L’aggiornamento ad iOS 14.5 ha portato con sé l’App Tracking Transparency, una funzionalità che segnala agli utenti quali applicazioni raccolgono e condividono le sue informazioni, dando loro la possibilità di bloccare il tracciamento qualora non fossero d’accordo. Una novità apprezzata dai consumatori ma non da Mark Zuckerberg e compagni. Non a caso qualche giorno fa Facebook e Instagram hanno iniziato a segnalare agli utenti questa novità, spiegando l’obiettivo della raccolta dati e chiedendo di lasciarla attiva. La strategia però non sembra funzionare, almeno fino ad ora.
L’aggiornamento iOS 14.5 riduce i guadagni di Facebook?
L’aggiornamento ad iOS 14.5, il traccimento dei dati, i guadagni di Facebook… qual è il nesso tra tutto questo?
Facebook e Instagram sono applicazioni gratuite, eppure la società di Zuckerberg fattura miliardi di dollari all’anno. Questo grazie alla pubblicità. I dati raccolti infatti consentono alle aziende di creare annunci mirati, il che si traduce in un riscontro quasi garantito per le società che investono in pubblicità sui due social network e in centinaia di milioni di dollari di ricavati per il colosso di Menlo Park.
L’App Tracking Transparency, introdotta con l’aggiornamento iOS 14.5, mette a rischio questo modello di business. Non fornire i propri dati a Facebook rende più difficoltosa la creazione di annunci mirati, cosa che negli scorsi giorni ha spinto la società di Zuckerberg a “minacciare” velatamente gli utenti, dicendo loro che il tracciamento permette ai due social di rimanere gratuiti.
La strategia però non sembra aver funzionato. Negli Stati Uniti solo il 4% degli utenti ha concesso i permessi necessari alle app di Facebook e Instagram.
Nel resto del mondo la percentuale sale al 12%. Una cifra più incoraggiante ma comunque insufficiente.
Questo però è il caso più evidente e chiacchierato del momento. Facebook infatti non è l’unica azienda a risentire della nuova funzionalità. Anche Google, Snapchat e Twitter hanno dichiarato che l’update potrebbe ridurre i loro profitti.
Al momento però sembra troppo presto per correre ai ripari. L’aggiornamento infatti è disponibile solo da un paio di settimane, con molti utenti che non hanno effettuato l’update. Il segnala inviato fino ad ora però è chiaro: quando ne hanno la possibilità, gli utenti scelgono di proteggere la loro privacy.
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