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L’abbonamento per le notizie di Apple che colpisce gli editori

Apple vuole lanciare un aggregatore di news con un prezzo fisso mensile, facendo pagare però un caro prezzo a chi le notizie le scrive

Apple ha annunciato l’intenzione di creare un servizio di abbonamento per le notizie. Definito come il “Netflix delle news”, garantirebbe l’accesso a tutti i maggiori quotidiani a pagamento online ad un costo fisso mensile. Le condizioni che l’azienda di Cupertino vorrebbe imporre agli editori per far parte di questo nuovo modello sono però molto dure, quasi assurde.

Le condizioni chieste da Apple

In un momento particolarmente stagnante per Apple per quanto riguarda la vendita di hardware, l’azienda sta puntando tutto sulla vendita di servizi. È nota da tempo la sua intenzione di creare un servizio di streaming analogo a Netflix e Amazon Prime, ed è arrivata addirittura a collaborare con altri produttori per portare iTunes AirPlay su alcune televisioni. L’intenzione di creare un nuovo servizio riguardante le news non è quindi sorprendente, ma rimane molto interessante, soprattutto in un settore formato da tanti player con ognuno il suo abbonamento.

Per gli utenti interessati a tenersi informati, pagando una cifra relativamente bassa (si parla circa di 10$ al mese), questa è un’ottima notizia. Per gli editori, un po’ meno. Se è vero che entrare a far parte dei fornitori di contenuti all’interno dell’abbonamento vuol dire potenzialmente allargare il bacino di utenti, le condizioni che Apple vorrebbe imporre sono estremamente dure. L’azienda si terrebbe infatti il 50% dei ricavi totali, con l’altro 50% spartito tra i vari editori in base al tempo speso dagli utenti sui rispettivi contenuti. Per fare un paragone, Apple chiede agli sviluppatori di app e giochi “solo” il 30% dei ricavi.

Un’altra condizione ritenuta da molti controversa sarebbe quella per cui Apple non condividerebbe con gli editori nessuno dei dati riguardanti gli utenti, impedendogli quindi di utilizzarli per inquadrare il tipo di lettore interessato ai loro contenuti e creare campagne pubblicitarie mirate. Infine, il contratto proposto da Apple avrebbe la durata vincolante di un anno, mentre i vari editori sono divisi tra chi vorrebbe contratti assicurati per un periodo maggiore di tempo e chi vorrebbe la possibilità di scindere più facilmente l’accordo in caso di risultati non soddisfacenti.

Apple in trattativa con i creatori di notizie

Grossi nomi come il New York Times ed il Washington Post non hanno ancora accettato di partecipare al progetto proprio a causa di questa stringente licenza. Le trattative sono ancora in corso, e non è detto che Apple non riesca a trovare un accordo, magari facendo qualche concessione. L’intenzione è comunque quella di lanciare il servizio entro la fine del 2019, all’interno della già esistente applicazione Apple News (dove si possono già comprare gli abbonamenti ai singoli magazine).

L’idea di un servizio di abbonamento trasversale per le notizie è sicuramente interessante, e sarebbe in linea con il modello adottato dal cinema, dalla televisione e dalla musica. Come per quest’ultime, però, la convenienza per gli utenti rischia di venire pagata dai creatori di contenuti, costretti a dividere i ricavi con il servizio di distribuzione. Inoltre, il fatto che Apple abbia chiesto delle condizioni simili dimostra una forte disparità in termini di potere contrattuale tra gli editori e il colosso digitale. Vedremo se i primi riusciranno ad spuntare qualcosa in più, o se il secondo invece otterrà quanto richiesto.

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Source
The Wall Street Journal

Giovanni Natalini

Ingegnere Elettronico prestato a tempo indeterminato alla comunicazione. Mi entusiasmo facilmente e mi interessa un po' di tutto: scienza, tecnologia, ma anche fumetti, podcast, meme, Youtube e videogiochi.

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