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Anche Airbnb, Uber ed Etsy a supporto dell’Ucraina

Le piattaforme a sostegno dei rifugiati ucraini

Mentre le operazioni della Russia sul territorio ucraino proseguono senza sosta, moltissime aziende statunitensi si stanno muovendo per trovare soluzioni che possano aiutare le persone colpite dalla guerra. Negli ultimi giorni, infatti, sono state tantissime le proposte di supporto umanitario. Tesla, ad esempio, ha aperto le sue stazioni Supercharger ai confini del territorio ucraino, offrendo di fatto ricariche gratuite per i veicoli elettrici. T-Mobile, Verizon e altri operatori telefonici, invece, hanno ridotto o eliminato le tariffe per le chiamate in Ucraina. Ma Airbnb, Uber ed Etsy sembrano le compagnie che hanno trovato le soluzioni più “creative” per supportare gli ucraini in difficoltà. Vediamo allora di cosa si tratta.

Airbnb apre le prenotazioni virtuali in Ucraina

Nell’ultima settimana Airbnb è diventato un importante strumento di supporto umanitario. Moltissimi utenti, infatti, hanno cominciato a prenotare alloggi a Kiev e in altre zone dell’Ucraina così da poter fornire assistenza finanziaria ai locali. Giovedì scorso, ad esempio, l’inglese Mario DiMaggio ha twittato che lui e sua moglie hanno prenotato una residenza Airbnb a Kiev “semplicemente come mezzo per portare denaro direttamente nelle mani dei residenti“. Allo stesso modo, un altro utente ha condiviso su Twitter l’idea della prenotazione virtuale in Ucraina. E “24 ore dopo, centinaia di persone stavano prenotando AirBnB in Ucraina come un modo per inviare assistenza monetaria immediata alle persone nelle aree duramente colpite“.

Secondo la piattaforma di prenotazioni online, ci sono oltre 300 alloggi disponibili in tutto il territorio ucraino – di cui la maggior parte a Kiev, e poi a Leopoli e Odesa -. Buona parte delle strutture, a quanto pare, sono prenotabili per meno di 50 $ a notte. Secondo un rappresentante di Airbnb, oltre 61000 persone hanno prenotato soggiorni virtuali il 2 e 3 marzo, generando donazioni per oltre 2 milioni di dollari. E nonostante la piattaforma non stia supervisionando le operazioni, ha scelto comunque di rinunciare a tutte le commissioni di ospiti e host in Ucraina. In ogni caso, è innegabile che Airbnb stia facendo moltissimo per le persone colpite dalla guerra. La scorsa settimana ha annunciato che avrebbe messo a disposizione alloggi gratuiti a 100000 rifugiati ucraini, rendendo di fatto la piattaforma uno strumento di aiuto umanitario.

Etsy supporta il popolo ucraino

Molti venditori stanno affrontando enormi difficoltà finanziarie a causa del conflitto. Per alleviare parte dell’onere, stiamo cancellando gli attuali saldi dovuti a Etsy da tutti i venditori in Ucraina, che includono commissioni di quotazione, commissioni di transazione, commissioni pubblicitarie e altro“. Così Josh Silverman, CEO di Etsy, ha annunciato le iniziative benefiche della piattaforma a sostegno del popolo ucraino. Un programma che coinvolge anche Depop e Reverb, e che ha generato ben 4 milioni di dollari di contributi. A questi si aggiungono anche le donazioni dei venditori di Etsy, che stanno devolvendo i proventi delle vendite ad organizzazioni umanitarie attive nelle località colpite dall’invasione russa. Inoltre, gli utenti attivi su Etsy stanno anche acquistando download digitali da artigiani con sede in Ucraina, permettendogli così di guadagnare senza dover produrre qualcosa di fisico. Insomma, una strategia quanto mai funzionale per sostenere l’economia ucraina.

Etsy Ucraina

Uber offre corse gratuite in Ucraina

Anche Uber sostiene i rifugiati ucraini. Negli Stati Uniti, le persone possono utilizzare l’App per fare donazioni dirette all’International Rescue Committee. Secondo la società, queste potrebbero raggiungere fino a 1 milione di dollari. Inoltre, Uber offre anche corse gratuite illimitate dal confine ucraino-polacco alle città di Lublino (Polonia centrale) e Rzeszow. E gli utenti a Hrebenne, Dolhobyczow e altre città di confine polacche possono inserire codici speciali per ottenere un passaggio gratuito da o verso i checkpoint. E lo stesso vale per le persone che si muovono da e verso i centri di accoglienza. Anzi, nonostante le corse Uber non siano attive in Ucraina, la società sta pensando di rimettere in moto il suo intero sistema. Inoltre, la compagnia sta lavorando per consentire ai rifugiati ucraini di diventare conducenti Uber nei Paesi vicini. Insomma, iniziative che permetteranno di risollevare il Paese invaso dai Russi. A loro modo, è chiaro.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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