Ogni giorno, alle tragiche notizie provenienti dall’Ucraina si aggiunge lo spettro del conflitto atomico.
Peraltro, proprio in queste ore l’esercito di Mosca ha conquistato Zaporizhzhia, la centrale atomica affacciata sul fiume Dnepr, nel sud dell’Ucraina, che ospita sei dei quindici reattori nucleari del Paese.
Il presidente Volodymyr Zelensky ha fatto sapere con un tweet che, se la centrale di Zaporizhzhia dovesse esplodere, il conseguente disastro nucleare sarebbe sei volte peggiore rispetto a quello di Chernobyl.
Ma c’è un altro versante del conflitto, forse meno eclatante. Su cui richiama oggi l’attenzione AIxIA, l’associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale: l’utilizzo di armi tecnologiche basate sull’AI.
Con un comunicato stampa, e attraverso una serie di interviste rilasciate dal neoeletto presidente Gianluigi Greco, AIxIA ha spiegato l’impellenza di una regolamentazione dell’AI per fini militari.
Il comunicato di AIxIA
In una nota stampa, l’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale interviene dichiarando una forte preoccupazione per quello che sta avvenendo in questi giorni in Ucraina.
La posizione di AIxIA rispetto alla guerra e alla necessità di regolamentare l’AI per fini militari viene espressa in cinque punti. Vediamoli.
La guerra in Ucraina e la posizione dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale
Nei primi tre dei cinque punti l’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale auspica un pronto cessate il fuoco, si dichiara solidale con la popolazione ucraina e plaude agli sforzi di chiunque stia agendo per affermare le ragioni della pace.
Ma è negli ultimi due punti che AIxIA entra nel terreno di propria competenza. Anzitutto invitando i propri associati a sensibilizzare le Università, i centri di ricerca e le imprese in cui lavorano a offrire ospitalità a ricercatrici e ricercatori e a studentesse e studenti in fuga dall’Ucraina.
L’ultimo punto, rivolto al futuro, è quello in cui l’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale invoca una rapida regolamentazione dell’utilizzo delle tecnologie di Intelligenza Artificiale per fini militari. Incluse quelle orientate a promuovere campagne di disinformazione (di cui parleremo più avanti).
AIxIA, in particolare, auspica la definizione di regolamentazioni condivise per la messa al bando delle armi autonome e dei cosiddetti killer robot, che sono una grave minaccia per il rispetto delle norme del diritto internazionale umanitario.
La parola a Gianluigi Greco
Gianluigi Greco, subentrato nel gennaio del 2022 a Piero Poccianti alla presidenza dell’Associazione, intervistato dai colleghi di Adnkronos ha spiegato meglio la situazione.
Greco, da informatico ed esperto di intelligenza artificiale, ribadisce la necessità di una regolamentazione che limiti la pericolosità delle armi tech basate sull’intelligenza artificiale.
Il presidente di AIxIA ha detto: “Coloro che lavorano sull’Intelligenza Artificiale, unanimemente, stanno da più tempo sottolineando che prima o poi diventerà un vero problema l’utilizzo delle armi intelligenti. E, anche se questi scenari al momento non sembrano così concreti, si stanno drammaticamente avvicinando così come sta ritornando il rischio nucleare.”
Greco cita l’esempio dei droni. E aggiunge che “i problemi possono arrivare da nuove armi a cui si sta lavorando, armi da terra come carri armati completamente intelligenti che, senza nessun intervento umano e dotati di intelligenza artificiale, potrebbero muoversi sul terreno e porre un rischio concreto per l’umanità.
La necessità di una regolamentazione dell’AI per fini bellici
La questione di fondo, conclude Gianluigi Greco, è che se la catena di comando passa in mano all’AI, negli scenari di guerra verrebbe meno “l’elemento umano, che potrebbe prendere decisioni meno devastanti per le popolazioni e le comunità civili”.
L’auspicio del presidente di AIxIA è che l’Europa, così come ha approvato le linee generali di una proposta di regolamento sull’uso dell’AI nella nostra vita quotidiana, faccia lo stesso per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in situazioni belliche.
I due giornalisti ucraini creati da Mosca con l’intelligenza artificiale
Un esempio di uso distorto dell’AI per scopi di guerra riguarda Irina Kerimova e Vladimir Bondarenko, rispettivamente caporedattrice e redattore di Ukraine Today.
Peccato solo che i due giornalisti ucraini apertamente critici verso il governo di Zelensky non esistono. Sono stati appunto creati dalla Russia con l’intelligenza artificiale, per screditare e diffamare l’avversario politico e militare attraverso notizie false, esattamente come i due profili.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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