Poche canzoni sono eterne come Heroes di David Bowie, il cui significato di speranza ha unito un’intera generazione spaventata da un imminente conflitto nucleare. Sono gli anni della Guerra Fredda, quando USA e Unione Sovietica giocavano a mostrarsi i muscoli a vicenda. Anni in cui un muro era in grado di dividere, fisicamente e ideologicamente, un mondo intero.
Nel 1976 David Bowie era nel pieno del suo periodo da Duca Bianco, e attraversava una situazione personale non proprio semplice, complici le dipendenze da sostanze stupefacenti e alcol. Interessato alla cultura tedesca, Bowie decide di trasferirsi a Berlino Ovest, per darsi una ripulita e lavorare a nuova musica. Qui fitta un appartamento economico, situato sopra un’officina di riparazioni auto. In due anni pubblicherà tre dischi, che passeranno alla storia come la trilogia berlinese.
Il secondo di questi album si chiama proprio Heroes, uscito nel 1977, e contiene l’omonimo brano di cui vi parliamo oggi.
Il significato di Heroes di David Bowie: la genesi
Per la realizzazione della trilogia di Berlino, Bowie si affida a Tony Visconti, amico e produttore di sempre, e all’istrionico Brian Eno, che da qualche anno aveva lasciato i Roxy Music. I tre lavorano agli Hansa Studio, a meno di 500 metri dal Muro di Berlino, con le guardie rosse che li spiano con i binocoli.
È proprio lì che un giorno Bowie ha l’ispirazione: dalla finestra vede una coppia che si bacia appassionatamente, proprio sotto una delle torrette del Muro, dove soldati armati sorvegliano il confine. L’amore a due passi dal simbolo di divisione. L’immagine colpisce fortemente l’artista, che comincia così a scrivere un testo per un brano che in realtà era già stato composto dal trio Bowie-Eno-Visconti, e che avrebbe dovuto rimanere strumentale. La traccia in questione aveva il nome provvisorio di Heroes, un omaggio al brano Hero della band tedesca Neu!.
Anni dopo Bowie rivelerà che la coppia di amanti erano in realtà lo stesso Tony Visconti e la corista Antonia Maass. Questo dettaglio è stato rivelato da Bowie solo nel 2003, dato che all’epoca dei fatti Visconti era sposato. Di seguito le parole del Duca Bianco alla rivista Performing Songwriter:
“Ho sempre detto che Heroes nasce da due ragazzi che si baciavano. Ciò che però non ho mai detto è che i due erano Tony Visconti e la sua amante. Tony era sposato all’epoca, e quindi non ho mai rivelato la cosa. Ora mi ha dato l’ok e quindi posso dirlo: Tony ha ispirato Heroes”.
Dal punto di vista musicale Heroes è un brano riconoscibile fin dalle prime note, grazie ad un synth inconfondibile suonato da Brian Eno. Le parti di chitarra sono state registrare da Robert Fripp, che pochi anni prima (nel 1973) aveva ufficialmente sciolto i suoi King Crimson. La chitarra di Fripp è anch’essa inconfondibile dato che, grazie al suo stile decisamente non convenzionale, essa sembra quasi ricordare il suono di una sirena.
Il testo e il significato di Heroes di David Bowie
Come detto Heroes nasce come brano strumentale, ma è proprio il testo che fornisce a questo piccolo capolavoro di David Bowie il significato di romanticismo e libertà che caratterizza la canzone.
I, I will be king
And you, you will be queen
Though nothing will drive them away
We can beat them, just for one day
We can be Heroes, just for one day
Nella prima strofa Bowie parla in prima persona, rivolgendosi alla donna amata. Le dice che insieme potranno combattere i propri nemici e coloro che, così come il Muro di Berlino, vuole dividerli. Pur non essendo nessuno per il mondo intero, i due si sentono Re e Regina quando sono insieme. Loro si sentono e sono eroi, fosse anche per un solo giorno, ma tanto basta per sconfiggere per sempre chi li vorrebbe divisi.
And you, you can be mean
And I, I’ll drink all the time
‘Cause we’re lovers, and that is a fact
Yes we’re lovers, and that is that
Se nella prima strofa si apre con un “Io”, la seconda descrive lei, che appare in grado di compensare le debolezze del protagonista con il suo cinismo. Lui, infatti, è dedito al bere, il che potrebbe essere una nota autobiografica e autocritica dello stesso Bowie, che in quel periodo cercava di combattere le proprie dipendenze da alcol e droghe. Dopotutto sono amanti, e due che si amano si compensano a vicenda.
I wish you could swim
Like the dolphins, like dolphins can swim
Though nothing, nothing will keep us together
We can beat them, for ever and ever
Oh we can be Heroes, just for one day
Con la forza dell’immaginazione, alimentata dai suoi sentimenti, lui cerca di convincerla a non andare via, a non cedere al grigiore del mondo reale, che inquina i sentimenti e le emozioni. Le confessa i suoi pensieri, in cui la immagina nuotare libera come un delfino negli oceani.
I, I can remember
Standing by the wall
And the guns shot above our heads
And we kissed as though nothing could fall
And the shame was on the other side
Nel bridge della canzone arriva poi il riferimento alla scena del bacio. Qui Bowie canta: “Mi ricordo quando ce ne stavamo appoggiati al muro. I proiettili volavano sopra le nostre teste, ma noi ci baciavamo come se nulla fosse”. Queste frasi cantate sono intervallate da cori che ripetono ogni singola affermazione, rafforzando il concetto espresso dalla voce principale. Il significato di base è che la forza dell’amore può cancellare le nefandezze e le violenze dell’uomo.
A ribadire il concetto, l’ultima frase del bridge, che poi esplode in un nuovo ritornello, afferma che “la vergogna sta dall’altra parte”. Non sono i due amanti a doversi vergognare. Non sono loro quelli sbagliati in questa storia.
Intervistato da Q Magazine nell’aprile del 2007, Brian Eno disse del brano: “È una bellissima canzone. Ma è anche incredibilmente malinconica. Possiamo anche essere eroi, ma in realtà sappiamo che ci manca qualcosa. Qualcosa è perso”.
Versioni studio e il (mancato) successo del brano:
Nonostante sia tuttora considerato un capolavoro della musica, Heroes raggiunse una modestissima 24esima posizione nelle classifiche britanniche al momento della sua release, il 23 settembre 1977. La canzone non riuscì neanche a rientrare nella Hot 100 statunitense.
L’uscita venne accompagnata anche da due versioni in tedesco e francese che, al contrario di quella britannica, riscossero un discreto successo nei rispettivi paesi. I brani in questione uscirono coi titoli di Helden in Germania e Héros in Francia.
Infine, nella raccolta Changesbowie (1990), è presente una versione di Heroes leggermente più corta, con tagli alla prima strofa.
Heroes Live: le esibizioni indimenticabili
Fin dalla sua uscita la canzone divenne un punto fermo delle scalette dal vivo del Duca Bianco. In particolare vogliamo ricordare tre concerti storici in cui Bowie eseguì il brano.
Il primo risale al 1987, due anni prima della caduta del Muro di Berlino, quando Bowie si esibì proprio a ridosso dello stesso. Ecco come il cantante ha ricordato l’esperienza ai microfoni di Performing Songwriter:
“Non lo dimenticherò mai. È stata una delle esibizioni più emotive della mia carriera. Ero in lacrime. Il palco era praticamente appoggiato al Muro, e questo faceva da fondale. Ci è stato detto che così la musica sarebbe arrivata anche ai berlinesi dell’est, e infatti scoprimmo che in migliaia dall’altra parte si erano avvicinati al Muro per ascoltare. Era come un doppio concerto in cui il Muro creava la divisione e la musica univa. Non avevo mai fatto niente del genere in vita mia, e immagino che non lo farò mai più.
Quando abbiamo suonato Heroes sembrava davvero un inno, quasi come una preghiera. Quella è la città in cui la canzone è stata scritta, proprio a ridosso di quello stesso Muro. Ancora oggi, quando la suoniamo a Berlino, ha un sapore particolare.”
Il set di Bowie al Live AID 1985 vide il ritorno dal vivo del Duca Bianco, dopo 18 mesi di stop. A lui l’arduo compito di prendere il palco dopo i Queen. E chi meglio di lui? Con un’eleganza disumana esegue 4 pezzi, e chiude il suo set facendo cantare i 72mila accorsi al Wembley Stadium di Londra con il suo inno generazionale: Heroes.
Infine ricordiamo l’esibizione di Heroes al Concert For New York, organizzato da Paul McCartney a seguito degli attentati terroristici dell’11 settembre 2001. Per l’occasione Bowie ha dedicato il brano agli agenti di polizia e ai vigili del fuoco che hanno perso la vita nel tentativo di salvare i civili del World Trade Center.
Il significato di Heroes di David Bowie: la canzone nel cinema e nella serialità
Sono innumerevoli gli utilizzi di Heroes in film e serie tv, ma non solo. In Italia, ad esempio, il brano è particolarmente apprezzato dagli appassionati di sport, dato che per anni è stata la sigla del programma sportivo Sfide, in onda sulla Rai.
La versione originale compare in pellicole come Christiane F (1981), The Parole Officer (2001) e in più di una scena, compresa la bellissima sequenza finale, di The Perks of Being a Wallflower (2012). La versione in lingua tedesca è presente nel film Jojo Rabbit (2019).
La cover particolarmente cupa realizzata da Peter Gabriel è invece presente in Lone Survivor (2013) e nel terzo episodio della prima stagione di Stranger Things. La stessa versione ritorna nel finale della terza stagione (La Battaglia di Starcourt).
Heroes è stata usata anche come canzone durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra 2012. Nello specifico il brano ha accompagnato l’ingresso nello stadio del team olimpico britannico.
Numerosi sono poi gli artisti che hanno coverizzato la canzone, come i Wallflowers, la cui interpretazione compare nella colonna sonora di Godzilla (2014). Altri artisti celebri che hanno reinterpretato Heroes sono: U2, Oasis, Blondie, Nico, TV on the Radio, Depeche Mode, King Crimson e Motorhead. Anche Mango ne ha registrato una cover, inclusa nell’album L’Amore è invisibile (2014).
- Beauty And The Beast
- Joe The Lion
- Sons Of The Silent Age
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