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Caricabatterie universale, la replica di Apple all’Ue: “Non serve”

L’azienda di Cupertino ha depositato il documento di risposta alla Commissione Europea

Da un paio di mesi si gioca una curiosa sfida tra l’Unione europea e Apple, il cui campo di battaglia – per così dire – è il caricabatterie universale.

Sì, perché lo scorso 22 settembre la Commissione Europea ha avanzato una proposta legislativa per l’adozione di uno standard unico di ricarica. In poche parole, perché tutti i dispositivi elettronici che in futuro saranno messi in commercio siano compatibili con un unico modello di caricatore. Modello individuato nell’USB-C, oggi adottato dalla maggior parte degli smartphone in vendita.

Ed ecco che a distanza di quasi due mesi, precisamente giovedì 18 novembre, Apple deposita alla Commissione Europea un documento con le sue risposte sulla questione. Risposte che sono brutalmente riassumibili in una parola: “No”. Per l’azienda di Cupertino il caricabatterie universale non serve. E inoltre non è al passo con i tempi.

Vediamo cosa contiene il documento appena depositato, e riprendiamo poi i motivi che hanno spinto la Commissione ad avanzare la proposta di un caricabatterie universale per tutti i dispositivi elettronici.

caricabatterie

Caricabatterie universale: la posizione di Apple

Nel documento depositato in Commissione, si evince con chiarezza la posizione di Apple, decisamente contraria all’adozione del caricatore unico.

Nella parte introduttiva della relazione, Apple esprime una doppia preoccupazione che deriverebbe dall’entrata in commercio di un caricabatterie universale: intanto, per il fatto che verrebbe frenata la spinta all’innovazione (che porterebbe miglioramenti anche sul piano della sicurezza e del risparmio energetico). E poi perché si limiterebbe la libertà di scelta dei consumatori.

Dopo aver definito la proposta dell’Ue “ampiamente sproporzionata rispetto a qualsiasi problema percepito”, l’azienda di Tim Cook analizza tre aspetti potenzialmente deleteri dell’eventuale introduzione del caricabatterie universale. Eccoli, in sintesi.

Il caricabatterie universale soffoca l’invenzione

Nel documento leggiamo che “l’uso inappropriato degli standard soffoca l’innovazione e mina l’obiettivo di un’ampia interoperabilità. Questi standard vengono aggiornati su base continuativa, ma la procedura per l’aggiornamento del testo giuridico comporterà ritardi significativi nel portare innovazioni e miglioramenti al mercato europeo”.

Freno all’eliminazione dei caricatori esistenti

Secondo Apple “la maggior parte dei prodotti ha lunghi cicli di sviluppo. La modifica dei connettori ha un impatto significativo sulla progettazione del prodotto e sull’ecosistema, richiedendo sforzi pluriennali. Quando la proposta entrerà in vigore, solo i nuovi modelli con USB-C saranno disponibili per l’acquisto da parte dei consumatori europei. Perciò, i consumatori saranno privati della possibilità di acquistare modelli meno recenti compatibili con i loro accessori e caricabatterie, con conseguente obsolescenza precoce dei caricabatterie e degli accessori non USB-C”.

Poca chiarezza per i consumatori

Il terzo punto per cui Apple contesta il caricabatterie universale riguarda il rischio di una scarsa trasparenza di informazioni.

“I requisiti per un’etichetta fisica sulla confezione del prodotto non sono chiaramente definiti nella proposta e possono variare all’interno del mercato dell’Ue, il che creerà confusione tra i consumatori europei”.

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Un’apertura alla collaborazione

La posizione di Apple sembra ammorbidirsi nelle righe finali del documento, quando l’azienda dichiara: “Non vediamo l’ora di coinvolgere le parti interessate per aiutare a trovare una soluzione”.

La stessa posizione ambivalente si rispecchia nei prodotti Apple. Se alcuni, come iPhone, iPad e Watch hanno caricatori proprietari, altri come l’iPad Pro adottano l’USB-C. E i nuovi MacBook Pro presentati a ottobre funzionano con entrambe le alimentazioni.

La proposta dell’Ue: i motivi

Dietro alla proposta dell’Ue di adottare un caricabatterie universale c’è un ragionamento semplice. Con uno standard unico di ricarica, si ridurrebbe di molto l’impatto ambientale dovuto alla dismissione dei caricatori. Si è calcolato che il risparmio globale potrebbe raggiungere la cifra di 250 milioni di euro all’anno.

L’adozione della norma sarebbe comunque solo l’ultimo passaggio di una robusta semplificazione già in atto: negli ultimi dieci anni i caricabatterie per telefoni cellulari presenti sul mercato sono passati da 30 a 3.

Da non sottovalutare anche l’aspetto pratico: un caricabatterie universale eviterebbe lungaggini e perdite di tempo scandite dalla domanda: “Dove ho messo il caricatore?”

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I tempi

Al di là dell’ostruzionismo di Apple, la proposta della Commissione Europea dovrà essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio. E ciò dovrebbe avvenire nel 2022. Dopo di che ci sarà un periodo di transizione per consentire ai produttori di adattarsi prima dell’entrata in vigore della legge.

Insomma: il caricabatterie universale, probabilmente, arriverà nel 2024.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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