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ABI, l’Associazione Bancaria Italiana sotto attacco hacker

L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) avrebbe subito un attacco hacker, messo in atto tramite un ransomware. Gli hacker avrebbero pubblicato i dati sensibili dei dipendenti dell’associazione. Sembra che dietro l’attacco ci sia il gruppo hacker Vice Society.

Attacco hacker all’ABI, Associazione Bancaria Italiana

Secondo quanto riportato in queste ore, l’attacco ransomware avrebbe coinvolto alcuni dati sensibili degli iscritti all’associazione. Stiamo parlando anche di documenti personali come le carte d’identità e le tessere sanitarie dei dipendenti. Ma anche informazioni su carte di credito, certificati medici, numeri aziendali.

In una nota rilasciata dalla società, sembra che l’attacco sia avvenuto il 18 aprile, colpendo i server dell’associazione. Ma non sarebbe stato il primo. Già da febbraio gli hacker avrebbero iniziato a colpire l’ABI e lo scorso 7 aprile il sito ufficiale era rimasto inaccessibile per diverse ore.

Ransomware Italia al mondo

Nella nota rilasciata dall’ABI si legge che: “L’Associazione bancaria italiana informa che, da febbraio, è destinataria di attacchi informatici. Sono state presentate le denunce alla Polizia postale e alle Autorità
competenti. L’Associazione ha già attivato tutte le azioni a propria tutela e di quella dei dati del personale e adottate tutte le misure per la messa in ulteriore sicurezza delle infrastrutture e dei dati.”

L’associazione quindi dice di non aver ricevuto offerte di riscatto, a differenza di quanto visto in altri attacchi ransomware. Ma molti esperti di sicurezza in questi mesi hanno fatto notare come diverse gruppi hacker abbiano iniziato ad utilizzare i ransomware anche solo per rubare i dati da vendere nel dark web, lasciando bloccati i dati dell’azienda colpita.

La nota dell’ABI è appena arrivata e sembra che al momento non ci siano ulteriori informazioni da condividere. Vi terremo aggiornati.

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Il Post

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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