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La recensione di Chasing Static: un ritorno alle origini

Siete pronti per un'avventura breve ma intensa?

Abbiamo provato Chasing Static, il titolo horror psicologico di Headware Games con la grafica ispirata ai primi giochi degli anni ’90, e siamo pronti a dirvi cosa ne pensiamo con questa recensione. Siete pronti per un salto nel passato?

La recensione di Chasing Static: un tuffo nel passato

Chasing Static ci mette nei panni del protagonista Chris Selwood. Quando il padre di Chris muore, il nostro protagonista si reca nella campagna del Galles del Nord per sistemare alcune vecchie questioni. Tuttavia inizia improvvisamente a diluviare: dopo essersi fermato in una tavola calda per far passare la tempesta, le cose prendono una brutta piega.

La corrente va improvvisamente via e una figura minacciosa attacca la gentile cameriera con cui stava parlando pochi istanti prima, inchiodandola violentemente al soffitto. In seguito Chris si risveglia e sembra trovarsi in una dimensione e un tempo paralleli. La tavola calda, un tempo accogliente, è ora in rovina, e i dolci colorati che una volta adornavano la vetrina del bancone sono completamente scuri, ammuffiti. Quello che ci attende è un viaggio di circa due ore nella sonnolenta città di Hearth e nei suoi dintorni, mentre indaghiamo su una serie di anomalie e scopriamo i sinistri segreti del villaggio.

Il gameplay di Chasing Static non si allontana troppo dagli standard del genere e offre un’avventura lineare che però decide di affidare tutto nelle mani del giocatore, che avrà la possibilità di esplorare e perdersi nelle ambientazioni prima di poter trovare la soluzione al quesito di turno.

Ci saranno infatti varie occasioni in cui ci ritroveremo a vagare alla ricerca di un oggetto utile che ci permetterà di progredire con la storia. Ciò che vuole fare Chasing Static è onorare i vecchi giochi per PlayStation e possiamo affermare che riesce nel suo intento. Sono varie le caratteristiche che gli permettono di farlo: prima tra tutte l’inventario.

Inventario vecchio stile

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Ogni volta che andremo sul nostro inventario per controllare gli oggetti a nostra disposizione, non potremo fare a meno di pensare ai titoli horror più famosi usciti sulla prima PlayStation. Questo è uno degli aspetti principali che ci permette di fare un tuffo nel passato.

La trama è caratterizzata da uno sviluppo lento e piuttosto concreto. La componente horror si fonde bene con lo stile macabro delle ambientazione, che raggiunge il suo picco massimo durante gli incontri con i nemici presenti all’interno del titolo.

Il nostro obiettivo principale è quello di ricomporre gli eventi passati utilizzando una particolare macchina in grado di rilevare le onde radio, la cui presenza indica un ricordo da analizzare. Infatti, all’inizio della nostra avventura, entreremo all’interno di un bunker militare abbandonato. Qui dentro troveremo uno strumento chiamato Frequency Displacement Monitoring Device, ovvero un microfono direzionale sperimentale che ci permette di sintonizzarci su frequenze invisibili alle normali radio.

Per l’intera durata del gioco, che si aggira intorno alle due ore, dovremo cercare oggetti e capire cosa succede in quella città. Per questo motivo, se vi aspettavate un titolo frenetico, vi sconsigliamo di acquistarlo. Chasing Static è più adatto ad un pubblico interessato alla narrazione e a qualche sfumatura di tensione.

Un altro punto a favore, che ci ricorda i vecchi metodi di salvataggio, è la possibilità di salvare attraverso le foto scattate dalla Polaroid. Un tocco di classe, che ricorda grandi titoli come i primi Resident Evil in cui era possibile salvare solo avendo a disposizione l’inchiostro per la macchina da scrivere.

Comparto sonoro e grafico: l’essenza di Chasing Static

Il comparto tecnico di Chasing Static è sicuramente un elemento fondamentale per l’intera produzione. Il titolo vuole permettere al pubblico di rivivere l’estetica, le sensazioni e le atmosfere offerte dai leggendari titoli horror per PS1 e PS2 che, come ben sappiamo, hanno segnato profondamente la storia del genere.

Il comparto grafico, rispetto ai vecchi titoli, gode sicuramente di più attenzione al dettaglio ma riesce comunque a mantenere intatta l’atmosfera vecchia e inquietante di quei titoli. Headware Games è riuscita ad omaggiare egregiamente le vecchie produzioni. Infatti comparto grafico e sonoro si notano fin da subito.

Nel corso della nostra avventura esploreremo infatti luoghi spettrali, inquietanti ma resi affascinanti dai famosi pixel di un tempo. Lo sviluppatore ha svolto un ottimo lavoro nel ricreare lo stile grafico delle prime console.

Per quanto riguarda il comparto sonoro, l’ambiente risulta immersivo e il doppiaggio è di alta qualità. Per rendere la vostra avventura ancora più intensa, vi consigliamo di utilizzare un paio di cuffie: in questo modo verrete completamente trascinati all’interno del titolo.

In conclusione

Chasing Static è un grande omaggio ai titoli survival horror che hanno segnato il genere e il mercato videludico su PlayStation. Presenta un’incredibile grafica in stile 32-bit e una storia sorprendentemente dettagliata, che ci permette di entrare all’interno del titolo e di viverla in prima persona.

Non è un titolo adatto a coloro che amano le avventure frenetiche. Piuttosto, siamo certi che conquisterà in men che non si dica il cuore dei veterani horror cresciuti a suon di Silent Hill e i primi Resident Evil. Chasing Static non vuole spaventarvi ogni secondo ed assillarvi con inutili jump scares. Il suo obiettivo è quello di narrarvi una storia e permettervi di entrare in questo inquietante e strano mondo.

Se siete curiosi di provare il titolo, vi ricordiamo che Chasing Static è disponibile su PC tramite Steam.

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Veronica Ronnie Lorenzini

Videogiochi, serie tv ad ogni ora del giorno, film e una tazza di thé caldo: ripetere, se necessario.

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