Katalin Karikó e Drew Weissman sono gli scienziati premiati per aver contribuito allo sviluppo dei vaccini anti-covid a base di mRNA. Il premio in questione è il Nobel per la medicina 2023 assegnato dall’Assemblea dei Nobel del Karolinska Instituet.
Nobel per la medicina 2023, gli studi per il progresso sul vaccino anti-covid
L’ungherese Katalin Karikó e lo statunitense Drew Weissman sono gli scienziati che hanno ricevuto il Nobel per la medicina 2023. Premio decisamente meritato perché i loro studi sono stati importantissimi per lo sviluppo dei vaccini a mRNA utili contro il covid-19, il virus che ha scatenato la pandemia gli scorsi anni.
La loro scoperta ha portato a capire come l’mRNA interagisce con il sistema immunitario e quindi a sviluppare il vaccino anti-covid. La vaccinazione stimola la formazione di una risposta immunitaria a un particolare agente patogeno. Questo dà all’organismo un vantaggio nella lotta contro la malattia in caso di esposizione successiva.
La scoperta della biochimica Karikó e dell’immunologo Weissman ha portato ad affermare che, grazie ai progressi della biologia molecolare degli ultimi decenni, sono stati sviluppati vaccini basati su singoli componenti virali, piuttosto che su virus interi.
I due scienziati sono stati eccezionali anche nella velocità con cui hanno sviluppato i due vaccini a base di mRNA modificati: il risultato è stata la protezione dal virus per il 95% di efficacia.
La collaborazione tra gli scienziati Karikó e Weissman
La biochimica Katalin Karikó ha studiato dei metodi per utilizzare l’mRNA per scopi terapeutici. La donna è sempre stata convinta del fatto che proprio l’mRNA poteva essere impiegato per tali fini. Ad essere completamente d’accordo è stato l’immunologo Drew Weissman.
Egli studiava le cellule dendritiche, che hanno funzioni fondamentali per l’accertamento che il sistema immunitario stia funzionando come si deve. E dal momento che la faccenda interessava anche la biochimica, la loro collaborazione è nata proprio dal fatto che entrambi erano interessati a come i diversi tipi di RNA interagiscono con il sistema immunitario.
Entrambi hanno condotti degli studi sul fatto che l’mRNA poteva essere utilizzato come terapia. Studi avvenuti nel 2005, quindici anni prima dello scoppio della pandemia di Covid-19. Infatti, l’interesse per la tecnologia dell’mRNA ha iniziato a crescere e nel 2010 diverse aziende stavano lavorando allo sviluppo del metodo. Per questo motivo, sono stati realizzati vaccini contro il virus Zika e il MERS-CoV, quest’ultimo strettamente correlato al SARS-CoV-2.
Infine, nel 2020, grazie alle scoperte dei due scienziati, sono stati realizzati due vaccini a base di mRNA. Studi che gli hanno valso, appunto, il Nobel per la medicina.
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