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#cuoriconnessi, oltre 270 mila studenti contro il cyberbullismo

Unieuro e Polizia di Stato hanno organizzato un evento per combattere il fenomeno durante il Safer Internet Day 2022

Unieuro e Polizia di Stato hanno organizzato un evento davvero importante contro il cyberbullismo: #cuoriconnessi ha messo insieme oltre 270 mila studenti di oltre 4.000 scuole in tutta Italia. Un evento che serve a fare rete contro il fenomeno del bullismo online, oltre che ha promuovere il libro “#cuoriconnessi – Il coraggio di alzare lo sguardo”. In modo che i ragazzi non si sentano soli e di contrastare ogni forma di distorsione della rete.

#cuoriconnessi, Unieuro e Polizia di Stato contro il cyberbullismo

Un evento davvero ricco di spunti, quello organizzato da Unieuro e dalla Polizia di Stato. Condotto dal giornalista Luca Pagliari, che ha anche raccolto le storie di tanti ragazzi vittime di cyberbullismo nel libro “#cuoriconnessi – Il coraggio di alzare lo sguardo”, l’evento ha visto la partecipazione di moltissimi ospiti importanti.

Abbiamo infatti potuto assistere agli interventi del Capo della Polizia Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Prefetto Lamberto Giannini. E poi di Jacopo Greco, Capo Dipartimento Risorse Umane Strumentali e Finanziarie del Ministero dell’Istruzione e Giancarlo Nicosanti Monterastelli, Amministratore Delegato di Unieuro. Inoltre Paolo Crepet, Psichiatra e Ricercatore dei disagi dell’età evolutiva e molti altri esperti. C’è stato persino un evento di Blanco, fresco vincitore di Sanremo, per parlare ai ragazzi più giovani (di poco) di lui.

Ma soprattutto hanno partecipato oltre 270 mila ragazzi, che hanno assistito online e anche dal vivo. Con molti racconti personali di atti di cyberbullismo (tutelati dall’anonimato). E anche intervenendo con domande per gli esperti, che hanno fornito diversi spunti in questa conversazione di oltre due ore. Potete recuperare la diretta dell’evento qui sotto.

La rete delle possibilità, che deve diventare più sicura

Lamberto Giannini, Capo della Polizia Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, ha aperto la conversazione parlando di come questo evento raccolga un’esigenza urgente e reale. “Il momento storico che abbiamo vissuto ha sottratto ai giovani una parte significativa della loro socialità sostituita dall’uso- a volte compulsivo- della rete che, non sempre, è un luogo sicuro. In questo contesto, mettere al centro la sicurezza digitale dei ragazzi per noi è un impegno: per renderli consapevoli e indicare loro i rischi che uno spazio così importante di libertà può comportare. #cuoriconnessi è un ulteriore strumento di informazione con cui possiamo continuare a diffondere messaggi di cautela verso le potenziali trappole della rete ed essere sempre di più un punto di riferimento per le vittime di questo fenomeno”.

Durante tutta la mattinata, non ci sono state invettive ‘luddiste’ contro la tecnologia. Gli strumenti online sono una risorsa fondamentale, la tecnologia rappresenta un alleato fondamentale: gli ultimi due anni lo dimostrano in maniera evidente. Può essere però anche un’arma subdola, dove il controllo da parte degli adulti può facilmente venire meno. Aumentando la pericolosità del bullismo con le risorse internet.

Tuttavia, insieme alle possibilità per far del male ci sono quelle che possono invece aiutare. Sfruttando quello che la rete sa far meglio: mettere in contatto le persone.

Una rete di storie

La rete deve servire anche a mettere in comune le storie e le esperienze, per far capire che i ragazzi non sono isole nel nulla. Raccontare le storie di cyberbullismo permette di capire che le vittime non sono sole. Che serve una società intera per educare le nuove generazioni, sostenendo le fragilità e aiutando tutti a comportarsi nel modo migliore quando si è online.

Giancarlo Nicosanti, amministratore delegato di Unieuro, spiega: “Le storie di #cuoriconnessi riescono a trasmettere messaggi che altrimenti resterebbero inascoltati, perché abbiamo sperimentato che i ragazzi si aprono alla verità solo se arriva da storie raccontate da chi le ha vissute in prima persona. Le testimonianze a volte drammatiche dei ragazzi raccolte in questi anni e tutti coloro che hanno visto nella nostra attività uno spunto di riflessione per avviare un percorso diverso, bastano a giustificare il nostro impegno, perché tutti possono e devono avere l’opportunità di trovare una via d’uscita. Le relazioni sono la cosa più importante: per questo la “tecnologia buona” è quella che permette di ampliare gli orizzonti ed abbattere le barriere, perché rappresenta il progresso che conta. La “tecnologia buona” è conoscenza e consapevolezza e ci deve permettere di diventare persone migliori”.

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#cuoriconnessi, arriva il terzo libro sostenuto da Unieuro e Polizia di Stato

“#cuoriconnessi – il coraggio di alzare lo sguardo” è il terzo volume, arrivato sulla spinta del successo dei primi due. Una nuova raccolta di storie, diverse per dinamiche, territori, culture. Unite dal rapporto complesso ma fondamentale fra i più giovani e la tecnologia.

Gli interventi che abbiamo visto durante la diretta in streaming hanno mostrato diversi tipi di fragilità. Perché siamo tutti unici e tutti sensibili, specie durante l’adolescenza. Raccontare queste storie, così diverse ma così incredibilmente umane. Dai ragazzi che imparano a ignorare gli insulti e inseguire i propri sogni. Fino ai genitori che accompagnano il figlio a riscoprire la socialità, dopo essersi chiuso in casa perché dei bulli avevano ottenuto e pubblicato delle sue foto imbarazzanti. Un impegno a non nascondere il problema, a non lasciare solo chi ha bisogno di aiuto.

Potete trovare il libro in download gratuito sul sito del progetto e sui principali eBook store. Ma ci sono anche ben 250 mila copie gratuite distribuite nei vari negozi Unieuro in tutta Italia.

Leggere di questi racconti, a tratti terribili ma con una grande speranza alla base del progetto, può essere un gesto semplice ma efficace per combattere il cyberbullismo. Silenzio e solitudine sono gli alleati più spietati dei bulli online. #cuoriconnessi porta alla luce queste storie e organizza eventi e progetti per combatterlo attivamente nelle scuole e nella società.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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