L’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui facciamo tutto. Compreso il modo in cui impariamo. Infatti, Coursera ha introdotto diverse soluzioni AI che permettono di tradurre (anche in italiano) quasi tutti i corsi sulla piattaforma. E l’AI generativa permette anche di personalizzare l’apprendimento degli studenti e fare coaching, oltre che semplificare il lavoro di insegnanti e formatori che strutturano un corso.
Coursera è talmente convinta che l’intelligenza artificiale stia cambiando tutto, che ha annunciato diversi corsi (anche in italiano) per spiegare l’AI a chi lavora — corsi che potete seguire gratis, con il link dedicato ai nuovi studenti italiani.
Coursera traduce in italiano migliaia di corsi e porta nuove funzionalità AI per un e-learning più accessibile
“L’educazione è la radice della prosperità umana” ci ha spiegato Jeff Maggioncalda, il CEO di Coursera. Ce lo ha detto in inglese, perché eravamo in un evento dal vivo a Milano. Ma se quella potente frase l’avesse detta online, durante una lezione sulla piattaforma di e-learning e formazione professionale che gestisce, avremmo potuto leggerla (e presto anche sentirla) in italiano.
Utilizzando l’intelligenza artificiale per la traduzione con i sottotitoli, alcuni dei corsi più popolari a livello internazionale, come “La scienza del benessere” di Yale, “AI per tutti” di DeepLearning.AI e “Programmazione per tutti” dell’Università del Michigan, fino a poco tempo fa disponibili solo in inglese, si potranno seguire anche nella nostra lingua.
In totale sono oltre 4.700 i corsi tradotti in italiano, qualcosa di impensabile prima. Se con i traduttori umani il costo per corso era di circa 13 mila dollari, con il machine learning si è ridotto a 20-25 dollari. Non è una traduzione perfetta, ammette Maggioncalda, ma è “abbastanza buona per sfruttare contenuti che altrimenti non sarebbero stati localizzati.” E gli utenti potranno dare feedback per migliorare la qualità.
L’AI come strumento, come minaccia, come risorsa
Jeff Maggioncalda ci spiega che, per Coursera, l‘AI non è solamente uno strumento. Da anni si discute di come l’automazione rischi di togliere lavoro ai dipendenti di moltissime aziende. Ma lo smottamento creato dall’AI Generativa cambia le persone che saranno coinvolte. “Fino a qualche anno vedevamo che i lavori non specializzati erano i più facili da sostituire: chi non aveva una formazione universitaria rischiava di più. Invece, l’AI Generitiva impatta di più i lavori meglio retribuiti e specializzati: secondo uno studio di University of Pennysilvenia e OpenAI, ChatGPT potrebbe ‘sottrarre’ metà delle proprie mansioni a chi ha ruoli dirigenziali”, spiega il CEO.
Secondo il World Economic Forum, la metà delle skill richieste in Italia nel 2027 sarà cambiata rispetto a oggi. Quindi serve investire in formazione. Ma Maggioncalda spiega che anche gli educatori sono a rischio: “anche chi fa formazione come noi deve evolversi, perché corre un rischio tre volte maggiore rispetto alla media di perdere mansioni per via dell’AI Generativa”.
Quindi, ogni lavoratore deve sviluppare nuove capacità e, soprattutto, un’abilità nel gestire l’intelligenza artificiale. A qualsiasi livello aziendale. Maggioncalda cita Rob Thomas, COO IBM, ha detto che: “L’AI non rimpiazzerà i manager, ma i manager che usano l’AI rimpiazzeranno i manager che non la usano”.
Da minaccia, quindi, l’AI può diventare una risorsa — per chi impara a sfruttarla.
Apprendere l’AI, con l’AI
Secondo McKinsey, l’AI generativa in Italia potrebbe aumentare il PIL del 18%, con risparmi per 5,4 miliardi. In alcuni settori come finanza e ICT i guadagni potrebbero superare il 25%. Questo non esclude i rischi correlati: dalla perdita di posti di lavoro, ai rischi per privacy e possibili “allucinazioni” dell’AI. Qualcosa che le norme europee potrebbero impedire. Ma Maggiocalda sottolinea che i rischi restano: USA e Cina, forti delle proprie aziende tech, difficilmente saranno altrettanti restrittivi — c’è un forte rischio competitività.
C’è poi la questione mercato del lavoro. Un test dell’Harvard Business School mostra come, usando GPT-4 come aiuto, i report di alcuni studenti di un MBA tendono a migliorare. Ma migliorano soprattutto le prestazioni degli studenti mediocri, che riescono meglio a competere con i colleghi che, senza l’AI, avrebbero un vantaggio. Questo effetto “democratizzante” dell’AI, spiega Maggioncalda, significa che nel prossimo futuro le aziende potrebbero cercare sempre più lavoratori in aree particolarmente popolose — in particolare nel Sud globale. Perché se la media si alza per tutti con l’AI, sarà più facile investire in mercati dove ci sono tantissimi giovani freschi di università.
Queste riflessioni fanno capire come sia necessario per le aziende investire, fin da oggi, nell’AI generativa. Tuttavia, oggi solo il 5% delle aziende sta investendo nel reskilling legato all’AI. Sebbene il 66% dice che non assumerebbe una persona che non sa usarla. Le società di consulenza stanno facendo grandi investimenti in questo ambito, proponendo ai clienti collaboratori più economici ed esperti nell’intelligenza artificiale. Per competere, bisogna formarsi su questi strumenti — fin da subito.
L’AI per migliorare l’apprendimento: gli strumenti di Coursera (anche in italiano)
Secondo Maggioncalda, che ha origini italiane, il nostro Paese sta compiendo passi coraggiosi per abbracciare l’intelligenza artificiale e innovare le sue industrie tradizionali. Non a caso la premier Giorgia Meloni ha messo l’AI come primo argomento tecnologico al G7. “Il nostro obiettivo è rendere un’istruzione di qualità accessibile a tutti, indipendentemente dalla lingua. Oggi abbiamo fatto un importante passo in questa direzione, sfruttando l’AI per tradurre migliaia di corsi”, ha dichiarato il CEO.
Ma l’intelligenza artificiale non viene usata solo per abbattere le barriere linguistiche. Coursera ha infatti annunciato diverse novità che sfruttano il potenziale del machine learning e dei large language model per migliorare l’esperienza di apprendimento:
- Il Coursera Coach, un assistente virtuale basato su GPT-4 che fornisce feedback personalizzati agli studenti, risponde alle loro domande e riassume le lezioni. Disponibile anche in italiano per gli abbonati a Coursera Plus.
- Il Coursera Course Builder, uno strumento che sfrutta l’AI generativa per creare automaticamente contenuti dei corsi partendo da input degli autori umani, come la struttura del programma, le descrizioni delle lezioni, le letture consigliate, i compiti e i glossari. I docenti possono poi integrare i propri video e materiali.
- Una suite di funzionalità per l’integrità accademica, per aiutare le università a verificare l’apprendimento autentico degli studenti e contrastare le frodi legate all’uso scorretto dell’AI. Tra queste c’è l’AI-Assisted Viva Exam: quando lo studente consegna un compito scritto, gli viene chiesto se vuole sottoporsi a un controllo di integrità, rispondendo ad alcune domande per dimostrare di aver davvero appreso i contenuti. L’AI valuta la consistenza e la profondità delle risposte, fornendo un report al docente che farà la valutazione finale. (“Se anche avessero copiato, hanno appreso la lezione del corso” dice Maggioncalda).
- Una GenAI Academy che offre programmi di formazione sull’AI generativa per manager di università e aziende top.
Perché Coursera parla italiano
Coursera, che ha oltre 325 partner tra università e aziende e lavora con 7000 istituzioni in tutto il mondo, vuole fare la sua parte — anche nel mercato italiano. Se il Nord America resta il primo mercato con 32 milioni di studenti, l’Europa segue con 25 milioni (di cui 1,2 in Italia). Ma Asia e America Latina hanno tanti studenti quanti quelli in Europa, segno di un interesse globale a continuare a imparare durante tutta la carriera.
In Italia l’età media degli studenti è di 36 anni (contro i 33 della media globale), il 56% sono uomini e il 35% impara da mobile (rispetto al 46% nel mondo). I corsi più seguiti riguardano finanza, analisi dati, machine learning, management e benessere personale. Ma con il boom dell’AI generativa, le iscrizioni ai corsi sul tema sono aumentate del 980%. Insomma: siamo sempre di più un mercato su cui Coursera vuole investire.
Tra i partner italiani di Coursera ci sono la Bocconi, il Politecnico di Milano, la Sapienza e aziende come Leonardo. Quest’ultima collabora con la piattaforma dal 2019 e ha già totalizzato 75 mila iscrizioni ai corsi e 31 mila completamenti da parte dei suoi dipendenti, per un totale di 371 mila ore di apprendimento (più di 22 a persona).
Per celebrare il lancio dei contenuti in italiano, Coursera offre l’accesso gratuito per 100 giorni a 5 dei suoi corsi più richiesti nel nostro Paese. Un’occasione per tutti gli studenti di sperimentare il nuovo catalogo localizzato e prepararsi al meglio per un futuro in cui l’AI avrà un ruolo sempre più centrale: potete iscrivervi qui.
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