Caro Carburanti, il Governo si appresta (forse) a ridurre le “famigerate” accise

Con il caro carburanti che non accenna a fermarsi, il Governo Italiano sta studiando una manovra per ridurre e le accise e l’IVA che, insieme, pesano sul prezzo finale di un litro di combustibile per il 64%. Un primo intervento sarà nel “pacchetto di misure anti crisi” che dovrebbe essere discusso dal Consiglio dei ministri a metà settimana, probabilmente già mercoledì 16 marzo. Con la riduzione delle accise, se il progetto andrà in porto, da subito gli automobilisti italiani vedrebbero un risparmio, come minimo, del 10% sul costo del carburante.

Sul taglio di accise e IVA si trova compatto tutto il centrodestra. Il leader della Lega, Matteo Salvini, chiede che Governo italiano e UE diano risposte eccezionali, bloccando IVA e accise. E con le accise italiane “tra le più alte d’Europa”, la forzista Anna Maria Bernini invoca “un nuovo, urgente scostamento di bilancio”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che sollecita, in tempi brevi un intervento del Governo: “Non c’è più un minuto da perdere, non fermare gli speculatori significa fare il loro gioco. Il governo intervenga. Adesso”.

La sinistra, dal canto suo, punta il dito contro le compagnie petrolifere, che sono indicate come le maggiori responsabili del caro carburante, anche più delle accise e dell’IVA. Secondo il segretario del Partito Democratico Enrico Letta, “il governo deve intervenire come si fa di fronte a una truffa, a gamba tesa e immediatamente”. Sceglie una strada leggermente differente Patty L’Abbate, senatrice dei 5 Stelle e componente del comitato Transizione ecologica che vorrebbe la tassazione degli extra profitti delle compagnie petrolifere.

Caro carburanti, quanto pesano le accise sul prezzo finale

L’accise è in pratica una tassa che lo Stato impone sulla vendita di prodotti di consumo. Per quanto riguarda quelle imposte sull’acquisto dei carburanti, in Italia, sono state inserite per “aiutare” lo Stato finanziariamente quando ha dovuto sborsare tanti e tanti soldi per far fronte ad alcune emergenze che si sono verificate negli anni, come un disastro naturale o anche una guerra. Dal 1995, le accise, da una ventina che erano sono state tutte inglobate in un’unica imposta indifferenziata che non fa più riferimento al motivo per cui sono state inserite. Ma non dimentichiamo che da utenti, o meglio, automobilisti, stiamo ancora pagando 0,00516 euro gli aiuti alla città di Firenze dopo l’alluvione del 1966, o 0,00723 euro per il finanziamento della crisi di Suez del 1956. Ma come detto ce ne sono molte altre, come quelle che fanno riferimento ai terremoti dell’Irpinia (1980) e del Friuli (1976). La più recente è di 0,0024 euro, datata 2014, per il finanziamento di alcune spese del decreto Fare “Nuova Sabatini”:

In pratica, secondo l’Agenzia delle accise, dogane e monopoli (ADM), in base all’ultimo rilevamento del 7 marzo su mille litri di benzina, si pagano 728,40 euro di accise. Qualcosa meno si paga per il diesel (617,40 euro). Tirando le somme su una media di 1,953 euro al litro di benzina, 728,4 centesimi si pagano per le accise e 352,21 centesimi di IVA: questo significa che un litro di benzina “netto” costa 872,4 centesimi. Per il diesel, con un prezzo medio rilevato di 1,829 euro al litro, le accise incidono per 617,4 centesimi mentre l’IVA per 329,8 centesimi, dando quindi un prezzo netto di 881,8 centesimi.

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