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Fare sport col caldo: ecco i nostri consigli

Allenarsi d’estate: cosa fare e cosa non fare

Al di là delle battute che accompagnano certi luoghi comuni, per cui le stesse persone che fino a ieri dicevano che non c’era mai stato un inverno così freddo, oggi lamentano un’estate che così calda non s’era mai vista, stavolta c’è qualche verità.

Nel senso che un giugno così afoso, dati alla mano, alle nostre latitudini non si verificava da decenni. Anche se dovremmo abituarci a un progressivo aumento delle temperature nel mese in corso.

Con l’estate aumenta il desiderio di fare sport all’aperto (oltre che la disponibilità di tempo). Ben venga, a patto tuttavia che non si sottovalutino i rischi di svolgere attività fisica a stretto contatto con l’afa. Naturalmente non ci riferiamo al nuoto o ad altre discipline che non espongano l’organismo a temperature elevate. Ma al running, al ciclismo in tutte le sue declinazioni, alla camminata veloce, agli sport di montagna. E a tutte le altre discipline, insomma, in cui ci ritroviamo esposti ai raggi solari.

Quali sono, quindi, le regole per fare sport con il caldo?

Eccone alcune. Precedute da tre norme in qualche modo preparatorie, che non riguardano l’attività fisica, ma che possono indubbiamente agevolarla. Pronti? Via.

runner idratazione

1. Mangiamo tanta frutta e verdura

Idratarsi non significa solo ingurgitare ettolitri d’acqua, ma anche nutrirsi di alimenti ricchi di liquidi. Quindi diamoci pure dentro con frutta e verdura di stagione. Che si rivelano ottimi anche come spuntini di metà mattina o metà pomeriggio.

2. Cosa e quanto bere?

Poi, certamente, durante la giornata occorre anche bere molta acqua. Meglio se a piccoli sorsi con una certa costanza, piuttosto che per mezzo di bicchieri di formato gigantesco un attimo prima di svenire dalla sete.

Altro suggerimento: chi fa sport col caldo, e si allena per più di un’ora di fila, è bene che beva anche durante l’allenamento. Bisogna infatti prevenire la sensazione della sete, che è un segnale di disidratazione. Come fare? Ci sono comodi marsupi-cintura con lo spazio per una o due due mini-borracce (e di solito con una tasca per le chiavi). E ci sono i camel bag, zainetti che contengono una sacca da riempire d’acqua, a cui è collegato un tubicino in plastica che arriva sino alla bocca.

3. Riposiamoci

L’estate è la stagione dei tempi più distesi. E anche quella in cui, nei giorni più afosi, ci sentiamo più deboli. Riposiamoci quando possiamo, senza nemmeno disdegnare la pennichella pomeridiana. Ne gioveranno non solo i nostri allenamenti, ma più in generale le nostre vite.

4. Vestiamoci adeguatamente (e non troppo!)

Fare sport col caldo significa imbattersi in un radicato (e rischioso) mito metropolitano.

Specie chi sente il bisogno di dimagrire, talvolta pensa bene di uscire a correre o a pedalare sotto il solleone, bardato come se dovesse raggiungere la cima dell’Everest in pieno inverno. Il concetto, sbagliatissimo, è: più mi copro, più sudo.

Errore numero uno: così facendo si inibisce la traspirazione, che è una delle (poche) caratteristiche in cui l’animale uomo eccelle in natura, e che permette l’autoregolazione della nostra temperatura corporea.

Soffocandoci sotto e strati e strati di vestiti, perdiamo solo liquidi, che riacquisteremo in un attimo, quando rincaseremo in preda alla sete più acuta.

E così, errore numero due, perdendo liquidi ci disidratiamo e surriscaldiamo, esponendoci seriamente al rischio di un malessere, anche repentino.

5. L’eroismo? Rimandiamolo a settembre

D’estate spesso si è in ferie, si ha più tempo libero, ed ecco che magari uno sportivo già allenato decide di intensificare gli allenamenti proprio nei giorni più afosi.

Sbagliatissimo. Fare sport col caldo, inevitabilmente, porta a uno scadimento delle prestazioni. Quindi, sia per non avere contraccolpi psicologici (ci rivolgiamo agli amatori più scafati) sia per non rischiare di crollare a terra (per i meno allenati), andiamoci piano.

Ovvero rallentiamo, sia per quanto riguarda i nostri ritmi abituali che per i chilometraggi.

6. Gli orari

Nei giorni più caldi dell’anno, va da sé, sarebbe bene allenarsi la mattina molto presto. Anche a digiuno, purché la sessione non duri più di un’ora.

Va benone anche fare sport la sera, ma – specie se l’allenamento sarà su asfalto – consideriamo che la strada avrà assorbito il calore per tutte le ore diurne. Quindi alle ore 21 non aspettiamoci lo stesso clima delle 6.

Inoltre, l’adrenalina che resta in circolo per tutto il giorno dopo un allenamento mattutino è impagabile.

7. Sport e dimensione ludica

Proprio perché d’estate si è in vacanza, e perché fare sport col caldo implica una serie di attenzioni da prestare, nei mesi estivi si può interpretare lo sport in modo diverso, giocoso.

In che senso? Beh, almeno in due. Se per tutto l’anno pedalate, correte o arrampicate, d’estate provate un altro sport. Magari quello che caratterizza la zona in cui avete scelto di trascorrere le ferie.

Altro suggerimento: avete figli, partner o suoceri poco inclini all’attività fisica, magari perché “non ho tempo”?

Ecco che nel periodo estivo potrete avvicinarli a una disciplina sportiva. E permettere loro di essere più tonici, più felici e molto meno esposti a una nutrita serie di patologie.

8. Tecnologia o istinto?

Che regola è mai, quella il cui titolo termina con un punto interrogativo?

Infatti non si tratta di una regola ma di una dicotomia, ancor più marcata quando si fa sport con il caldo.

D’estate ci sono gli sportici scafati che, presi tra orologi GSP e app i restanti mesi dell’anno, spengono finalmente tutti i device e si allenano senza monitorarsi. Affidandosi dunque alla propria esperienza, godono di un po’ di libertà dalla tecnologia, e va benissimo così.

E c’è invece lo sportivo più modesto che, al contrario, per la già citata maggior disponibilità di tempo, aspetta proprio l’afa per giocare ad allenarsi come quelli seri, sbirciando applicazioni e orologi multifunzione.

E potrebbe essere un atteggiamento molto coscienzioso. Perché? Perché è nei giorni di caldo estremo che chi non gode di un fisico da campione olimpionico può – magari per la sopravvalutazione delle proprie possibilità atletiche – andare incontro a piccoli fastidi o scompensi.

Per cui, ad esempio, chi ha uno smartwatch o altro device che monitora i battiti cardiaci, non sbaglierebbe affatto ad adoperarlo.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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