è il limite di 130 km/h, io monto pneumatici lenti scusa!”, sappiate che è illegale farlo in estate: rischiate il ritiro della carta di circolazione e una multa salatissima.
Infine, dopo questa dicitura si trova l’eventuale indicazione della “stagionalità” di uno pneumatico. Se lo pneumatico è infatti estivo, come quello in esame, non compare nessuna sigla. Se invece la gomma è invernale o quattro stagioni, dopo indici di carico e velocità compare la dicitura M+S, e in aggiunta, il simbolo di una montagna e di un fiocco di neve. La sola sigla M+S indica la presenza di pneumatici quattro stagioni (M+S significa infatti Mud and Snow, fango e neve), mentre la presenza di una montagna a tre punte con un fiocco di neve all’interno è il logo internazionale delle gomme invernali.
Il DOT, la “data” di uno pneumatico
Siamo arrivati alla fine del nostro viaggio per imparare a leggere gli pneumatici. Di tutte le sigle ancora presenti, tra cui il numero di serie dello pneumatico, l’indicazione di dove è prodotto e altre indicazioni utili, la più importante è il cosiddetto DOT.
Questo “numerino” è inserito all’interno di un ovale, per renderlo riconoscibile dagli altri numeri. E cosa rappresenta? La data di produzione dello pneumatico. DOT significa infatti Department of Transportation, ed è una dicitura introdotta dal Dipartimento di Sicurezza Stradale americano, il l’NHTSA. Questo numero è composto da quattro cifre, divise in due coppie da due: indicano la settimana dell’anno e l’anno di produzione della gomma. Se sul mio pneumatico compare il DOT 1520, vuol dire che è stata prodotta nella quindicesima settimana del 2020, ovvero intorno a metà aprile.
Perchè è importante sapere la data? Perchè come il cibo, anche gli pneumatici invecchiano. Quando per esempio un semplice pezzo di pane diventa vecchio, si indurisce e non ha più la fragranza, il gusto e la consistenza di prima. E lo stesso accade alle gomme. Invecchiando, la mescola con cui ogni pneumatico è realizzato si secca: si formano delle crepe, come delle “rughe” sulla superficie della gomma. Questa, indurendosi, non si scalda più come dovrebbe, e il suo degrado si riduce drasticamente. Questo fa si che le gomme vecchie durino di più per legge, poichè non si consumano più come una normale gomma, e lo spessore minimo del battistrada di 1,6 mm venga rispettato anche per diversi anni.
Questo però non è un lato positivo: se lo pneumatico non si consuma, vuol dire che lo strato di gomma che dovrebbe consumarsi “attaccandosi” all’asfalto rimane sul battistrada. Che significa? Che le gomme vecchie “galleggiano” sull’asfalto, al posto che aggrapparvici: sul bagnato, una gomma vecchia è più pericolosa di una liscia ma più giovane… Attenti quindi al DOT: anche se per legge non va controllato, è buona norma non superare mai i 3, 4, massimo 5 anni di vita. Andando oltre, le proprietà originali dello pneumatico sono drasticamente ridotte. Attenzione poi in fase di acquisto! In pochissimi controllano il DOT quando acquistano un treno di pneumatici, con la conseguenza di montare sulla propria auto gomme con già 5 o 6 anni di vita ma mai usate. Leggere gli pneumatici prima del montaggio può aiutarvi a prevenire delle fregature.
Leggere gli pneumatici dalle etichette, come gli elettrodomestici
Abbiamo quindi imparato a leggere gli pneumatici dalla spalla. Ma dal 1° novembre 2012 c’è un’altra componente degli pneumatici da leggere: l’etichetta. L’Unione Europea da quasi 9 anni a questa parte ha infatti reso obbligatorio l’emissione di un’etichetta per ogni pneumatico, simile in tutto e per tutto a quella degli elettrodomestici dove si consultano classe energetica e simili. Ovviamente, uno pneumatico non consuma energia elettrica, quindi non troverete il consumo energetico. Ci sono però due categorie dove si ottiene un voto diviso in classi, e un voto numerico: i consumi, l’aderenza sul bagnato e il rumore del rotolamento.
Per le prime due categorie, il consumo e l’aderenza sul bagnato, i parametri registrati vengono emessi al consumatore sotto forma di un voto dalla A alla F, con la A che, come nelle scuole americane, sta per ottimo, e la F per pessimo. Il consumo è riconosciuto tramite la resistenza al rotolamento, e vengono premiati gli pneumatici con una bassa resistenza al rotolamento, mentre per l’aderenza sul bagnato la valutazione viene effettuata facendo frenare un’autovettura su fondo bagnato. Infine, è molto facile intuire la misurazione della rumorosità: rappresenta infatti il rumore prodotto dallo pneumatico durante la marcia che si percepisce all’esterno del veicolo.
Pronti a lavorare dal vostro gommista?
Ora siete pronti a volare con le vostre ali. Leggere gli pneumatici è utile sia per sorprendere i vostri amici con delle capacità da nerd appena acquisite, sia per capire le caratteristiche degli pneumatici delle automobili che avete intorno. Soprattutto, però, leggere gli pneumatici è fondamentale per essere coscienti di come siano fatti gli pneumatici e conoscerne i dettagli.
Troppo spesso ci si dimentica della loro importanza. Le gomme sono la componente più importante di un’auto, senza le quali non sarebbe possibile neppure vivere le nostre amate automobili. Saperle leggere, capire, analizzare e scegliere con cura quindi è un aspetto fondamentale della vita di un’automobilista, e spero che oggi tutte quelle strane sigle sul battistrada della vostra macchina ora abbiano molto più senso. Per oggi la puntata di Auto for Dummies si chiude qui. Noi ci vediamo la prossima settimana con un nuovo argomento. Sarà di nuovo sulle gomme? Sarà su qualcosa di totalmente diverso? Per scoprirlo non dovete fare altro che tornare qui su techprincess venerdì prossimo. Ciaoo!
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