Dopo aver svelato il nuovo modello GPT-4o, ora OpenAI integra in ChatGPT i file di Google Drive e Microsoft OneDrive: potete importare facilmente fogli di calcolo e di testo per chiedere all’AI di analizzarli. Una mossa che promette di rendere il chatbot ancora più versatile, ma solo per chi ha un abbonamento attivo a pagamento.
ChatGPT potete importare file da Google Drive e OneDrive: come funziona
Non dovrete più scaricare file, copiarne il testo e poi incollarlo nella casella di ricerca di ChatGPT. Ora basta cliccare l’icona a forma di graffetta (se siete abbonati a ChatGPT Plus, Team ed Enterprise) per importare direttamente fogli di lavoro, testi e presentazioni dai vostri account Google e Microsoft. Basterà autenticarsi e il gioco è fatto: ChatGPT potrà analizzare i documenti per estrarne testi generati dall’intelligenza artificiale.
OpenAI ha anche introdotto la visualizzazione a schermo intero delle tabelle generate da ChatGPT, la creazione di grafici interattivi personalizzati e il miglioramento dell’analisi dei dati attraverso codice Python automatico. Un vero e proprio boost per le capacità del chatbot.
Naviga in sicurezza – Ottieni da questo link il 71% di Sconto con NordVPN
Naturalmente, c’è chi storce il naso di fronte alla prospettiva di condividere informazioni potenzialmente sensibili con ChatGPT. Ma come spiega Punto Informatico, OpenAI assicura che i dati degli utenti saranno al sicuro e non verranno utilizzati per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale.
L’integrazione con Google Drive e OneDrive rappresenta un passo avanti significativo per ChatGPT, che diventa così uno strumento ancora più completo e potente per l’analisi e l’elaborazione dei documenti. Tuttavia, questa evoluzione ha un prezzo: solo gli utenti abbonati potranno godere delle nuove funzionalità.
Se avete un abbonamento a ChatGPT, potete provare questa novità e valutare l’efficacia del chatbot nell’analisi. Il consiglio è sempre quello di prestare molta attenzione all’output, specie se lo fate per lavoro: una “allucinazione” dell’AI rischia di farvi fare una pessima figura.
Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
Da non perdere questa settimana su Techprincess