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Ecco Bold Glamour, il nuovo filtro di TikTok (che sta suscitando non poche polemiche)

Uno strumento che abbellisce. Fin troppo?

A TikTok mancava giusto la polemica legata al suo nuovo filtro Bold Glamour, come se la piattaforma di ByteDance stesse passando un momento tranquillo.

Ricordiamo infatti che TikTok è sempre più preso di mira e destinato al ban. L’accusa è quella che ByteDance trattenga illegalmente i dati degli utenti europei e americani e li metta a disposizione del governo di Pechino.

Ha iniziato alla fine dello scorso anno il governo statunitense, che adesso per chiudere il cerchio ha dato 30 giorni di tempo a tutti i dipendenti delle agenzie federali per rimuovere l’app del social cinese dai loro dispositivi aziendali.

Nel frattempo, anche la Commissione europea e il governo canadese si sono mossi nella medesima direzione. E il governo italiano potrebbe fare altrettanto.

E ora, ecco un nuovo problema, meno politico e più… estetico: lo spauracchio di Bold Glamour. Di cosa si tratta?

TikTok

Cos’è Bold Glamour

Bold Glamour, traducibile suppergiù con glamour audace, sta facendo scandalo.

E va da sé che, per capire il perché del polverone suscitato, occorre prima capire cosa mai sia. Si tratta di un filtro che migliora l’aspetto del volto. Tutto qui, direte voi?

Sì e no, rispondiamo noi. Perché rispetto ai precedenti filtri già esistenti sulle app (ma anche nelle impostazioni degli smartphone), Bold Glamour fa un salto di qualità.

La resa, infatti, è allo stesso tempo assai realistica, e decisamente migliorativa rispetto alla situazione di partenza. Permetteteci un esempio un po’ greve: è come se noi, all’indomani di una sbronza colossale e dopo una notte insonne, finissimo nelle mani di un’équipe di truccatori professionisti.

Lo zampino dell’IA

Tanta perizia nel migliorare i volti non poteva che nascondere dietro sé il tormentone del momento: l’intelligenza artificiale.

È lei che analizza i volti, “spremendo” al massimo le potenzialità estetiche del soggetto, e preparando per una serata di gala anche un pugile suonato. L’IA si adatta poi al genere: minimizza i ritocchi davanti a fattezze maschili, abbonda al cospetto di quelle femminili.

Bold Glamour, il filtro delle polemiche

Quindi, questo Bold Glamour cos’ha che non va?

Beh, paradossalmente non va proprio la sua estrema capacità di abbellire, quasi in modo irreale, o per meglio dire iperrealistico.

Il filtro Bold Glamour è già stato utilizzato più di 6 milioni di volte. E sta suscitando perplessità a due diversi livelli.

Il primo è quello degli utenti, che sembrano divisi in due da questo generosissimo trucco istantaneo. Alcuni ne sono entusiasti, e gigioneggiano al cospetto di un’immagine di sé portata ai massimi livelli estetici possibili, se non oltre. Ma sono probabilmente gli utenti più sicuri di sé, dotati di autostima e autoironia in abbondanza.

Ma, specie in quella delicatissima fase della vita che è l’adolescenza, le angosce e i sensi di inferiorità sono dietro l’angolo. E così, molti utenti di TikTok non gradiscono l’illusorietà di Bold Glamour. Che per qualche istante mostra il volto dei giovani per come loro vorrebbero essere nei sogni più inconfessati. Poi, però, lo specchio della cameretta torna a mostrare tutte le imperfezioni del volto. Imperfezioni che ci rendono umani e unici, certo, ma vallo a spiegare a un adolescente.

Il mito della bellezza

Il secondo livello del problema è quello annoso, secondo cui strumenti come Bold Glamour farebbero ambire a canoni di bellezza da un lato irraggiungibili e dall’altro freddi, impersonali. Così, oltre a porsi come modelli esteticamente (e moralmente) poveri, ingenerano frustrazione proprio per la loro inarrivabilità.

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Non solo Bold Glamour

C’è però da dire che i giovani, anche attraverso i social, non sono sempre così manipolabili o attratti da canoni estetici iperrealistici.

Due esempi: il primo, il filtro Yassify, che ha avuto un boom qualche tempo fa. Anch’esso abbelliva i connotati, ma in modo così esasperato da renderli grotteschi. E da celare in sé una palese critica alla nostra società eccessivamente concentrata sull’effimero.

Il secondo: in un articolo di giugno avevamo segnalato che – proprio in opposizione al culto del ritocco di sé tramite social – tra i giovani era nato il movimento #nomakeup, i cui aderenti si mostrano sui social network in modo naturale, opponendosi all’imperante narcisismo digitale.

Come sempre accade, non ci sono giovani generazioni perdute, ma ragazzi più inclini a essere soggiogati dalle mode, e altri più capaci di agire in modo autonomo e reagire al tentativo di massificazione. I primi vanno aiutati, magari con la complicità dei secondi.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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