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I palloni aerostatici di Google aiutano a studiare le onde di gravità

Nuovi dati per capire meglio il meteo

I palloni aerostatici Loon di Alphabet, casa madre di Google, stanno sorprendentemente aiutando i ricercatori ha studiare le onde di gravità. I dati raccolti potrebbero aiutare gli scienziati a capire meglio il tempo meteorologico.

I palloni Loon di Alphabet per studiare le onde di gravità

Il progetto portato avanti da Loon non è di suo legato allo studio del meteo o a nessun’altra attività scientifica: Alphabet usa infatti questi palloni per portare la connessione internet in luoghi remoti e altrimenti con collegati.

La presenza di questi palloni, dotati di sensori di vario tipo per la telemetria, ha dato però l’occasione al team guidato dalla professoressa Aditi Sheshadri dell’Università di Stanford di studiare le cosiddette onde di gravità e pubblicare un report. Da non confondersi con le astronomiche onde gravitazionali, le onde di gravità sono quelle perturbazioni dell’aria all’interno dell’atmosfera causate la forza di gravità. Semplificando, l’aria fredda è più densa di quella calda, e quindi, trascinata dalla gravità, tende a “cadere” al suolo, spingendo verso l’alto l’aria calda. Questo provoca delle onde che si propagano e che giocano quindi un ruolo nelle condizioni atmosferiche.

La loro azione influenza le turbolenze a cui vanno incontro gli aerei e lo sviluppo delle tempeste. Capirle meglio vuol dire capire meglio l’evoluzione del meteo, un’ambito fondamentale soprattutto considerando i cambiamenti climatici sempre più intensi verso cui stiamo andando incontro.

Tanti dati come mai prima d’ora

Il team di ricercatori ha raccolto oltre 6811 osservazioni da 48 ore tra il 2014 e il 2018. “È stato in realtà un fatto molto fortunato perché non stavano raccogliendo dati per una missione scientifica. Ma, incidentalmente, tra i dati raccolti avevano posizione, temperaturapressione” ha detto la dottoressa Sheshadri.

Per mettere la quantità di dati raccolti in prospettiva, studi simili in passato usavano alcune dozzine di palloni aerostatici e raccoglievano dati soltanto in alcune regioni per un paio di stagioni. I dati di Loon coinvolgono tutto il mondo anni e anni di osservazione.

Speriamo quindi che questa collaborazione possa continuare anche nei prossimi anni, portando così alla raccolta di altri dati e alla derivazione di nuovi risultati scientifici.

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Giovanni Natalini

Ingegnere Elettronico prestato a tempo indeterminato alla comunicazione. Mi entusiasmo facilmente e mi interessa un po' di tutto: scienza, tecnologia, ma anche fumetti, podcast, meme, Youtube e videogiochi.

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