Mac mini M2: mai più senza | Recensione

Partiamo dalle premesse: Mac mini con processore M2 vuole diventare un best buy entrando prepotentemente nelle vostre case. Ma vale la pena fare lo “switch” passando magari da un sistema Windows a un Mac in configurazione fissa che si presenta sul mercato come un prodotto quasi low-cost (per gli standard Apple)? Questo switch lo abbiamo provato sulla nostra pelle e siamo pronti a raccontarvi come ce la siamo cavata.

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Costa aspettarsi da Mac mini con M2?

Ebbene si, ho rinunciato alla mia postazione casalinga fissa (che in realtà era un portatile Windows collegato a un monitor) per testare il nuovo Mac mini con processore M2 nella configurazione più basilare di tutte: M2 con CPU a 8 core e GPU a 10 core, 8 GB di RAM e 256 di memoria interna che sul mercato viene venduto a un prezzo di listino di 729 €. Si avete capito bene, settecentoventinove euro… prezzo quasi definibile low cost per gli standard di Apple. Per questo nuovo Mac mini inoltre è previsto anche lo sconto studenti che permette di portarselo a casa a 584 € che – per quel che ci riguarda – è davvero un ottimo affare viste le prestazioni offerte che sono tutto fuorché basilari.

Ma procediamo con ordine. I nuovi Mac mini 2023 con M2 e M2 Pro sostituiscono il predecessore del 2020 con processore M1 (come sempre non troverete più quest’ultimo sul sito di Apple ma sugli store come Amazon continuano ad essere venduti).

Cosa cambia da M1 e M2? Esteticamente nulla. Mac mini 2023 si presenta sempre come uno scatolotto argentato dalla “faccia” quadrata di circa 19,7 cm. La scocca è identica, a cambiare sono i componenti interni e le porte che – come sempre – sono posizionate sulla parte posteriore. I modelli M1 e M2 presentano gli stessi ingressi per numero e tipologia, ma il modello M2 ha sostituito il protocollo Thunderbolt 3 con il Thunderbolt 4, che tradotto significa una migliore velocità di trasferimento dei dati e un più ampio supporto per i display (fino a due monitor contemporaneamente: un monitor con risoluzione fino a 6K a 60Hz collegato via Thunderbolt e un monitor con risoluzione fino a 5K a 60Hz collegato via Thunderbolt o con risoluzione 4K a 60Hz collegato via HDMI).

256 GB di memoria… un po’ pochini?

L’unica cosa che mi ha fatto storcere inizialmente il naso è la memoria interna: 256 GB sono quelli di un portatile, a casa vorrei almeno 1T. In realtà mi sono organizzata usando uno dei tanti HD e SSD che ho in casa e alla fine mi sono ricreduta perché è quasi più comodo lavorare così. Vi faccio un esempio: se sto editando un video sulla postazione casalinga (con tutti i file su un SSD esterno), quando devo uscire, stacco e continuo sul portatile e poi, in caso, lo passo al prossimo videoeditor che deve terminare il montaggio. Vi assicuro che quando si hanno da 200 GB a 1T di clip video, il trasferimento dei file diventa estremamente difficoltoso e i cari vecchi SSD sono sempre la soluzione migliore.

Così potente come dicono?

Insomma si tratta di una macchina piccolina ma estremamente potente finché rimarrete nel suo campo di azione. Mi spiego meglio, questa versione base è davvero una scheggia, M2 rispetto a M1 garantisce prestazioni ancor migliori anche se non potrete percepirle a occhio nudo senza dei benchmark da nerdoni (che non faremo perché non è l’intento di questa recensione).

Personalmente l’uso che faccio del PC fisso è rivolta alla scrittura, all’editing basilare di foto e al montaggio di qualche video (principalmente modifiche o export finali) in quanto il “lavoro sporco” lo fanno i nostri videomaker che utilizzano macchine ben diverse (solitamente PC da gaming).

Ho comunque provato ad esportare – con Adobe Premiere CC – uno degli ultimi video che abbiamo prodotto per Driving Fjona. Per concludere l’export di un video i 1,2 GB in risoluzione Full HD formato H.264 ci sono voluti meno di 2 minuti. Con l’export lanciato, ho continuato ad utilizzare Adobe Photoshop con sotto aperto Chrome con Wordpress per scrivere un’articolo, Whatsapp e Telegram sempre a portata di mano. Ho provato ad esportare il file sia usando la memoria interna di Mac mini sia caricando i file su un SSD esterno da gaming (un WD Black P40 con velocità di lettura e scrittura fino a 2000 Mb/s) e il tempo di export in entrambi i casi si è attestato sui 2 minuti.

Inoltre durante la lavorazione del video in Adobe Premiere, ho potuto scorrere il mouse in timeline con riproduzione in qualità nativa e l’anteprima del video non ha mai avuto un’esitazione, nemmeno per qualche istante.

Ho scelto un video in Full HD e non in 4K perché chi vuole effettuare lavori più pesanti può scegliere un Mac Mini con M2 Pro o un Mac Studio. Insomma, questo piccolino è in grado di soddisfare le esigenze medio-alte di tutti: di bambini e ragazzi che svolgono attività scolastiche, di genitori che lo usano per un lavoro da ufficio o di liberi professionisti che fanno di tutto un po’ e che all’occorrenza hanno bisogno di un po’ di potenza per dei lavori un po’ più complessi.

Postazione basilarmente “avanzata”

Ecco, permettetemi solo di fare un passo indietro. Come avrete visto dalle foto, la postazione che ho “assemblato” sulla scrivania e tutto fuorché basica e low-cost: sono tutti prodotti Apple (che in realtà non sono indispensabili ai fini della prova, nel senso che non modificano l’esperienza utente generale).

Nello specifico abbiamo in prova:

• Mac mini M2 da 256 GB (729 €)
• Studio Display con vetro standard (1700 € circa)
• Magic Keyboard con tastierino numerico (134 €)
• Magic Trackpad (152 €)
• Magic Mouse (85 €)

Come dire, gli accessori Apple sono “lamortesua” ma anche un po’ quella del vostro portafogli. Perché se la calcolatrice non mi inganna, il totale di tutti i prodotti Apple della mia nuova postazione fissa in test arriva a poco meno di 3000 €.

Il monitor Apple Studio Display con risoluzione 5K è una bestia con colori vivi e un audio potentissimo (e webcam integrata), è compatto e si sta perfettamente anche su scrivanie piccole e minimali. La tastiera Magic Keyboard ha una corsa brevissima ed è molto simile a quella dei portatili MacBook e se vi piace il genere è davvero una bomba. Il Magic Trackpad è un accessorio molto particolare (probabilmente non adatto a tutti) perché vi permette di avere l’esperienza del portatile su una postazione fissa anche se a volte potrebbe risultare snervante. Rimandato a settembre invece il Magic Mouse che ho usato e archiviato dopo poco perché non scorre benissimo sulla mia scrivania, scivola di mano come una saponetta e l’ingresso per la ricarica, posizionato sotto, non è per niente funzionale.
Per il mouse quindi ho ripiegato su un mouse Logitech MX – che avevo sulla postazione precedente – e che funziona perfettamente. Ah, giusto, non ve l’ho detto: tutti questi accessori sono ricaricabili attraverso cavo lightning.

Capite bene che non si tratta più di una postazione low cost, ma vi assicuro che monitor, mouse e tastiera/trackpad Apple possono essere tranquillamente sostituiti con validissimi produttori di monitor come Samsung, Philips, Asus, AOC e MSI mentre per mouse e tastiera, i prodotti Logitech sono perfetti.

Mac mini M2: cheffaccio, cambio?

Per me la risposta è si, soprattutto se utilizzate un iPhone o un iPad e avete accessori tipo Airpods. Vi dico questo perché durante i miei giorni da “switcher” ho fatto cose che prima non facevo. Stavo sistemando tutto il resoconto di un corso che ho fatto e avevo delle foto di slide sullo smartphone, ho fatto “copia” su iPhone e ho incollato su Notion direttamente su Mac. Ho usato iPhone come fotocamera alternativa durante una videochiama su Zoom (grazie alla funzione Continuity Camera) e ho usato iPad come secondo schermo con al funzione Sidecar. Tutto questo è possibile grazie a MacOS Ventura e iOS 16, che interagendo insieme sono capaci di creare un’esperienza utente davvero senza precedenti.

Se potessi, non tornerei più indietro anche se… ora come ora, visto il carico di lavoro molto basilare in cui mi cimento, mi butterei su un Mac mini con M1 che potete portarvi a casa a 599 € su Amazon che ha comunque delle ottime prestazioni e costa qualcosa meno.

Mac mini con M2 quindi soddisfa a pieno le aspettative rispettando quelle che erano le promesse iniziali: una macchina adatta a tutti, ben potente, non estremamente costosa e che dura nel tempo (i prodotti Apple tendono a durare anche sette o otto anni).

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