Cuba lancia il suo primo smartphone, autoprodotto e socialista.
Non sono due aggettivi scelti arbitrariamente dall’estensore dell’articolo, per restituire la romantica atmosfera di una delle poche roccaforti comuniste al mondo.
Lo smartphone che prestissimo esordirà è davvero prodotto al cento per cento sull’isola caraibica. E l’impresa Gedeme, che realizzerà l’apparecchio, è orgogliosa di autodefinirsi “una empresa estatal socialista, integrada a la Organización Superior de Dirección Empresarial”.
Scopriamo più in dettaglio questo rivoluzionario (è proprio il caso di dirlo) smartphone, pronto a fare il suo esordio sul mercato già entro la fine del mese di giugno. È stato annunciato in anteprima assoluta sulle frequenze di Radio Rebelde, ossia Radio Ribelle, e sono attesi i primi 6.000 esemplari.
E le sorprese non finiscono qui: anche il sistema operativo che girerà sugli smartphone autarchici è stato interamente progettato a Cuba.
Cuba e lo smartphone socialista
Cuba avrà il suo smartphone. L’annuncio è stato dato a Radio Rebelde da René Cano Diaz, direttore generale di Gedeme. E l’intera filiera di messa a punto del dispositivo si baserà esclusivamente sull’autoproduzione. Dai materiali al sistema operativo, per finire con la catena di negozi nei quali lo smartphone sarà distribuito.
Un telefonino tutto cubano
La perla dei Caraibi ha dunque adottato l’assoluta autarchia per questo primo device prestissimo sul mercato.
Lo smartphone è stato progettato e fabbricato interamente a Cuba. E non solo: verrà distribuito nei negozi di Etecsa, la società nazionale delle telecomunicazioni. Che, ricordiamolo, sino al 2011 è appartenuta a Telecom Italia per il 27%. Gli apparecchi saranno distribuiti anche nei punti vendita della Copextel, azienda con sede a L’Avana.
Il sistema operativo
Il maggior orgoglio di questo nuovo prodotto made in Cuba è forse rappresentato dal sistema operativo.
Si chiamerà NovaDroid, ed è stato messo a punto dall’Uci (Universidad de Ciencias Informáticas) grazie alla collaborazione tra studenti e docenti. Inaugurato dall’Ateneo nel 2013, NovaDroid viene ora rilasciato in una versione perfezionata e aggiornata.
Pare che NovaDroid sia un rifacimento semplificato del sistema operativo Android. O meglio, riadattato per essere fruibile da tutti i cittadini cubani, che non possono accedere a tutti i servizi tecnologici. Da Play Store, ad esempio, gli abitanti dell’isola possono scaricare solo le applicazioni gratuite ma non quelle a pagamento.
Cosa sappiamo dello smartphone di Cuba
I primi 6.000 esemplari dello smartphone realizzato e assemblato a Cuba sono già pronti, e dovrebbero fare il loro ingresso nel mercato entro la fine del mese di giugno.
L’azienda produttrice, Gedeme, ha diffuso i disegni dei primi due modelli economici. Si tratta del GDM MB10 e del GDM P4R, due dispositivi di fascia medio-bassa.
E sul sito ufficiale si possono già leggere alcune loro caratteristiche. Vediamole.
GDM MB10 ha uno schermo da 6″ con risoluzione HD, processore MediaTek Helio P22. Combinazione di RAM e spazio di archiviazione da 3GB/32GB espandibili con scheda di memoria esterna al posto della SIM2. È alimentato da una batteria da 3200 mAh, ed è dotato di doppia camera sul retro con sensori da 8 e 3 MP e camera frontale da 5 MP.
GDM P4R ha un display da 6,22″ con risoluzione HD+, 4GB di RAM e 64GB di memoria espandibili. Il processore è il MediaTek Helio P22 e la batteria è da 3400 mAh. Doppia la camera posteriore da, 13 e 3 MP, più quella anteriore da 8MP.
L’autarchia cubana
È dal 2018 che l’isola si è aperta a Internet.
Prima di allora, la Rete era disponibile solamente negli hotel destinati ai turisti. La tendenza autarchica di Cuba non riguarda solo la tecnologia: l’isola caraibica ha per esempio sviluppato, e sta utilizzando, i sieri Abdala e Soberana 2. Si tratta di due vaccini contro il Coronavirus prodotti interamente all’interno del territorio cubano. E altri tre vaccini sono in fase avanzata di sperimentazione.
Ricordiamo che il sistema sanitario nazionale, di ispirazione guevarista, è del tutto gratuito: i farmaci sono interamente a carico dello Stato. E per quanto riguarda i vaccini, il Paese ha iniziato a produrli in proprio negli anni Ottanta del Novecento, scoprendo la prima immunizzazione contro il batterio Meningococco B.
- Sainsbury, Brendan (Autore)
L’embargo USA. E non solo
L’autarchia cubana è anche una necessaria conseguenza delle sanzioni USA: l’isola è sotto l’embargo statunitense dal 1962.
È peraltro recentissima una decisione dell’Europarlamento, che ha approvato la proposta di Risoluzione sui diritti umani e la situazione politica a Cuba, presentata dai gruppi di destra.
Tenace è stata sino all’ultimo l’opposizione di Josep Borrell (Alto rappresentante Ue per la Politica estera), che intende almeno confermare gli accordi con Cuba. E che resta fermo nella condanna all’embargo americano.
Leggi anche: Overwatch, disponibile la nuova mappa L’Avana
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