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Twitter viene formalmente contattata dagli avvocati di Elon Musk

Il miliardario chiede di poter calcolare i dati degli account fasulli presenti sul socail.

Il contenzioso che divide il multimiliardario Elon Musk da Twitter sta infine assumendo una dimensione formale, con gli avvocati che prendono progressivamente il posto dello shitposting internettiano. L’evoluzione dello stato delle cose è sancito da una lettera deposta nelle scorse ore presso la SEC, la Commissione Titoli e Scambi americana, una lettera in cui il team legale di Musk chiede al social network di soddisfare tutte le richieste avanzate.

Gli avvocati di Elon Musk attaccano Twitter

Al centro della diatriba sono, poco sorprendentemente, gli account fasulli che popolano il portale, nonché la reticenza dimostrata da Twitter nel rivelare a Musk gli eventuali scheletri nascosti nell’armadio aziendale. Nello specifico, gli avvocati accusano il social di non aver sviluppato metodologie adeguate ad assicurare un’analisi accurata di quanti siano effettivamente i profili fake registrati al suo servizio.

Un’accusa severa, ma puntuale. Sebbene la Big Tech denunci che “meno del 5%” degli iscritti totali sia da considerarsi contraffatto, il gruppo di ricerca SparkToro rilancia con la cifra di 19.42%, percentuale che si avvicina peraltro a quella avanzata da Musk, il quale ha suggerito che il binomio bot-fake superi il 20%.

D’altro canto, sono anni che Twitter vanta ufficialmente “meno del 5%” di profili truffaldini e molti osservatori hanno preso a dubitare di un numero che sembra troppo arbitrario e costante per essere veramente affidabile. Una simile staticità risulta pregna di dubbi, soprattutto tenendo conto che in merito sono esplosi piccoli e grandi scandali che avrebbero dovuto comunque far vacillare il monolitico dato.

Elon Musk Twitter a pagamento

L’importante è fare i conti

Gli avvocati considerano inaffidabili i conteggi riportati dall’azienda tech, quindi offrono una soluzione per uscire dallo stallo di un’acquisizione aziendale che sta diventando una soap opera: il social deve fornire a Elon Musk tutti i dati necessari perché possa essere il suo stesso team a fare i calcoli del caso.

Vuoi che stia portando avanti disegni maliziosi, vuoi che ci tenga a preservare il funzionamento dei propri sistemi, Twitter è restia a fornire simili informazioni al miliardario, il quale fa sapere attraverso i propri legali di essere pronto a ritirarsi dall’operazione commerciale, qualora non venisse accontentato.

«Si tratta di una chiara violazione concreta degli obblighi che Twitter deve rispettare sotto l’accordo di fusione e il Sig. Musk si riserva di esercitare i diritti derivanti dalla situazione, compreso il diritto di non consumare la transazione e il suo diritto di terminare l’accordo di fusione», recita la missiva.

Le mosse di Musk

Teoricamente, i dati forniti a Musk in questa situazione dovrebbero essere protetti dal vincolo della riservatezza, tuttavia il social ha tutti i motivi di preoccuparsi: l’eccentrico riccone non si è mai fatto problemi a violare certe leggi, quindi non sorprenderebbe se poi alcuni retroscena sensibili finissero pubblicati online sotto forma di canzonatura mematica. Al peggio, Musk subirebbe una sanzione irrilevante per il suo sconfinato conto bancario.

Non solo, la consegna dei dati non garantirebbe di per sé la conclusione pacifica dell’acquisizione, anzi. Essendo tutt’altro che super-partes, Musk non potrebbe generare risultati universalmente accettati e probabilmente questi verrebbero a loro volta contestati, cosa che a sua volta andrebbe a creare situazioni legislative estremamente lunghe e logoranti.

Stando a quanto suggerito dalle fluttuazioni di Wall Street, gli investitori sono convinti che Twitter sia pronta a resistere e a rischiare le nefarie conseguenze. Il valore in Borsa dei titoli del social è infatti crollato del 5,6% ancor prima che i Mercati aprissero le trattative.

Allo stesso tempo, non è detto che la resistenza sia una scelta sbagliata. In assenza di garanzie da parte di Elon Musk, a Twitter non resta che tutelare i suoi dietro le quinte confidando che la controparte non si possa veramente sfilare dal contratto siglato. Certo, imporre al miliardario l’acquisizione pattuita potrebbe richiedere comunque anni di battaglie legali, ma forse rappresenta una scelta migliore che cedere remissivamente e confidare nella correttezza di un uomo che in passato non si è dimostrato estremamente affidabile.

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Source
Lettera dei legali di Elon Musk

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