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Crollo FTX: la cronaca del terremoto nel mondo Crypto

Dentro il crac della piattaforma di compravendita di criptovalute

L’ascesa delle criptovalute è sotto gli occhi di tutti: se ne parla da tempo e da diverse prospettive.

C’è chi in Bitcoin ha investito con disinvoltura talvolta eccessiva, e non sono mancati gli hacker che – dopo aver agito per mezzo di ransomware – hanno chiesto il riscatto proprio in criptomonete.

Nelle scorse settimane, poi, per contenere la crisi energetica la Commissione Europea ha pubblicato un piano in caso di emergenza. E tra le misure previste c’è anche lo stop al mining, cioè all’estrazione, delle criptovalute.

 E ora ci troviamo di fronte a un clamoroso e sfaccettato crac di una piattaforma di compravendita di criptovalute. Scopriamo meglio i motivi del crollo di FTX, emblematico di una valuta estremamente fluttuante, capace di garantire improvvisi exploit e altrettanto repentini fallimenti. E che pare diventerà una miniserie tv.

FTX

Cos’è FTX

Nel luglio del 2021 il trentunenne proprietario di FTX, Sam Bankman-Fried, aveva dichiarato al Financial Times: “Abbiamo così tanta liquidità che per noi comprare una banca d’affari come Goldman Sachs non sarebbe un problema”.

L’azienda (con sede alle Bahamas) valeva circa 32 miliardi di dollari. FTX è una piattaforma di compravendita di criptovalute popolarissima negli Stati Uniti ma non solo: basti pensare che è lo sponsor principale della squadra di calcio della Lazio.

Il crollo di FTX

È stato un tweet a rendere pubblico il crollo di FTX.

Lo ha vergato Changpeng Zhao, fondatore del più grande exchange (piattaforma di scambio) di criptovalute del mondo, Binance. Chanpeng ha fatto sapere che FTX rischiava l’insolvenza, e che lui stesso avrebbe venduto tutti i suoi token della società.

I token sono come le azioni per le criptomonete, e non è infrequente che un exchange possieda token di concorrenti (in questo caso, Binance possedeva token di FTX).

Il cinguettio ha creato un immediato effetto panico, gli investitori hanno venduto in massa, e in breve NTX ha perso il 90% del proprio valore.

La causa del crollo di FTX

Il tweet di Changpeng ha confermato una notizia precedente di qualche giorno, circa l’insolvenza di FTX.

La causa? Alameda Research, società di trading fondata nel 2017 da Sam Bankman-Fried, due anni prima della nascita di FTX. Gran parte degli asset di Alemanda Research erano in token, utilizzati per accedere a oltre 7 miliardi di prestiti. Ma il crollo del mercato delle criptomonete ha fatto perdere sempre più valore ai token. E i debiti sono risultati impossibili da pagare.

100.000 italiani tra i creditori

Il crollo di FTX (il crac è di 32 miliardi) coinvolge anche circa 100.000 creditori italiani.

Sono mediamente giovani che hanno investito cifre intorno ai 5.000 euro. E che ora si sono organizzati intorno a un canale Telegram, per capire se ci sia il modo di recuperare qualcosa del denaro investito.

Il gruppo è nato, con poche decine di partecipanti, l’8 novembre, giorno in cui FTX ha bloccato i prelievi e interrotto ogni comunicazione. Ora nel canale si contano più di 3.000 iscritti.

Dal lusso alle pubbliche scuse

Il crollo di FTX è emblematico di un mercato decisamente oscillante.

Sam Bankman-Fried, che in un anno ha bruciato 32 miliardi di dollari, è ora indagato dal dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e dalla Securities and Exchange Commission per cattiva gestione dei fondi dei clienti.

L’ex vip Bankman-Fried si è palesato solo con un lungo messaggio di scuse, in cui tra l’altro leggiamo: “Non volevo che succedesse tutto questo e darei qualsiasi cosa per poter tornare indietro e rifare tutto da capo, in un altro modo. Eravate la mia famiglia. Vi ho perso, e la nostra casa adesso è un magazzino vuoto dove ci sono solo i monitor. Quando mi giro, non c’è più nessuno con cui parlare.

Vi ho delusi, tutti. Quando le cose hanno cominciato a andare male non sono riuscito a comunicare con voi. Mi sono bloccato, ero sotto pressione, per le fughe di notizie… Ho perso il controllo delle cose più importanti, nel caos della crescita aziendale.

Farò il possibile per farmi perdonare da voi ragazzi – e dai clienti – anche se questo richiederà il resto della mia vita. Ma temo che non sarò mai in grado di farlo.”

Dal crollo di FTX alla serie TV

Oggi la realtà è fulminea e spietata. Non lo dimostra solo il crollo di FTX, ma anche il fatto che si sta già parlando dell’acquisizione dei diritti per scrivere un libro sulla biografia di Sam Bankman-Fried.

Inoltre, Amazon è al lavoro per realizzare una miniserie di 8 episodi sul crac della piattaforma di compravendita di criptovalute. Collaborerà con AGBO, la società di produzione di Joe e Anthony Russo, e si lavorerà con tempi decisamente serrati: la miniserie dovrebbe essere già pronta per la primavera del 2023.

Jennifer Salke, capo di Amazon Studios, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di poter continuare il nostro ottimo rapporto di lavoro con David, Joe, Anthony e il team AGBO con questa affascinante serie di eventi. Non riesco a pensare a partner migliori per portare questa storia sfaccettata al nostro pubblico globale di Prime Video”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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