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Caso FTX: sequestrati 600 milioni di dollari di asset a Sam Bankman-Fried

Nuovo capitolo del crollo dell’azienda di criptovalute

Il caso FTX, la piattaforma di compravendita di criptovalute finita in bancarotta, si arricchisce di un nuovo capitolo.

Come ha riportato ABC News in un articolo di sabato 21 gennaio, sono stati sequestrati 600 milioni di dollari di asset a Sam Bankam-Fried, fondatore ed ex amministratore della piattaforma.

Vediamo più nel dettaglio la notizia del sequestro, e poi ripercorriamo la vicenda FTX.

Il sequestro degli asset di Bankam-Fried

Il governo federale degli Stati Uniti ha dunque sequestrato 600 milioni di dollari in asset a Sam Bankman-Fried, fondatore ed ex ad di FTX, piattaforma di trading di criptovalute

I sequestri rientrano nel procedimento penale contro il trentenne Bankman-Fried, che si è dichiarato non colpevole. È accusato, come figura centrale del caso FTX, di frode e associazione a delinquere.

Secondo i pubblici ministeri Bankman-Fried ha organizzato “una delle più grandi frodi finanziarie della storia americana”, su cui torneremo.

ftx

L’arresto (e il processo)

Il sequestro degli asset di Sam Bankam-Fried fa seguito al suo arresto, avvenuto lo scorso 21 dicembre, quando il fondatore di FTX è stato estradato negli Stati Uniti dalla sua villa nelle Bahamas.

Prima dell’arresto Bankman-Fried ha rilasciato diverse interviste ( tra cui una alla stessa ABC News), sempre dichiarandosi non solo innocente, ma anche all’oscuro di eventuali utilizzi impropri dei fondi da parte dei clienti FTX.

Sam Bankam-Fried ha ribadito la propria innocenza il 3 gennaio, quando è comparso davanti a Lewis Kaplan, giudice distrettuale della corte federale di Manhattan. Su di lui pendono otto capi d’accusa, tra cui la frode telematica e l’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro.

Il giudice Lewis Kaplan ha peraltro stabilito che il processo inizierà il prossimo 2 ottobre.

Cos’è FTX

Ripercorriamo ora il caso FTX, che per più di un motivo sembra emblematico di questi tempi.

Dove c’è un’attenzione sempre crescente verso le criptomonete (valute quanto mai fluttuanti), e dove l’abilità imprenditoriale, la spregiudicatezza e la capacità di maneggiare le nuove tecnologie possono portare a rapidissime glorie e ad altrettanto fulminei crolli.

FTX è, come abbiamo già detto, è una popolare piattaforma di compravendita di criptovalute.

L’azienda fondata nel 2019 era arrivata, nel luglio del 2021, a valere 32 miliardi di dollari. Sembra ieri che Sam Bankam-Fried, ora a processo per una frode di dimensioni colossali, dichiarava al Financial Times: “Abbiamo così tanta liquidità che per noi comprare una banca d’affari come Goldman Sachs non sarebbe un problema”.

E poi? Cosa è accaduto?

Alameda Research e il crollo di FTX

Il caso FTX, o meglio l’inizio della sua fine, è stato reso pubblico il 6 novembre 2021 da un tweet di Changpeng Zhao, fondatore di Binance, la maggior piattaforma di scambio di criptovalute del mondo. Changpeng Zhao ha palesato il concreto rischio di insolvenza di FTX, dichiarando che avrebbe venduto i propri token dell’azienda. È infatti prassi che una società possieda token (che, semplificando, potremmo definire come azioni per le criptomonete) di un competitor.

Il tweet ha avuto subito effetto, perché FTX ha perso il 90% del suo valore.

Ma non è il cinguettio di Changpeng Zhao il motivo del crollo di FTX. Bensì Alameda Research, società di trading fondata nel 2017 sempre da Sam Bankman-Fried.

CoinDesk, società specializzata nell’analisi delle iniziative nell’universo delle criptomonete, ha rivelato che circa la metà degli asset di Alemanda Research erano in FTT (che, sempre semplificando, possiamo definire come token proprietari, cioè creati da FTX). Le due società si sostenevano dunque a vicenda: pratica poco trasparente ma soprattutto assai rischiosa. Perché se il prezzo degli FTT fosse sceso in picchiata, cosa davvero non infrequente nel mondo delle criptovalute, FTX non avrebbe avuto la liquidità per pagare gli investitori.

Investitori che hanno perso fiducia nell’azienda, e hanno iniziato a ritirare gli investimenti. Sino al tweet di Changpeng Zhao, che ha dato una massiccia spinta alla fuga degli investitori stessi. E la piattaforma l’8 novembre (due giorni dopo il tweet) ha bloccato i prelievi.

Le scuse di Sam Bankam-Fried

Bankam-Fried aveva commentato a caldo il caso FTX, addebitando la bancarotta a una serie di valutazioni errate ma non al tentativo di frodare gli investitori.

“Vi ho delusi, tutti. Quando le cose hanno cominciato a andare male non sono riuscito a comunicare con voi. Mi sono bloccato, ero sotto pressione, per le fughe di notizie… Ho perso il controllo delle cose più importanti, nel caos della crescita aziendale.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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