Come sarà avere a che fare con lui? Quanto sarà coinvolgente scattare foto a Ben Harper?
Ce lo chiediamo una domenica pomeriggio di febbraio del 2006, quando l’amico Alberto Lanini ci lascia le chiavi dell’oramai ex Studio 117. Ci stiamo preparando a un grande incontro.
Breve antefatto: Gabriele Minelli della Universal ci chiama dicendoci che Ben Harper arriverà a Milano per un concerto, e ci chiede se ci andasse di averlo con noi qualche minuto per un paio di scatti.
Beh!, rispondiamo in modo eloquente.
Se stai per lavorare con una star internazionale, la tua fantasia ti propone subito una serie di immagini che di lì a poco ti aspetti che si concretizzeranno: l’artista che spunta da una limousine blindata, scortato da almeno un paio di gigantesche guardie del corpo e attorniato da una decina di persone del suo entourage, tutte concentratissime a telefonare non si capisce bene a chi.
Ma questo non è il caso di Ben Harper. Che invece fa la sua comparsa in studio in perfetta solitudine (lasciandoci entrambi con una domanda destinata a rimanere senza risposta: come diavolo è arrivato fin qui? Chiedendo, come niente fosse, indicazioni ai passanti?).
Il giro di presentazioni è velocissimo, visto che siamo solo noi tre, e considerata l’eccezionale modestia di Ben Harper.
Ok Ben, iniziamo con le foto?
Chi è Ben Harper
Giusto per i distratti. Benjamin Chase “Ben” Harper, classe 1969, è uno dei più importanti e influenti cantautori in circolazione. Attivo dal 1992, ha venduto milioni di dischi. Ha inciso album come Diamonds on the Inside, con brani che spaziano dal gospel al reggae al funk. Seduto da solo con la sua lap steel guitar, o accompagnato dalla superband Innocent criminals, Ben è un instancabile sperimentatore, che sa incantare con la sua voce profonda e le sonorità cristalline.
Ha collaborato con alcuni dei più grandi musicisti del pianeta, ma è più giusto dire che sono gli altri musicisti a poter affermare con orgoglio di aver lavorato con lui.
Le mode si alternano e quasi mai restano impresse nella nostra memoria, mentre un artista del calibro di Ben Harper – incurante di piegare la propria arte alle sirene del momento – resta fedele alla sua ricerca musicale. E alla sua grande generosità, che noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere di persona.
Ben Harper: le nostre foto e oltre
Ben ci chiede appena qualche attimo per sistemarsi (da solo, naturalmente) due riccioli fuori posto con un pettine a denti stretti. Subito dopo, come se niente fosse, il grande cantautore è a nostra completa disposizione.
Noi scattiamo le foto e Ben Harper non fa una piega, mai. Qualunque nostra richiesta viene accolta con grande simpatia e con il suo sorriso che cattura chiunque lo abbia visto almeno una volta. Il che, sinceramente, ci mette in un piacevole imbarazzo, abituati come siamo ad artisti di ben altra natura…
E poi succede la magia.
Ben ci domanda: “Scusate un attimo, posso prendere la chitarra?”
Fermi tutti. Ben Harper che ci domanda – ci domanda! – se può prendere la chitarra?
Da quelle sue parole abbiamo capito subito perché un artista come lui riesca ad avere così tanto successo nella vita, e un pubblico così affezionato. La sua passione è trascinante e si diverte con quello che fa. E non è mica da tutti.
Non sappiamo se sia meglio continuare a fotografare o fermarci e ascoltare un signore di nome Ben Harper che suona in uno studio vuoto solo per noi.
È successo davvero. È stato come una performance artistica composta da scatti e suoni: in ogni pausa Ben prendeva la chitarra, suonava e cantava. Senza bisogno di parole, abbiamo capito come la musica faccia parte della sua intimità, un’intimità quasi fisica.
E noi quell’intimità l’abbiamo percepita e rispettata sino in fondo: abbiamo preferito non “rubare” nemmeno una foto a Ben Harper mentre, nello studio, suonava per noi.
Momenti surreali della vita in cui ci si ritrova raramente. Momenti che, grazie al carisma e alla sensibilità di alcuni personaggi, rendono certi incontri indimenticabili. E rendono questo nostro lavoro così straordinariamente interessante e gratificante. Magari non sempre dal punto di vista economico, ma sicuramente da quello umano.
Lo shooting è finito, eppure la magia stenta ad abbandonare lo studio.
Eccoci, purtroppo, al momento dei saluti. Di questa giornata speciale ci rimangono le nostre foto, la felicità di avere incontrato un ragazzo speciale e un CD con la dedica: “Hey guys, you are the best”.
Oh, sì: ci rimane anche una firma. Quella di Ben Harper.
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