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Musk vs Twitter, discussioni sulla testimonianza dell’ex dirigente

Per gli avvocati di Musk dimostra le colpe del social, per Twitter è solo una scusa

La testimonianza dell’ex dirigente per la sicurezza di Twitter sta complicando il caso del social contro Elon Musk, per stabilire se sia lecito rescindere il contratto di acquisizione. Pieter “Mudge” Zatko ha svelato alcune pratiche contestabili di Twitter, ma secondo gli avvocati del social non ha mai gestito i bot: portare la sua testimonianza in tribunale è solo una perdita di tempo. Ma per gli avvocati di Musk, dimostra che non ci si possa fidare di Twitter.

Musk vs Twitter, l’ex dirigente crea discussioni in tribunale

Due settimane fa Zatko aveva riportato alcune pratiche di cybersecurity poco ortodosse del social, che avrebbe esposto gli utenti a pericoli. Per la prima, Twitter risponde a queste accuse tramite gli avvocati. E dice che l’ex dirigente, licenziato a gennaio per “scarse performance“, vuole vendicarsi della società. E inoltre non ha mai gestito lo spam sulla piattaforma.

Quindi per gli avvocati di Twitter avrebbe gestito la propria testimonianza da “whistleblower” in modo da inserire nel discorso del processo con Elon Musk. Pertanto ritengono che non abbia senso includere la sua testimonianza nel processo.

Elon Musk Twitter

E anzi reiterano che i bot non sono la vera ragione per cui Musk vuole uscire dall’accordo. Citando anche un messaggio di Musk di maggio, in cui dice “Rallentiamo per qualche giorno… non ha senso comprare Twitter se stiamo entrando nella Terza Guerra Mondiale”.

Dall’altra parta, gli avvocati di Musk dicono Zatko non è un “ex dipendente inviperito” ma una persona esperta, cui il Governo USA ha in passato offerto una posizione per la cybersecurity. E dice che la testimonianza dimostra che Twitter ha l’abitudine di nascondere informazioni importanti.

Difficile però capire se la giudice del caso accetterà. In uno scambio, gli avvocati di Musk hanno sottolineato di non aver scoperto queste informazioni perché Twitter le ha nascoste. Ma la giudice ha rimarcato: “Non lo sapremo mai, giusto? Perché non avete fatto la due diligence”. Quindi sembra pensare che Musk sia entrato in un accordo senza studiarlo abbastanza, e ora voglia uscirne.

Lo sapremo solo a ottobre, quando inizierà il processo. Ma di certo da entrambi i lati stanno uscendo errori e problematiche che non avremmo mai scoperto se non fosse per questo procedimento giudiziario. Vi terremo aggiornati.

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Source
Engadget

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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