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Airbnb sta bannando chiunque abbia partecipato all’attacco di Capitol Hill

Dopo Twitter e Facebook, ora anche Airbnb si muove contro i partecipanti all'attacco di Capitol Hill

Non sono soltanto le piattaforme social ad essersi mosse contro gli utenti aderenti al movimento complottista di QAnon. Anche Airbnb ha deciso di prendere delle misure per evitare che chiunque abbia preso all’attacco di Capitol Hill possa sfruttare la piattaforma per rimanere a Washington DC nelle prossime settimane. E non solo. A suo modo la compagnia ha deciso di limitare l’uso dell’account per chiunque abbia partecipato fisicamente all’attacco di mercoledì scorso.

In questo modo, anche Airbnb segue la linea dei social media, che si sono mossi in maniera repentina per limitare la diffusione delle idee del movimento complottista filo-trumpiano. La piattaforma, però, ha deciso di agire in maniera ancora più diretta, andando a limitare i movimenti dei partecipanti ai disordini.

Capitol Hill: così Airbnb blocca i partecipanti all’attacco

In questi giorni Airbnb ha attuato un vero e propio “Piano di Sicurezza del Campidoglio“. Nell’ambito di questo progetto, la piattaforma ha dichiarato di voler verificare se i partecipanti all’attacco di Capitol Hill siano in possesso di un account. In tal caso, Airbnb si dice pronta a bannarlo. Al di là di questo, la compagnia sta cercando di esaminare le prenotazioni fatte nell’area di Washington DC. In questo modo può trovare eventuali partecipanti ai disordini, annullarne i soggiorni e sospenderne gli account.

Capitol Hill attacco QAnon

Le azioni intraprese da Airbnb in questi giorni rispondono alle misure di fiducia e sicurezza che la piattaforma ha implementato a seguito delle violenze di Charlottesville del 2017. Ma, come abbiamo anticipato, la compagnia non è la sola ad aver agito per limitare la diffusione delle teorie complottiste dei filo-trumpiani. Apple, Google ed Amazon, ad esempio, hanno di recente sospeso Parler, la piattaforma che sarebbe stata utilizzata dai membri del QAnon per pianificare l’attacco al Campidoglio. Insomma, al pari del sostegno dimostrato al movimento BlackLivesMatter, le piattaforme digitali si stanno muovendo per limitare soprusi e violenze.

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