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I giornalisti fasulli della propaganda anti-Ucraina

Due redattori creati dall'AI per diffamare il governo di Zelensky

Ancora una storia incredibile sulla propaganda anti-Ucraina. Questa volta riguarda Vladimir Bondarenko, redattore di “Ukraine Today”, e Irina Kerimova, caporedattrice della stessa testata. Due giornalisti particolarmente attivi nella diffusione di contenuti critici nei confronti del governo di Volodymyr Zelens’kyj. Sfortunatamente, però, questi redattori non esistono. Ebbene sì, avete letto bene. Si tratta di persone assolutamente inventate, il cui aspetto fisico è stato creato da un’Intelligenza Artficiale. Il motivo? Diffamare l’Ucraina.

Ucraina: giornalisti inventati dalla Russia per diffamare il suo avversario

Abbiamo già detto molte volte che il conflitto Russia-Ucraina si sta combattendo dentro e fuori il territorio dell’Europa Orientale. In questo senso, i media – digitali e non – stanno svolgendo un ruolo di incredibile importanza. Il governo di Putin, infatti, sta facendo tutto quello che gli è possibile per diffamare il suo avversario. Ad oggi, Facebook ha portato alla luce ben due diverse operazioni di disinformazione. La prima, come anticipato, si è avvalsa dell’uso dell’identità di due giornalisti creata dall’AI per poter diffondere contenuti che descrivessero l’Ucraina come uno Stato fallito. E supportare così l’operazione di invasione della Russia. La seconda ha coinvolto, invece, i cybercriminali bielorussi Ghostwriter.

Da quanto sappiamo, questi si sono appropriati di account di persone reali per alimentare la propaganda anti-Ucraina. Insomma, due campagne massicce, che hanno attaccato il Paese anche sul fronte dell’informazione. In questo senso, risulta assolutamente incredibileil ricorso all’identità inventata di due giornalisti per diffamare il governo di Zelensky. A tal proposito, c’è da dire che Meta ha dichiarato di aver rimosso ben 40 profili legati all’operazione di disinformazione. Una piccola parte di un’operazione di creazione di personalità più ampia, che si è diffusa su Twitter, Instagram, Telegram e i social network russi. In ogni caso, anche le altre piattaforme si sono mosse per fermare la disinformazione. Ma i giornalisti fasulli hanno fatto il loro. E questo dimostra come la Russia sia restia nell’abbandonare la sua strategia politica.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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